capitolo 3

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"Allora: Simone, Chicca, Chicca, Simone." annuncia Manuel, nel modo migliore che conosce per introdurre due estranei e presentarli tra loro.

"Piacere." dice Simone, abbozzando un sorriso timido. Allunga una mano attendendo che la ragazza gliela stringa, come si fa di solito con le presentazioni.

"Piacere mio, ma 'n c'è bisogno de tutte 'ste formalità" risponde Chicca, ridendo.

Simone abbassa lo sguardo sulla sua mano sospesa in attesa che qualcuno la stringa e se la fa ricadere sul fianco, imbarazzato.

Per fortuna, una voce esterna fa il suo ingresso rompendo la sua soggezione. "Vabbè e noi semo Matteo e Samuele, dato che nessuno c'ha voja de presentarce."

È il ragazzo biondo a parlare, il primo ragazzo del gruppo che Simone ha incontrato, in realtà, quando dopo una pallonata in pieno viso è andato a riprendersi il pallone.

"Ah, già, abbiamo avuto modo di conoscerci." accenna Simone. Il ragazzo, inaspettatamente, lo stringe in un abbraccio amichevole. Simone, a disagio, riesce soltanto e picchiettargli sulla schiena in modo impacciato.

"Io sono Samuele." aggiunge il ragazzo dietro di lui. È il più basso di tutti e sicuramente più giovane, almeno di un paio d'anni. È molto bello, in realtà, con i capelli castani scompigliati sulla testa e i tratti del viso che ricordano quelli femminili. Simone sorride d'istinto e lui sorride di rimando.

"Vabbè e allora io sono Laura." aggiunge per ultima, rimasta dietro Simone in attesa come se queste presentazioni non la riguardassero.

"Finalmente una ragazza!" annuncia felice Chicca, e le due si scambiano un bacio per guancia. Subito iniziano a parlare animatamente, ignorando il fatto che l'una dell'altra conoscono solo il nome.

È una bella giornata, decine di gabbiani zampettano sulla striscia di sassolini che precede la sabbia o sfiorano appena il mare con le ali aperte. Simone è tornato a casa all'una passata, dopo aver recuperato un cartoccio di panissa fritta da un chioschetto in una delle infinite viuzze attorno alla città. Di certo non poteva pensare di tornare a casa subito, non con ancora il sapore di farinata in bocca, così i due - lui e Manuel - hanno pensato bene di girarle, quelle viuzze, con le braccia strette al petto per attenuare il freddo notturno e le infradito ai piedi. A pensarci adesso, almeno un paio di chilometri li avranno pure fatti.

Comunque, prima di salutarsi e tornare ognuno alla propria residenza estiva, Manuel gli ha fatto promettere che la mattina si sarebbero ritrovati in spiaggia.

"Oh, Simò, niente libro sta volta."

"Come faccio a uscire di casa senza libro?"

"Se te sforzi ce la fai, t'o giuro, ma domani te presento li amici mia. So' un po' coglioni, eh, ma se te sto simpatico io te possono sta simpatici pure loro."

"E come faccio co' Laura?"

"Che vordì, mica è un cane che je devi sta dietro."

"No lo so ma non la sto praticamente considerando."

Alla fine, i cazzi suoi di cui non aveva intenzione di parlare, Simone glieli racconta. Del fatto che lui e Laura stanno insieme da un anno e solo adesso si rende conto di non amarla, né di averla mai amata, del fatto che la sta praticamente ignorando in vacanza e che non riesce nemmeno a trovare il coraggio di lasciarla, perché non avrebbe nessuna motivazione da darle, e lei merita una spiegazione. E del fatto che non prova niente quando le sta vicino, quando si sfiorano o quando...beh, insomma, non prova niente per lei, se non molto affetto e un profondo senso di protezione, il che è paradossale dato che se la volesse proteggere davvero impedirebbe a chiunque di farla soffrire, mentre a breve dovrà essere proprio lui la causa delle sue lacrime.

ANCORA CINQUE MINUTIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora