Time out

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2019

"Ora devi dirmi cosa ci facevi all'Hilton."

Mac sollevò lo sguardo dal bicchiere pieno di caffè con una smorfia. "Dopo."

"No, Mac. Adesso. Siamo amici prima che partner. Cosa ci facevi lì?"

"Colazione." Borbottò lui continuando a bere.

"Ah sì? Quindi se vado lì di fronte e chiedo di te mi confermeranno la tua versione?"

Mac sospirò socchiudendo gli occhi e massaggiandosi le tempie. "No, va bene. Avrei dovuto fare colazione, ero lì, ho sentito l'allarme suonare. E questo è esattamente quello che ho detto alla Ronan. Non c'è altro."

"E perché io non ti credo?"

"Forse dovresti dirmelo tu, Nick. Io non riesco nemmeno a tenere gli occhi aperti."

"Appunto. Questo è il motivo."

"Sì, ero fuori. Sono stato fuori tutta la notte. Volevi sentire questo?"

"Eri con chi penso?"

Mac annuì con uno sbadiglio. "Volevo tornare prima, ma ho fatto tardi." Si sentiva sfinito. Ora che l'adrenalina era scomparsa il suo corpo gli stava facendo sentire la notte insonne.

"E come la prenderesti se ti dicessi che sono preoccupato?"

"Ti direi che lo capisco, ma non saprei che dirti per tranquillizzarti se non che sto bene. Non ho quindici anni, Nick. Sono un uomo adulto, single, vivo da solo, pago le tasse e ho un lavoro. Sono solo un po' stanco."

"E perché non vuoi dirmi di chi si tratta?"

"Esattamente per il motivo per cui pensi che non voglia dirtelo. È meglio che tu non lo sappia e ti prego di non seguirmi e non cercare di scoprirlo. Uno perché so cosa sto facendo e due perché non è niente di importante."

"Mi hai appena detto di non indagare, Mac. È più importante di quanto pensassi. Sei davvero sicuro di sapere cosa stai facendo?"

"Sì, Nick." Disse guardandolo negli occhi. "Sto bene, amico. Davvero."

Lui annuì, ma non fece in tempo a rispondere perché una mano si appoggiò sulla spalla di Mac e la strinse: "Nel mio ufficio."

"Capo?"

"Non farmelo ripetere." Helena lo lasciò andare e si avviò verso l'ufficio. "Makhale."
Mac era confuso, ma si alzò e la seguì ignorando lo sguardo del partner: "Chiudi la porta" si sentì dire appena entrò. Era una cosa seria allora. "Capo?"

"Vorrei che mi spiegassi cosa è successo."

"Pensavo di averlo già fatto. Ero lì, ho sentito l'allarme e-"

"Makhale, sai benissimo che ho un'altissima tolleranza per le tue cazzate, ma non provare, non ci devi nemmeno pensare, a mentire a me. Dimmi cosa è successo."

Mac esitò qualche secondo. Quello poteva essere un problema, un enorme problema. "Ero lì, ho sentito -"

"Makhale!" Lei si alzò in piedi di scatto.

"Ma è la verità! Ero lì." Ripeté. "Ero...Ero lì. Nell'edificio. - specificò - Stavo andando via, ma ho sentito l'allarme, così sono rientrato e ho visto i tizi sospetti e armati e così ho chiamato il nove uno uno e -"

"E poi hai pensato di tornare dentro invece che aspettare, vero?"

"Volevo dare una mano a evacuare, chiunque abbia attaccato l'allarme -"

"Non sei stato tu, quindi."

"Perché avrei dovuto?"

"Per creare un diversivo e fare confusione."

Unfamiliar - The missing pieceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora