Cincinnati, Ohio, un anno prima, 2018
Helena Ronan entrò come una furia nella stanza e con uno sguardo torvo fece mettere tutti sull'attenti. Dirigeva con successo una delle squadre speciali del dipartimento di Cincinnati, nonostante fossero solo cinque elementi, e si occupava per lo più di traffico di stupefacenti sotto copertura. L'agente di punta della squadra, ovvero la persona che solitamente andava effettivamente sul campo - a volte accompagnato - si chiamava Noah Makhale, era il più giovane tra loro e forse il più intelligente, ma di questo Helena non era sempre convinta, e in quel momento era in piedi davanti a lei accanto alla propria scrivania con l'ennesimo caffè della giornata e la sua solita espressione da schiaffi.
"Brutta giornata?" Le domandò sorridendo.
"Non come quella che stai per avere tu. Anzi tutti voi."
"Che succede, capo?" Mackanzie, il più anziano in squadra, sia per esperienza sia per anni di servizio, prese posto. Se Makhale era lo studente che sedeva sempre in ultimo banco e disturbava durante la lezione, Mackanzie era quello in prima fila che alzava sempre la mano e usciva volontario alle interrogazioni.
"Sapete tutti che Alberto D'Amato è finito in clinica qualche giorno fa. Ora, pare che la situazione sia molto grave, motivo per cui abbiamo un altro problema."
"Il cambio della guardia?" Simon Nicholson sospirò dopo aver posto la domanda. "Per favore no..." Aveva un paio di anni in più di Makhale ed era l'unico che riusciva a sopportarlo abbastanza a lungo da lavorarci assieme ogni volta che risultava necessario e, non solo, i due erano anche migliori amici. Helena lo sapeva quando aveva accettato di prendere Noah in squadra: lui e Nicholson erano amici di vecchia data, si erano incontrati al college, poi si erano persi di vista - il più vecchio aveva fatto qualche anno nell'esercito - e infine ritrovati in Accademia. Lavoravano come un solo uomo, dove mancava uno l'altro riempiva il vuoto.
"Esatto. Come sapete, D'Amato senior ha due figli e attualmente non sappiamo chi dei due prenderà il suo posto, anche se probabilmente si tratterà del maggiore. Anita D'Amato è fuori di radar da un po'..."
"Anita non è sposata con quel politico? Ha avuto anche un figlio poco tempo fa." Joyce era l'unica donna della squadra, escludendo lei, e sarebbe stato assurdo dire che non ci fosse un certo livello di cameratismo tra le due. Lei e Makhale avevano un anno di differenza e Helena pensava che Joyce fosse più che interessata all'altro, ma non si era mai fatta influenzare dalla cosa a livello professionale.
Nonostante la mancanza di un elemento, elemento che avevano perso ben inteso, riuscivano comunque a lavorare in modo più che affiatato. "Sì, infatti. Pensiamo che sarà Cato Leone a prendere il posto di suo padre."
Makhale ridacchiò divertito. "Meow." Soffiò facendo quasi soffocare Nicholson con il proprio caffè.
"Makhale." Helena si voltò di scatto dopo aver appeso la foto di Cato alla lavagna.
"Si, capo?"
"Hai detto qualcosa?"
"Assolutamente no. È lui?" Domandò indicando la foto. "Carino."
"Si? Ti piace? Indovina chi dovrà scoprire se abbiamo ragione e cosa intende fare con i traffici del padre! Una scusa per avere un appuntamento con lui, no?" Si voltarono tutti verso di lui.
"Non è il mio tipo, non mi piace il suo nome." Borbottò lui.
"Andrai lo stesso. Hai già lavorato con i D'Amato, sei ancora in contatto con il tuo uomo?"
"Posso fare una telefonata per averne la certezza."
"Benissimo, tiriamo fuori Rafael, Makhale. Lo conosciamo, sei pratico e loro lo conoscono. Vogliamo solo capire chi prenderà il posto, quando e cosa intende fare. Chiaro?"
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Unfamiliar - The missing piece
Short StoryA quindici anni un agente di polizia gli aveva detto che con le sue capacità - tra le quali una discreta intelligenza, un notevole intuito, una buona dose di sfrontatezza e di coraggio e una memoria ferrea - Noah sarebbe potuto diventare un perfetto...