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Sette e dieci, mercoledì.

«Jungkook, alzati.» Il suo respiro caldo sbattè contro la pelle del mio collo, lasciando che si ricoprisse inevitabilmente di brividi. «Alzati e fai una doccia.»

Non lo ascoltai ancora, piuttosto mi mossi tra le lenzuola fresche e mi spostai su un fianco. Con gli occhi semichiusi, potei scorgere la sua figura illuminata dalla poca luce entrante dalla finestra.

Parve un angelo e dovetti allungare una mano per accarezzare il suo viso con i polpastrelli. Solo ad allora mi resi davvero conto che fosse reale e le immagini della notte precedente scorsero veloci nella mia mente.

«Sei così bello.» Non ci pensai neanche due volte e lo dissi a voce bassa, nonostante ciò parve sentirlo perchè le sue guance arrossirono leggermente e i suoi occhi si spostarono altrove.

Poi mi voltai e brontolai nel vedere quanto fosse dannatamente presto. Sprofondai il viso contro il morbido cuscino e gli feci un veloce gesto della mano.

«Sono le sette, è troppo presto.» Mi avvicinai ed intrecciai le gambe alle sue, lasciando che il suo corpo fosse più vicino al mio.

Schiacciati, posai il viso sul suo petto su cui ci lasciai un leggero bacio al di sopra. Mi sentì come cullato dalle sue possenti braccia e richiusi gli occhi, ma il momento non durò a lungo.

Taehyung sospirò sulla mia pelle, mi lasciò un bacio sulla tempia e mi scostò gentilmente. Sedette al centro del letto, sospirava ancora e si teneva la testa tra le mani.

Immaginai che si stesse rendendo conto soltanto al momento delle azioni compiute il giorno prima e che stesse lottando contro se stesso pur di non ricadere in tentazione.

E ricapì che le mie supposizioni erano più che esatte quando sollevò il lenzuolo e fissò il suo corpo nudo.

«Vuoi fare un'altro giro?» Lo stuzzicai appena e lui abbozzò un sorriso stanco e tirato.

Portai una mano attorno al suo collo e lo ritirai giu, sulle coperte al mio fianco. Strofinai il naso contro il suo collo e lo morsi piano, lui gemette in risposta e socchiuse gli occhi.

«Jungkook, non adesso..» Nonostante la parole, il suo corpo sembrò rispondere alle mie azioni.

Non lo ascoltai neppure quella volta, le mie labbra continuavano a torturare la sua pelle pallida. La presi tra i denti e la tirai poi mi spostai sul pomo d'adamo, tirando fuori la lingua e tracciandone la circonferenza.

Sentì le sue dita afferrare le ciocche più lunghe e tirarle, così da portare indietro la testa. Seguì i suoi movimenti e fissai i suoi occhi, che a loro volta stavano fissando le mie labbra già più che consumate.

E non perse altro tempo nel tuffarsici. Le morse sino a farle sanguinare e ci ritrovammo a rotolare i nostri corpi sulle lenzuola. Sopra di me, premette il petto contro il mio e scese a baciare le clavicole sporgenti.

Ci ricoprì con il lenzuolo e finimmo per rifarlo ancora una volta.

Dieci, mercoledì.

Passai le dita tremolanti sulla camicia, oramai sgualcita dal continuo tirarla verso il basso. L'immagine riflessa allo specchio di certo non aiutò nel notare la mia espressione turbata e per nulla serena.

Prima volta effettiva fuori dalla struttura, a chissà quanti centinaia di metri di distanza. Avrei dovuto proteggere Jungkook a qualsiasi costo, anche nel beccarmi una pallottola dritta in fronte. Alla sola idea rabbrividì.

La morte di certo non mi terrorizzava, ma era l'idea di non poter portare a termine il mio obiettivo. Avevo fin troppe cose da dirgli e da fare in sua compagnia, eppure avrei dovuto sacrificare la mia vita pur di assicurarmi che non si ferisse.

before you | taekook ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora