Epilogo

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Cancun,
10 agosto 2025.

Nessuno ci avrebbe mai creduto davvero che Manuel e Simone avrebbero raggiunto il Messico, come tanto desideravano.

Eppure eccoli lì: seduti su quella tovaglia a scacchi rossa e bianca ad aspettare le stelle.

Simone ha fatto l'esplicita richiesta di recarsi a Cancun per la settimana di San Lorenzo; vuole sapere se le stelle cadono anche da quel cielo e, soprattutto, se suo fratello li avrebbe seguiti anche a migliaia di chilometri di distanza e sette ore di fuso orario.

Manuel si è portato la chitarra con sé, perché ha promesso al suo Simone di cantargli in riva al mare tutte le canzoni che avrebbe voluto; il tutto dopo aver fatto surf, con i rimasugli di salsedine tra i capelli come si vede nei film hollywoodiani.

Il giorno seguente si sarebbero imbarcati per tornare a Roma, eppure un pezzetto del loro cuore era rimasto intrappolato tra quei bianchi granelli di sabbia e le agitate onde del mare.

"Che mi canti stasera?"

"Olimpico 2023, un faro bruciato e biretta a Trastevere" Manuel da abbastanza indizi "Chiudi l'occhi, se non te ricordi — te tocca indovinà".

Simone annuisce anche se, ovviamente, ricorda per filo e per segno quel concerto, come tutti gli altri momenti passati con Manuel — parla del concerto dei Modà, deve solo indovinare quale delle numerose canzoni del loro repertorio avrebbe preso.

Una mezza idea ce l'ha però preferisce non farsi aspettative così da avere una bellissima sorpresa dopo. Anche se, a dirla tutta, in compagnia di Manuel era sempre tutto magico ed emozionante.

Come lui.

Simone ammira il mare e da le spalle al fidanzato che, rumorosamente, sta architettando qualcosa.

"Che stai a fa?", domanda curioso.

"Niente" divaga "Damme ancora cinque minuti, sto accordando la chitarra".

"L'hai fatto prima in camera. Dimmi la verità."

"Abbi pazienza ... se non mi distrai faccio più veloce e te tieni l'ansia meno tempo."

Al che Simone tace e tende le orecchie per provare a capire cosa stia architettando l'altro. Non può star allestendo qualcosa di grande: si sono reati in spiaggia con un solo zaino da mare e ... ora che ci pensa, il suo ragazzo aveva anche un busta color cenere tra le mani.

Perché non ci ha sbirciato dentro?

La prima cosa che sente su di sé sono le labbra di Manuel, dolci e soffici, tant'è che non riesce nemmeno a ricordarsi a cosa stesse pensando poco prima.

Accade sempre così: è sufficiente un tocco del ragazzo moro per fargli perdere la ragione. Due mani che si sfiorano e la legge morale va a farsi benedire, era sempre stato così con loro, anche quando non lo sapevano.

"Tieni ancora gli occhi chiusi."

"E per quanto?"

"Finché non ti dico di aprirli."

Manuel si alza e compie qualche passo alla destra del corvino: impugna la chitarra e lascia cascare il telefonino sul telo; a dirla tutta non ama riprendere certi momenti, poi questa occasione è troppo importante per metterla sotto ad occhi terzi, è molto meglio lasciar che si disperda nel vento dopo che avrà imparato l'indirizzo dei loro cuori.

Un po' gli tremano le gambe, e anche la voce, pure il braccio e, a tratti, diventa davvero difficile respirare.

"Resto fermo tra le onde

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