Tw: presenza di scene sensibili - utilizzo di droga e morte. Non sono scene pesanti però è necessario che pensiate prima alla vostra salute se certe scene sono troppo forti per voi. Nel caso non ve la sentite di leggere vi farò io stessa un riassunto togliendo le parti indesiderate. <|3
Ogni secondo che passa, le pareti di quell'edificio sembra sembrano restringersi, facendo sentire minuscolo Simone, che si trovava al loro interno. Sembra vogliano inglobarlo tra i mattoni, facendolo sprofondare nel cemento, così da ridurlo al nulla più totale.
Ed è così che si sente adesso: il nulla più totale.
Avrebbero potuto prenderlo a botte e non avrebbe sentito niente. Si sente un puntino indefinito nell'universo cosmico. Praticamente una nullità.
Si trova all'interno del liceo Kennedy dove ha studiato Manuel. Sta seduto su degli scalini in uno scantinato affiancato dal fratello.
Nessuno dei due riesce a spiccicare mezza parola perché ancora troppo scossi dal turbinio che si è sollevato nelle loro vite in così poco tempo.
Davanti ai loro occhi c'è una porta bianca con su un'etichetta con incisa la scritta psicologo.
Simone, in realtà, non sa nemmeno perché si trovi lì: Jacopo gli ha detto che avrebbe fatto bene ad entrambi parlare con qualcuno, quindi l'aveva assecondato senza fare troppe storie.
Per il gemello è stato un grande sforzo trovarsi lì, facendo risalire dal passato lo spettro che tanto aveva voluto nascondere. Simone aveva bisogno di parlare con qualcuno di esperto per risolvere i suoi grattacapi: da solo non ci sarebbe mai andato, quindi Jacopo si era sacrificato per il suo bene. Come ha sempre fatto d'altronde.
"Simo."
"Mh?"
"Se non te la senti ce ne andiamo. Mamma e papà stanno fuori, lo sai."
Simone scuote la testa, convito che sia necessario mettere un punto a quella situazione. Alzarsi e andarsene avrebbe significato lasciarsi vincere dalle proprie paure, scappando a gambe levate come sempre. E non gli andava più di scappare. Basta.
La vita era un'avventura da vivere, non un problema da risolvere eppure vederla diversamente da un enorme quesito era alquanto improbabile per Simone. I guai erano sempre dietro l'angolo difatti ogni volta che ne risolveva uno, ecco che ne arrivava immediatamente un altro a sostituirlo.
La felicità sembra non esistere per lui o, comunque, non riuscire mai a goderne in maniera esaustiva.
Anche Jacopo sta in silenzio; per la prima volta non ha niente da dire. Continua a guardarsi le scarpe. Addosso ha un certo caldo, che non è da ricondursi al crescente calore che in quei giorni aleggiava per Roma, ma piuttosto trova la propria fonte in quel che sarebbe successo di lì a poco. Avrebbe snocciolato nuovamente la cruda verità, trovandosi obbligato a ripercorrere dei ricordi amari, che tanto avrebbe voluto cancellare, se solo avesse avuto una cimosa per rimuovere un determinato lasso di tempo.
L'attesa è straziante e ogni secondo sembra durare un'eternità.
Adesso Simone si rigira il cellulare tra le mani: sembra sul punto di fare qualcosa — come scrivere a qualcuno, ad esempio — però alla fine chiude la schermata non concludendo niente.
"Non fai prima a scriverlo un messaggio? Lo schermo non lo farà al posto tuo."
Simone sobbalza e per poco l'oggetto del discorso non cadde a terra. "Che — che messaggio dovrei scrivere .." bofonchia.
"Se lo sai te" fa spallucce, poi gli tira una lieve gomitata "A chi hai spezzato il cuore sta volta?"
"Perché pensi sempre che debba scrivermi con qualcuno" sbuffa Simone, mandando gli occhi al cielo. "A chi mai potrei rompere il cuore io? Nessuno si innamorerebbe di me."
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Fil Rouge
FanfictionIl destino gioca con noi come un puzzle. Puoi passare la tua intera vita, cercando di incastrarla alla perfezione con quella di altri. Ad un tratto avrai anche l'impressione che l'incastro funzioni, ma è proprio in quel momento che incontri il pezzo...