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<<Avanti, parla>> lo incitò con lo sguardo, dura e distante.

Alexander deglutì, carezzandosi nervosamente i capelli castani sulla nuca. <<Mi dispiace per... beh, lo sai.>>

Perla assottigliò lo sguardo. Non lo aveva mai sentito chiedere perdono a nessuno. Restò internamente colpita, ma la sua espressione rimase la medesima di qualche istante fa. <<No, non lo so>> incrociò le braccia al petto.

Apparentemente la rabbia nei confronti di Andrew passò, dimenticando il precedente litigio.

Sbuffò. <<Sono stato uno stronzo, d'accordo? Non dovevo urlarti contro.... Ho perso il controllo di me stesso.>>

Perla lo scrutò per qualche istante, notandolo leggermente arrossito sul viso. Era sincero. Sospirò <<Non fa niente.>>

Alexander ficcò le mani nelle tasche dei jeans, rilassando i muscoli dal sollievo.

<<A proposito, che ci facevi nascosto dietro l'angolo?>> si avvicinò lentamente, dubbiosa.

Colto in flagrante, si ritrovò a boccheggiare. Evidentemente nessuno era mai riuscito a scoprirlo mentre era in corso una delle sue sciocchezze. Dunque, l'imbarazzo lo assalì fino agli occhi.

<<Di che stai parlando?>> chiese fintamente indifferente.

Perla inarcò un sopracciglio scettica. <<Che fai adesso mi prendi in giro? Stavi chiaramente  origliando.>>

Alexander deviò il discorso. <<Tu, piuttosto, non dovresti trattare gentilmente il tuo ex dal momento in cui ti ha tradito per... tua sorella>> indurì la mascella infastidito.

<<Ti dispiacerebbe farti gli affari tuoi?>> lo sorpassò dopo avergli lanciato un'occhiataccia e si diresse verso la porta di casa.

Alexander la seguì <<Non credo proprio.>>

Si bloccò sul pianerottolo, sentendo le urla dei suoi genitori come schiamazzi fin oltre la strada. Alzò gli occhi al cielo e sospirò esasperata.

Alexander rimase dritto dietro di lei, rimase in silenzio, abbassando lo sguardo sulla sua figura minuta e udendo quelle strilla incessanti.

Non osò aprire bocca. La vide irrigidirsi.

<<Sei sicura di voler rientrare in casa?>> chiese piano, scrutandola attento.

Perla si voltò, incontrando i suoi occhi come calamite. Erano talmente belli e incantevoli... tanto che non fece neanche più caso al resto del mondo.

Passava lo sguardo da un occhio all'altro, non le bastava mai. Non riusciva a distogliere lo sguardo.

Li notò addolcirsi per una frazione di secondo, poi Alexander senza dire una parola le prese la mano trascinandola con sé fin dentro la sua macchina.

Le loro mani erano ancora unite tra loro e Perla non fece altro che guardarle ammaliata. Il palmo era caldo e confortante. Un tocco famigliare, come una scossa. Esattamente come quella volta in cui gli aveva preso una mano per implorarlo ad aiutarla con lo studio. Sentiva la stessa sensazione.

Alexander Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora