4

2.4K 116 34
                                    

Nove e trenta, lunedì.

Il tepore aveva riempito le pareti della stanza mentre l'acqua calda fluiva tra i capelli. Passai un'abbondante tempo in doccia, la sola idea della giornata che mi aspettava mi faceva venir voglia di seppellire il viso tra le mattonelle e non uscirne più.

Mi riflessi allo specchio, avvolto con solo un'asciugamano attorno ai fianchi larghi e snelli. Passai una mano sul volto stanco, le dita tatuate erano pallide a causa dell'eccessiva acqua.

Lasciai le ciocche umide sul viso ed uscì dal bagno, tornando in stanza. Nell'aprire la porta, Taehyung era lì in piedi a dare una sistemata generale al letto. Così sorrisi e mi avvicinai di qualche passo.

Parve accorgersi della mia presenza soltanto nell'istante in cui si voltò ed incrociò i miei occhi, che stavano appena divorando i suoi. Il suo sguardo ricadde presto in basso, tracciò la linea delle braccia possenti e scese fino al busto, poi voltò di scatto il viso dalla parte opposta.

«Vestiti in fretta, oggi hai gli allenamenti.» Potè scorgere un lieve rossore sulle sue guance e le labbra mi si incurvarono verso l'alto.

Un'altro passo avanti, poi un ennesimo. Il suo viso si voltò ancora una volta in mia direzione, deglutì piano ed ammirai il pomo d'adamo andare su e giù lentamente. La voglia di prenderlo tra le labbra mi invase la mente.

Con un gesto della mano lasciai scivolare l'asciugamano per terra e rabbrividì a contatto con l'aria fresca. I suoi occhi caddero veloci sul resto del corpo, un espressione quasi del tutto assente sul viso, come se stesse riflettendo sul da farsi.

Lo vidi sollevare una mano come a volermi accarezzare il petto, invece sorrise e mi sorpassò. Si mise dietro, poggiò entrambe le mani sulle spalle e premette, e lasciai che mi scappasse un gemito di piacere.

«Hai proprio bisogno di allenarti, non sembri essere in ottima forma.» E con lo stesso sorriso lasciò la stanza.

Dodici, lunedì.

Fu predisposta l'argenteria in tavola e cominciammo a mangiare nel più totale silenzio. A due sedie di distanza sedeva il padre di Jungkook, al suo fianco esso.

Alla seconda portata però il minore si alzò, si stirò le braccia tese per aria e si spostò di una sedia, quella affianco alla mia. Prese posto, con le gambe distese sotto il lungo tavolo vistoso e le mani di fianco al piatto.

Il moro si voltò, mi riservò un sorrisetto tutto denti e la sua mano si poggiò sulla mia coscia. La strinse leggermente tra le dita e teso, spostai lo sguardo su suo padre.

Tanto preso dal pasto che non si accorse neanche dello spostamento del figlio, così esso ne approfittò. Le sue dita snelle si spostarono verso il centro, solleticando la parte più sensibile.

Socchiusi gli occhi e trattenni per un istante il respiro, stringendo poi le gambe attorno alla sua mano. Ma non lasciò la presa, piuttosto il suo pollice premette sul rigonfiamento.

Afferrai il suo polso e lo tenni ben stretto, roteandolo verso il suo braccio. Trattenne un gemito di dolore e tornò con lo sguardo verso il piatto.

«Con permesso.» Mi alzai, feci un leggero inchino in direzione del Signor Jeon e trascinai suo figlio al mio fianco.

Lasciammo la stanza poco dopo e giunti nel corridoio spinsi il suo corpo contro il muro. Sospirai, guardai per terra e poi tornai con gli occhi su di lui. Era piuttosto divertito, anche più di quanto immaginassi.

«Non possiamo, devi smetterla.» Le parole non parve neanche sentirle, sorrise e mi accarezzò una guancia.

«So che lo vuoi quanto lo voglio io.» Le sue dita scesero sulle mie labbra, ma non mi scostai. «Lasciati andare una sola volta, nessuno saprà mai niente.»

«Jungkook, non possiamo.» Ripetei, la voce quasi tremante per quanto non riuscissi a trattenermi dal baciarlo.

«Soltanto per una notte.» Insistette.

Poi si avvicinò, mosse la punta del naso contro la mia e mi sfiorò appena le labbra. Cercai di trattenere l'istinto, ma il suo respiro caldo mi fece perdere il senno. E arrivò il momento in cui afferrai il suo fianco per lasciare che i nostri petti si sfiorassero.

«Signorino Kim.» Il timbro pesante del Signor Jeon risuonò tra le pareti e come scottato, allontanai il minore dalle mie mani e abbassai lo sguardo sul pavimento.

«Mi segua. Adesso.» Non aggiunse nient'altro e mentre facevo qualche passo in sua direzione, pregai che quello non fosse il mio ultimo giorno di lavoro. Ti










( jungkook esce dal bagno a torso nudo, taehyung si scontra con lui e jungkook lo provoca - con lo sguardo piu che altro -, si toglie l'asciugamano per potersi vestire e taehyung si volta dall'altra parte, cercando di fare voce dura anche se sta morendo dentro lol.  a pranzo jungkook accarezza la sua gamba e tae si schiarisce la gola, stringendo le sue dita come a farlo smettere. .. continua idk )

before you | taekook ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora