42. «Sono ancora un bambino, Aeri»

510 46 11
                                    

   AERI AVEVA IL cuore spezzato per la triste storia che Heeseung le aveva appena raccontato, ma allo stesso tempo apprezzava che si fosse aperto così tanto. Si chiedeva se anche lei sarebbe mai stata capace di fare lo stesso con lui un giorno...

«Heeseung io...» sollevó la testa dalla sua spalla per incontrare il suo sguardo: avevano entrambi gli occhi lucidi «Non so che cosa dire. Sono esterrefatta da ció che ho appena ascoltato e mi piange il cuore nel sapere che hai passato tutto ció. Mi credi? Non lo avrei mai detto. Eppure è vero: sono proprio le persone che hanno sofferto di più a nasconderlo meglio» strinse le labbra, dispiaciuta «E sai, mi sono rivista in alcune cose che hai menzionato. Ovviamente ora non accadono più, ma prima sì. Mi dispiace così tanto Heeseung, davvero, è indescrivibi-»

«Hey» la interruppe, incontrando di nuovo il suo sguardo «Non pensarci più, okay? Te ne ho parlato perchè volevo aprirmi con te al riguardo. Ma ora sono qui e sto bene. Sono una persona nuova, più forte, più sicura. Non sono più quel ragazzino che cercava l'amore nella fugace bellezza altrui»

Aeri rimase in silenzio fissando lo sfarzoso tappeto che copriva buona parte del pavimento del salotto; poi cambió un po' discorso «Hai parlato di una frase di quella canzone e hai detto che te la ricordi ancora...posso chiederti quale fosse?»

«Oh...» abbassó lo sguardo sorridendo per l'imbarazzo «Era qualcosa come 'You're precious to the point it would be a waste to just say "you're beautiful" '»

«Uhm, ho capito...e la melodia invece? Te la ricordi?»

«Oddio, beh...aspetta» si alzó dal divano, interrompendo delicatamente il contatto fisico con lei, e si diresse verso il pianoforte, dove si trovava il suo raccoglitore con tutti gli spartiti musicali che aveva accumulato nel tempo, tra cui anche una bozza di quella melodia composta anni prima «Eccolo qua, sapevo di averlo ancora» lo rispolveró e si sedette al piano, iniziando a leggere le prime righe del pentagramma.

   Aeri intanto, emozionata di vederlo nel suo mondo, si alzó e si avvicinó allo strumento per guardare meglio. Fu inevitabile che apparve un sorriso fiero sul suo volto.

«Era una cosa del genere» disse un po' insicuro e poi inizió a suonare, inserendo anche la frase in questione. Era una melodia dolce e fluida, una di quelle che ti coinvolge l'anima dall'interno e sembra capace di fartela uscire dal petto, non con la forza, bensì con attenzione e cautela. Con grazia. E poi che dire della sua voce? La frase duró solo per pochi secondi, eppure essa — la voce — era così autentica che sarebbe stata capace di diffondersi negli anni, nei millenni.

«È...è bellissima» ammise la ragazza, mettendosi dietro di lui in piedi e posizionando le mani sulle sue spalle, accarezzandole «Avresti dovuto finirla. Voglio dire, non necessariamente per qualcuno. Finirla per te stesso»

«È un po' complicato. Non scrivo più canzoni d'amore, dato che ho completamente perso l'ispirazione per farlo. Peró...» si giró verso di lei, guardandola dal basso; poi si spostó più a sinistra, facendole spazio sul sediolino del pianoforte «Vieni qui»

Senza farselo ripetere due volte, Aeri prese posto vicino a lui e lo guardó confusa e divertita al contempo «Guarda che io non lo so suonare eh»

«Tranquilla, devi solo rimanere qui» sussurró, ricominciando a suonare la melodia da capo, ma stavolta, quasi come ispirato dalla sua musa, cambió una parte della frase «You're precious to the point it would be a waste to just say...I love you»

«FORELSKET: L'Euforia Di Innamorarsi» ;; LHS. enhypenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora