Drowning

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2018



Parte seconda

Quei tre mesi di frequentazione con Michelle, ovviamente in totale segretezza, nei posti più disparati, quasi sempre la sera, a volte erano stati accompagnati dalla presenza di Cato.
L'uomo forniva le stanze ai due, assicurandosi che fossero posti sicuri e lontani da occhi indiscreti, ma non sempre li lasciava da soli. Michelle gli chiedeva di rimanere, a patto che i due non si picchiassero, e lui lo faceva, certe volte prendendo parte anche all'atto come era accaduto la prima volta, ma senza mai alzare un dito contro Mac o toccarlo durante il sesso come lui aveva chiesto e Mac faceva lo stesso, anche se Cato non si sarebbe opposto se l'altro avesse voluto interagire un po' di più con lui.
Dopo le prime volte la tregua era diventata più una sfida a chi avrebbe ceduto per primo. Michelle aveva parlato con entrambi separatamente perché aveva letto i loro sguardi e sapeva quanto fossero attratti l'uno dall'altro, tanto che a volte pensava di essere lei il terzo, ma nessuno dei due si era arreso.
Ciò nonostante li aveva trovati più volte a parlare insieme e con toni molto pacati, magari mentre fumavano una sigaretta o bevevano qualcosa. L'atteggiamento di entrambi era molto cambiato, pur essendo sempre sul chi vive e lei avrebbe voluto davvero tanto vederli fare sesso insieme, lo aveva detto, ma nessuno dei due era stato disposto ad accontentarla a riguardo.

Mac aveva avuto modo di capire che Cato era ben diverso da come appariva di solito. Il rapporto con Michelle gli era ancora un po' oscuro, lei non ne voleva parlare e a Cato non aveva nemmeno provato a chiedere, ma i due provavano un profondo affetto l'uno per l'altra e l'uomo si preoccupava moltissimo per lei e per la sua sicurezza. Aveva scoperto dei lati dell'uomo che invece che mostrarlo più antipatico e fastidioso, lo avevano solo reso ancora più attraente di prima. E quello era un enorme problema perché era certo che, se avesse ceduto, non sarebbe facilmente tornato indietro.

Mac scese dall'auto smettendo di pensarci e assicurandosi di avere il cappellino ben calato, il cappuccio e la sciarpa a coprire quasi interamente il proprio viso. Uno degli uomini di Cato lo aspettava all'ingresso e lo accompagnò alla stanza, davanti alla porta c'era come sempre Tommaso che lo perquisì.

"Comincio a pensare che ci provi gusto, Totoro." Gli disse sorridendo. Lo faceva ogni volta, ma era una proforma perché dopo le prime volte non lo aveva mai disarmato. L'unica cosa che toglieva era il cellulare.

"Puoi andare, Rafael." Gli aprì la porta senza commentare e la richiuse alle sue spalle. Lo chiamava così più come presa in giro.

Mac si sfilò la giacca, la sciarpa, il cappuccio e il cappellino e anche le scarpe stiracchiandosi. "Pri- dov'è Michelle?"

Cato era in piedi, elegante come sempre, davanti alle finestre e sorseggiava qualcosa con un'espressione pensierosa. "Buonasera anche a te, Noah."

"Sì, buonasera." Si ostinava a chiamarlo per nome, gli aveva chiesto di non farlo, ma dopo le prime volte aveva perso la pazienza e lo aveva lasciato fare. E il problema era che gli piaceva. "Cosa ci fai tu qui?"

"Devo parlarti e ho preferito incontrarti di persona. Siediti, vuoi bere qualcosa?"

"Sì e possibilmente deve essere forte a seconda di quanto è grave."

Cato fece una risatina voltandosi finalmente a guardarlo. Rimase immobile qualche secondo senza togliergli gli occhi di dosso, ormai aveva smesso anche di provare a fingere.

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