Capitolo 17

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Pov Antonino finalmente ho vestiti asciutti, almeno il gelo che mi penetrava nelle ossa è scomparso
_toc toc_
"Si?"
"Posso?"
"Lavinia... Si vieni"
"Scusa ma dopo l' inondazione ho perso alcune cose, in camera di Giorgia ho trovato i miei orecchini quindi... Ti dispiace?"
"No figurati, ti aiuto?"
"Se ti va" che strano,  perché ho questa strana sensazione come se non riuscissi a non guardarla "hai idea di cosa potessi avere perso?"
"Non trovo alcuni vesti che mi ha fatto apparire mia madre"
Continuo a cercare ma non c'è nulla qui, ad un tratto sento qualcosa cadere, è uno dei modellini che ho costruito in uno dei miei momenti di nervosismo, se cade in testa fa male, per fortuna lo afferro prima che le cade in testa "scusa"
"Lo sai quanto pesa?" Dico un po' troppo duro forse "ho detto scusa" mi urla, poi esce e sbatte la porta "le ragazze... io proprio non le capisco"
Pov Kira  _'non ostante tutto noi vogliamo aiutarti'_ le parole di Borea mi risuonano come se fosse lì, mentre sono sdraiata sul letto e guardo il letto _'Come se ci fosse una barriera intorno a te'_ stringo il cuscino e lo porto alla faccia per nascondere le lacrime, 'smettila... Non puoi farti vedere così debole' e pure stringo ancora più forte il cuscino
_Toc toc_
Di scatto mi tiro su e asciugo le lacrime, per fortuna non mi trucco e non si notano strisce nere
"Avanti"
"Oi tutto bene?" Chiara entra e si siede sul letto "sei scappata via appena sei scesa"
"Si scusa e che sono stanca... Sto imparando ora a sfruttare i poteri e mi consumano molta energia" dico strofinando gli occhi  "riposa allora che i figli del dio del mare o sono greci o romani, sempre antipatici sono" iniziamo a ridere poi, proprio Francesco si affaccia dalla porta "Chiara, i tuoi stupidi quadri sono caduti dinuovo" vedo la mia amica diventare un treno a vapore
"TI HO DETTO DI NON INDUSTRIALE I MIEI FIDANZATI!" Prende il mio libro e lo lancia verso il figlio di Nettuno ma riesco a riportarlo a me facendolo svolazzare da me"EHI!"
"I miei libri non li tocchi" dico prendendo il libro che intanto era arrivato tra le mie mani con tanta leggerezza che mi sembra incredibile averlo fatto volare io "Si si va be'... Vieni o li prendo io?"
"AZZARDARTI BRUTTO STRONZO RINSECCHITO"
"CHIARA!" la rimprovero, ma lei è già scappata con la scarpa in mano; mi alzo per chiudere la porta ma delle voci in non lontane attirano la mia attenzione, avvicino l' orecchio al muro della mia stanza
"Non ti sembra di restare sempre bloccato?"
"Bloccato?"
"Si! Guarda..."
"Buffo"
Mi giro di scatto, Zefiro, cosa ci fa qui? Lo ignoro e avvicino l'orecchio al muro ma... Non sento nulla "non è carino spiare"
"Smettila Zefiro!"
È comodamente seduto sul letto, la cosa non mi dà fastidio, ma quando sfiora il cofanetto che ho lasciato sul comodino(malanova a me), la mano quasi in automatico mi scatta in avanti "OVLOSSID" gli colpisco la mano, Zefiro si dissolve e mi ricompare davanti "brava... Niente male" mi soffia a dosso poi scompare
"....Non deve sapere niente... Mi raccomando"
Sento solo questo, corro in cucina da dove provenivano le voci "chi non deve sapere cosa"

Tra doveri e segretiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora