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La serata era andata avanti tra chiacchierate, risate, discussioni e tanto alcool che veniva servito prontamente al loro tavolo.

Perla ne aveva approfittato per assaggiare quei cocktail e tutti quelli che aveva provato erano dolci e squisiti. Di solito lei non beveva o comunque, se si trovava ad una festa qualunque, dipendeva tutto dal suo umore e se era tranquilla si limitava a bere qualche bicchiere, mentre se era nervosa esagerava ben volentieri.

Michael non le aveva più tolto il braccio dalle spalle dopo che Alexander aveva provato ad attaccare briga e non aveva fatto altro che sussurrarle nell'orecchio di quanto inquietante il suo sguardo fosse puntato su di lei.

Ed effettivamente, tutte le volte che glielo diceva, Perla come per istinto alzava lo sguardo e si immergeva sempre in quelle pozze talmente limpide e profonde che le risultava difficile dover distogliere gli occhi dai suoi. Restava come incatenata al suo sguardo mentre il resto del mondo attorno a sé si spegneva gradualmente, finché non c'erano solo loro due, a qualche metro di distanza l'uno dall'altro a fissarsi senza stancarsi mai.

Era come una droga. I battiti del suo cuore aumentavano involontariamente senza che lui avesse fatto proprio niente, e si agitava per nessun motivo sotto i suoi occhi inquisitori.

Desiderava alzarsi da lì e raggiungerlo, sedersi sulle sue gambe e abbracciarlo.

Voleva sentire il suo buon odore che le scombussolava il cervello e le inebriava completamente i polmoni finché la sua fragranza non fosse rimasta permanente perfino sulla sua pelle.

Lo voleva baciare dappertutto, voleva averlo vicino, voleva parlargli e urlargli contro quanto fosse stato ingiusto nei suoi confronti, voleva confessargli che in realtà la storia con Michael era tutta quanta una finzione per cercare di ingelosirlo perché la verità era che quella situazione la opprimeva forte nel petto.

Lo desiderava davvero, ma non poteva farlo perché altrimenti avrebbe ammesso la sua sconfitta davanti ai suoi piedi e lui l'avrebbe derisa davanti a tutti senza il minimo ritegno. Perché più volte le aveva dimostrato che per lei, lui non provava niente e aveva paura di ritrovarsi nella stessa situazione se fosse riuscita a fare un passo avanti. In quel caso Alexander ne avrebbe fatti prontamente altri mille indietro e perciò non aveva intenzione di subire un'altra spaccatura profonda nel cuore.

Così, quando era arrivato il momento di andare a ballare, dovette distogliere lo sguardo dal suo e si alzò insieme a Michael per proseguire verso un'altra sala spaziosa più infondo al locale dalla quale proveniva della musica ad alto volume.

«Michael... non devi lasciarmi da sola neanche per un attimo» richiamò la sua attenzione guardandolo negli occhi.

Michael si accigliò «E tu come farai a stare da sola con Alexander?»

Perla scosse la testa freneticamente «No, non voglio rimanere da sola con lui. Ho paura di quello che potrebbe succedere dopo e conoscendomi cederei come un burattino a tutto quello che vorrà farmi, e io non voglio questo.»

«Perla, dovrai affrontarlo prima o poi...»

«Sì, ma non adesso.»

Michael sospirò profondamente «Posso rimanere con te per la maggior parte della serata, ma io devo riavere Daphne con me, capisci?»

Perla annuì sconfitta e al medesimo istante sollevata. Sapeva di avergli chiesto troppo, ma per lo meno non sarebbe rimasta subito da sola con Alexander.
Avrebbe rimandato a fine serata tutto quello che Alexander aveva in mente, di cui Perla non aveva la minima idea.

Alexander Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora