Epilogo. La leggerezza dell'Estate

2.3K 188 186
                                    

Lo sfregare della sabbia contro il tessuto interno gli dà fastidio. Quei granelli si sono insinuati in ogni piccola fessura pizzicandogli la pelle. Qualche goccia d'acqua, di tanto intanto, entra nel foro minuscolo in cui il suo corpo è inserito come un calzino. La sente sotto i piedi, accumularsi, e il cuore prende ad agitarsi.

- Stai tranquillo -.

La voce calda alle sue spalle lo rasserena. Il tempo di un'onda, però, perché la quantità copiosa di acqua che si è riversata ora sulle sue gambe sembra volerlo attirare verso il fondale.

Per un attimo chiude gli occhi: i raggi caldi del sole gli penetrano le palpebre chiuse. Ciò che vede è solo tanto giallo. Li sente scendere sul viso, sul collo, accarezzargli ogni lembo di pelle. Le temperature sono tanto alte che l'acqua salata gli si è già asciugata addosso e per qualche momento si lascia blandire dal tepore di quei raggi.

Si ferma, poggia i remi sulle gambe davanti a sé e si lascia cullare dalle onde del mare.

Simone l'ha capito, quindi rallenta, si ferma anche lui. Un gabbiano, in lontananza, garrisce con potenza. Per un instante copre il sole e l'ombra che proietta su di sé lo ridesta dallo stato ipnotico in cui si è lasciato trasportare.

Apre gli occhi e il blu trasparente dell'acqua ora fa meno paura. Sembra ancora volerlo inghiottire, ma sa che lo lascerebbe fare.

L'impatto dell'acqua contro la canoa sembra uno schiaffo contro di essa, allora allunga la mano.

L'acqua, però, sembra accarezzarlo. Non gli fa del male.

- Non ti può fare male - dice Simone, come leggendogli nei pensieri.

- Mancano altre venti vogate, siamo a metà strada -.

Il tragitto che percorrono insieme, chiusi nei due abitacoli della canoa unica che hanno affittato, è di breve durata. Manuel conta ogni remata per accelerare i tempi. Perché, anche se Simone è dietro di lui a rassicurarlo, pronto ad afferrarlo, continua ad avere paura.

Questa è una paura diversa però. Adesso, dopo aver iniziato la terapia, lui sa che le paure sono lì per essere affrontate. Anna, la sua psichiatra, glielo ripete ad ogni incontro.

- Immagina un piccolo genitore saggio dentro la tua testa. Qualcuno che non hai mai avuto, pronto a dirti che tu puoi farcela, che tu puoi affrontare ogni cosa. Sii tu il tuo genitore saggio -.

Ogni volta che gli sorride, con gli occhi lucidi di un colore azzurro intenso, Manuel si sente capito davvero da un adulto per la prima volta nella sua vita.

Se all'inizio aveva opposto resistenza, ed era stato Simone a dover chiamare per prenotare un appuntamento, ora Manuel è felice di andarci. È il mercoledì la giornata più facile della settimana, per lui.

Si alza di buon umore, prepara la colazione a Simone, che si sveglia sempre un po' più tardi perdendo le prime ore in Accademia. Di questo Manuel lo rimprovera. Ma rimprovera ancora più se stesso per non avere il coraggio di disturbare il sonno serafico del suo ragazzo.

Dopo aver tolto il disordine lasciato da Simone in casa come una scia, si dirige a piedi verso la sua terapista.

È una donna simpatica, dalla voce dolce e profonda, a tratti roca, e Manuel sente di volerle bene quasi come ad una madre.

Con la famiglia, Manuel ha chiuso ogni tipo di rapporto. Ma ha imparato che è meglio così, che non è il sangue a legare gli esseri umani. Manuel ha scoperto che, se è lui a permetterlo, ci sono persone pronte ad amarlo. Ha scoperto che può essere lui a scegliersi una sua personale famiglia.

E Simone è la sua famiglia.

Lui, Simone e i gatti, a cui finalmente è riuscito a dare un nome concreto. Se n'è aggiunto un altro: un regalo fatto per Manuel in un momento di buio.

Carboncini Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora