Can you feel my heart?

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Il giorno successivo, a Columbus

Cato aveva passato giorni interi a interrogarsi sulla frase che Noah aveva detto prima di andarsene. Non voleva coinvolgerlo nella propria vita, non voleva che ci finisse in mezzo perché era certo che sulla bilancia quello che lui avrebbe perso sarebbe pesato molto meno rispetto a ciò che avrebbe perso Noah.
Era tornato a casa, nella sua casa di Columbus, il giorno dopo, senza nemmeno aspettare il mercoledì, senza riuscire a togliersi dalle spalle quel peso non indifferente. Sapeva che aveva due alternative per proteggerlo, ma entrambe erano difficili da scegliere: poteva andarsene, sparire, lasciare che Noah si trovasse qualcuno per cui valesse davvero la pena lottare e non per lui, o poteva cercare di tirarsi fuori dal proprio accordo.

Cato aveva iniziato parecchi anni prima a fornire informazioni all'FBI in cambio di alcune libertà. Libertà che lui, ben inciso, non aveva mai voluto prima, tant'è che si era tenuto ben lontano dagli Stati Uniti per anni. Lo avevano raggiunto poco dopo la morte della madre, nel momento in cui lui aveva deciso che avrebbe fatto qualsiasi cosa per rovinare suo padre, per indagare a riguardo e gli avevano proposto un accordo: incastrare Alberto  e i suoi e uscirne immacolato.
Aveva accettato senza nemmeno rifletterci su, Tommaso aveva continuato a seguirlo senza nemmeno fare una piega e Cato aveva cominciato quella lunga collaborazione, mostrando un lato di sé che il padre voleva vedere per guadagnarsi la sua fiducia: aveva dovuto cominciare dal basso - così voleva lui - fare esperienza, fino a quando non era arrivato ad avvicinarsi abbastanza. Aveva partecipato, aveva visto persone morire e venire torturate, ci erano voluti anni, ma alla fine ci erano andati vicini, prima che suo padre morisse. A quel punto aveva creduto che lo avrebbero lasciato andare, ma si era illuso; rimaneva un D'Amato e come tale una sorta di faro per ogni organizzazione criminale, l'FBI aveva quindi deciso che voleva di più e ne avevano fatto la propria lanterna nella notte per attirare le falene e bruciarle.
Rafael Rojas era finito nel loro mirino, senza che loro sapessero che fosse un poliziotto sotto copertura e non un vero trafficante e insieme a lui altri che erano poi misteriosamente spariti.

Cato, però, era stanco di fare quella vita. Cominciava a invecchiare, voleva una vita normale come quella di tutti, non gli importava affatto dei soldi, non gli importava di proteggere la città, lui aveva voluto solo pulire il nome della propria famiglia, ma quel loro accordo si era trasformato in un serpente che si mordeva la coda. Più lui faceva più loro chiedevano e la verità era che finché non aveva incontrato Noah non aveva mai pensato di poter avere una vita normale.
Ma aveva assaggiato cosa significava avere una relazione reale di nuovo, una relazione con qualcuno di cui si era veramente innamorati - cosa che forse non era stato con la sua ex moglie - qualcuno a cui dare tutto, qualcuno da proteggere, aveva assaggiato quella normalità che aveva desiderato per tutta la vita e aveva scoperto con orrore che non poteva farne a meno. Quei due giorni poi erano stati il colpo di grazia. Finché si erano trovati negli hotel era sembrato tutto un breve flash, qualcosa di fugace, rubato. Quella brevissima parentesi di quotidianità gli aveva fatto capire cosa desiderava davvero e Cato voleva invecchiare con Noah.

"Capo?"

"Dimmi, scusami. Non ti stavo ascoltando."

"Si, lo so, ho notato."

Cato sospirò tenendosi la testa tra le mani. "Non so cosa fare."

"Riguardo a cosa?"

"Riguardo a tutto, Tommaso. Sono così stanco di andare avanti così."

"E lui c'entra?"

"Solo in parte. Lui è...chiamalo pretesto, va bene?"

"Come preferisci, a me piace, è meglio di come sembrava all'inizio."

Unfamiliar - The missing pieceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora