Il cielo si è abbassato con lo scorrere del tempo, e ora si appiattisce pesante sui tetti delle case, lascia più spazio ai gabbiani per sguazzare in un azzurro che, ormai, sta diventando rosa. Da qualche parte in questa vastità di volta celeste si deve essere formata una piega, un taglio netto tra le nuvole a malapena visibili, da cui la parvenza pallida della luna sbircia la spiaggia e il mare sottostanti.
Poco distante, in una stanza che sembra troppo piccola a causa della catasta di mondi che la abitano, un Simone beato e del tutto indisturbato resta coricato tra i cuscini del divano a passare noiosamente il pollice sullo schermo del cellulare, perché tanto da qua la tivù non la riesce a vedere.
Non è del tutto a suo agio, in realtà, solo, in questa casa dove è stato soltanto una volta. Non che sia solo solo, ma Manuel è scomparso al piano di sopra per farsi una doccia dopo essere tornato dal mare, mentre Simone ha preferito usufruire di quella gelida dei bagni e ora aspetta l'amico, vestito di tutto punto sul suo divano - o meglio, sul divano di Matteo.
I loro amici se ne sono già andati, perché a quanto pare questa nuova amica di Chicca ha assicurato che alla festa in spiaggia, a cui sono quasi pronti - forse - ad andare, c'è anche cibo e bevande. E Matteo ha fatto la sua uscita eclatante con un braccio sulle spalle di Chicca e l'altro su quelle di Laura dicendo: "Vabbè voi fate come cazzo ve pare, io c'ho fame e vado."
E ora eccolo qua, nella sua camicia bordeaux un po' larga e le Vans ai piedi, gli occhiali da sole infilati nel colletto - sebbene qualunque fonte di luce stia praticamente scomparendo nella sera-, la collanina al sicuro sul petto e i ricci ancora bagnati pettinati indietro, per quanto possibile. In realtà, non è tutto qua. Sì perché, prima che uscissero tutti, dopo aver aperto la porta del bagno senza curarsi di bussare, convinto non ci fosse nessun altro in casa, una Chicca intenta a truccarsi davanti allo specchio lo ha invitato ad entrare e:
"Oh - scusa, pensavo fosse libero."
"Simò?"
"Eh?"
"Vieni qua n'attimo."
"Io?" aveva chiesto Simone, incerto, poiché la ragazza non si era preoccupata di staccare gli occhi dal suo riflesso, con la mano ferma a disegnare la linea perfetta dell'eyeliner.
"Seh, te, entra un secondo."
Simone si era guardato intorno, poi era entrato nel bagnetto azzurro, chiudendosi la porta alle spalle. "Che c'è?", e si era trovato con la voce tremante. Non aveva mai avuto una conversazione con uno degli amici di Manuel, in effetti. Non senza Manuel nei paraggi.
"Viè qua, mica te mordo."
"Sono qua."
"Più vicino."
Simone aveva mosso un altro passo, sufficiente ad includere anche la sua immagine nel riflesso dello specchio. Le guance arrossate, lo sguardo grande e le mani legate dietro la schiena. Allora Chicca aveva spostato lo sguardo sulla figura riflessa del ragazzo, aveva accennato un risolino, poi aveva riposto il pennino nero nel beauty che aveva di fianco e ne aveva tirato fuori un altro molto simile.
"Te sei mai truccato?" chiese, girandosi verso di lui.
"Io?"
"Aridaje. Sì, tu Simò. Te sei mai truccato?"
"No."
"Bene, c'è sempre una prima volta."
Simone la guardò togliere il tappino di plastica a una matita nera e avvicinarla minacciosamente al suo viso, così aveva spontaneamente mosso un passo all'indietro: "Che fai?"
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ANCORA CINQUE MINUTI
Romance"So Manuel, comunque." dice, allungando la mano verso di lui. Simone abbassa lo sguardo sulla sua mano, e forse rimane a fissarla un po' troppo a lungo. "Ao!" lo richiama Manuel. Simone si disincanta, annuendo, e gli stringe la mano. "Simone." rispo...