27. «Sei un angelo Aeri»

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«Allora, cosa ne pensi? È figo, eh?» chiese Jay mostrando una foto del suo outfit per la festa.

«Questo blu scuro farà innamorare Jungwon ancora di più» Heeseung gli diede una gomitata per prenderlo in giro.

«E tu, piuttosto, hai già deciso cosa indossare per l'occasione in cui Aeri scoprirà chi sei?»

Il moro gli pestó un piede, provocandogli un urletto di dolore «Attento a come parli, ti ricordo che siamo dentro l'università» riprese parola dopo alcuni secondi «Comunque venerdì andrò dal parrucchiere, non ne posso più di questi capelli scuri»

«Oddio, cosa vuoi fare?»

«Eheh, è un segreto. Spero solo di non pentirmene»

«Andiamo Hee, un cambio di colore di certo non ti impedirà di avere tutti ai tuoi piedi» ridacchiò.

«Smettila Jay» lo rimproverò, svoltando a destra per entrare nell'aula di psicologia.

«Dove vai? La lezione comincia tra 10 minuti!» gli fece notare Jay rimanendo lì impalato. Avrebbe voluto passare gli ultimi minuti con Heeseung, siccome lui non frequentava il corso di psicologia e lo avrebbe rivisto solo tre ore dopo, al corso di musica. Ma Heeseung era scocciato per il comportamento un po' infantile del suo migliore amico, quindi pensó bene di piantarlo in asso.


   Quel lunedì Aeri aveva messo piede all'università con una mentalità un po' diversa: era ancora molto felice per quello che era successo il sabato a casa del suo cuginetto, perciò era come se l'ansia fosse un po' più placata.

La mattinata passó velocemente e, tuttavia, studiando prima una lingua e poi l'altra, la sua mente, concentrandosi sullo studio, non era stata distratta dal ricordo dei bei momenti passati quella sera. Così, allo scoccare dell'una, l'ansia si ripresentó improvvisamente. La giornata universitaria era finita e doveva riattraversare tutto l'istituto per poter tornare a casa.

Mentre camminava frettolosamente, chiedendosi in continuazione perché l'ansia fosse ritornata tutt'a un tratto, si ricordó che Heeseung, a quell'ora del lunedì, era solito cantare nel cortile dell'università. Quindi, come se non avesse più paura, si diresse in quella direzione, desiderosa sia di vederlo — siccome stranamente non si era presentato al corso di inglese — sia di ascoltarlo, perché sapeva bene che effetto avesse quella voce su di lei.
Una volta arrivata, lui era lì, al centro, a cantare per tutti i presenti una canzone che Aeri, però, non conosceva. Eppure suonava così bene tra le sue labbra...

Ad un tratto lui notó la sua presenza e le sorrise leggermente, dato che stava cantando. Avrebbe voluto guardarla fino alla fine della canzone, ma ció avrebbe potuto metterla in soggezione: tutti se ne sarebbero accorti e avrebbero guardato nella stessa direzione in cui guardava lui.

Lui, peró, non avrebbe mai smesso. Cantare era la sua vita, ma cantare per lei, sapendo quanto ciò l'aiutasse, era la cosa che lo rendeva più felice al mondo. Gli dava quel senso di pienezza, di completezza che solo la felicità per aver fatto qualcosa per la persona di cui siamo innamorati ci puó dare. E sì, Heeseung lo era. Per la prima volta stava provando quella che per lui, ora, era l'emozione più travolgente. La sua vita prima di Aeri, per quanto fosse movimentata, era piatta e monotona. Ma quella ragazza era stata capace di sconvolgergli il cuore, facendolo finalmente sentire vivo.

Appena Heeseung finì di cantare, Aeri si apprestó ad andarsene velocemente per evitare il movimento della folla, ma quel lunedì le cose erano destinate ad andare diversamente.

«FORELSKET: L'Euforia Di Innamorarsi» ;; LHS. enhypenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora