39. «Da quanto tempo cavolo»

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TUTTA LA STANCHEZZA che Aeri aveva in corpo a causa di quelle intense ore di lavoro era sparita dopo quello che era successo con Heeseung. Continuava a guardarsi la mano destra e a pensare che quella era la mano con cui aveva sentito il battito del suo cuore. Quello, per lei, era stato il contatto fisico più bello che avessero mai avuto — il che era alquanto strano dato che ne avevano avuti altri anche più "profondi" (come gli abbracci o le carezze sulle labbra).

   Eppure per Aeri era come se lo avesse toccato dall'interno, come se la sua mano fosse andata oltre la maglietta e la pelle del ragazzo e avesse raggiunto il suo cuore per davvero. O forse aveva questa idea perchè esso batteva con una forza immensurabile? Non poteva saperlo, ma le piaceva pensare che quello fosse stato il loro momento più magico da quando si conoscevano.

Il giorno successivo si sveglió emozionata come non mai, si sentiva come se fosse il suo primo giorno di scuola — ovviamente nel periodo in cui ancora non soffriva di ansia sociale — solo che era all'università. Si preparó alla velocità della luce e si diresse lì quasi saltellando per strada dalla contentezza.

   Era contenta per tanti motivi: con l'ansia sociale stava decisamente meglio e per questo voleva cercare di aprirsi di più con gli studenti dei corsi che seguiva; ora avrebbe passato più tempo con Heeseung (anche se era consapevole del fatto che avrebbero avuto gli occhi di tutti addosso, ma poco le importava, ora voleva solo godersi la sua felicità); e infine era contenta di poter proseguire con gli studi delle lingue — che tanto amava — e fare dei passi in avanti verso la laurea (nonostante fosse ancora presto per lei, che aveva solo 19 anni).

Dall'altro lato c'era Heeseung, anche lui ancora molto preso mentalmente dalle emozioni della sera precedente. Ma per lui quella era una mattina come tutte le altre, siccome ancora non sapeva che Aeri sarebbe tornata all'università, quindi si aspettava la ormai risaputa situazione in cui il solito gruppetto di persone lo accoglieva non appena faceva il suo ingresso nel giardino dell'istituto e in cui si ritrovava a dover spezzare il cuore di qualche povero malcapitato. Quando da piccolo sognavo di essere famoso, cazzo, non intendevo questo...

Sbuffando e indossando sul volto il sorriso più falso che aveva, attraversó quell'ammasso di gente, permettendo foto e persino qualche autografo. Beh, questo è già più vicino all'idea di famoso che una persona normale dovrebbe avere. Oltrepassata la folla, finalmente vide Jay accorrere in suo aiuto in quella noiosissima giornata.

«Heeeey cos'è quel muso lungo?» esordì il biondo mettendogli un braccio attorno alle spalle.
Heeseung distolse lo sguardo e si mise a braccia conserte, senza proferire parola.

«Beh? Non mi merito neanche un "buongiorno"?» insistè l'altro.

«Non lo è, ma te lo dico per educazione» il maggiore strinse le labbra «Buongiorno Jongseong»

«Ma sì che lo è, la giornata deve ancora sbocciare! Sono sicuro che sarà fantastica»

«Come mai siamo così felici stamattina? Cos'hai fatto ieri sera? Non avevi il diciottesimo di tua cugina?» chiese poi Heeseung guardandolo divertito.

«Sì, mah...comunque niente» tiró su col naso, togliendo il braccio dalle spalle dell'amico per stiracchiarsi «Non me lo ricordo in realtà» ridacchiò.

«Cazzo Jay» si fermó e lo guardó «Ti sei ubriacato?»

«Mmmmh forse» mormoró, finendo di stiracchiarsi.

«FORELSKET: L'Euforia Di Innamorarsi» ;; LHS. enhypenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora