La porta alle mie spalle venne aperta e non mi preoccupai neppure che fosse mio padre, riconoscevo il suo profumo anche senza voltarmi.
«Cosa significa..» Mormorai con tono basso, tenevo ancora tra le dita la foto. La strinsi talmente tanto che temetti potesse strapparsi.
«Jungkook vieni via da li, potresti ferirti.» Indicò col dito i minuscoli frammenti di vetro al mio fianco ma non lo ascoltai neppure.
«Cosa significa.» Ripetei ancora, lui fece qualche passo in avanti e mi tese la mano.
La schiaffai via, alzandomi. Le gambe mi cedettero e crollai ancora una volta sul pavimento. I suoi occhi fissarono ogni mio movimento, poi mi raggiunse e si inginocchiò al mio fianco.
«Ti spiegherò tutto dopo.» Negai col capo e non riuscì a mantenere il contatto visivo, cosi distolsi lo sguardo.
Lo sentì sospirare al mio fianco e per un istante ripensai alla ferita sulla sua spalla. Ci gettai un veloce sguardo e notai che la ferita fosse stata ripulita e la fasciatura attorno cambiata. Scossi il capo, non era il momento adatto per pensare a quello.
«Taehyung, che cazzo significa.» Persi la ragione in pochi istanti, alzandomi e calpestando col piede nudo un frammento di vetro.
Trattenni un gemito di dolore e mi feci più vicino, sino a sentire il suo profumo addosso. Viso contro viso, fissai a lungo quei occhi dannati. Bello come non mai, anche in quelle condizioni stremate.
«È una storia lunga.» Si giustificò, ma non volevo sentire nient'altro se non la verità.
Afferrai la sua maglia tra le dita e la strinsi cosi tanto che i polpastrelli persero colorito. Lo strattonai lontano da me e mi chinai a raccogliere la foto che gli lanciai addosso.
«Spiegami perchè ci siamo noi in quella foto.» Guardò l'immagine stracciata e accarezzò il viso del bambino più piccolo, con un leggero sorriso amaro imperlato sulle labbra.
«Pensavo l'avesse gettata via.» Parlò sottovoce ancora con quel sorriso.
«Ricordo ancora il giorno in cui la scattammo. Era il tuo sesto compleanno ed avevi insistito tanto per far si che partecipassi.» Rise, ma i suoi occhi erano spenti. «Ti avevo regalato la mia macchina preferita. Quella rossa, te la ricordi?»
Lasciai che continuasse non trovando alcuna parola. La gola era divenuta secca e sentì l'impulso di colpirlo dritto in viso e correre via, il più lontano possibile da tutta quella merda.
«Non volevo tenertelo nascosto.» Piegò la foto e la ripose in tasca, poi si mosse in avanti. «Pensavo che mi avresti riconosciuto, invece sembrava ti fossi dimenticato di me.» Prese la mia mano nella sua e la strinse dolcemente. «Possiamo ricominciare assieme, Jungkook. Soltanto io e te, proprio come adesso.»
Lo spinsi via, inorridito dal suo tocco. Mi allontanai abbastanza e raggiunsi la finestra, sporgendo il viso all'infuori per un po' d'aria fresca. Sentivo di star impazzendo.
Parve accorgersi della ferita e si avvicinò veloce, stringendomi una spalla per farmi voltare. «Il tuo piede sta sanguinando. Siediti, lo medicherò per te.»
Gettai un urlo frustrato e fece qualche passo indietro, come spaventato.
«Mi fai schifo. Cazzo, mi fidavo di te.» Puntai il dito contro il suo petto e premetti con forza con il solo scopo di fargli male. Eppure, non avrei mai potuto fargli del male quanto lui ne stesse facendo a me. «Hai finto per tutto questo tempo di non conoscermi, fanculo!»
Gridai e mi allontanai, gesticolando per aria. Tirai i capelli e calciai la sedia li vicino, stavo davvero impazzendo a restare li dentro.
Taehyung provò a fermarmi, stringendo le braccia attorno alle mie e nonostante il tepore di quest'ultime, non potevo accettare che anche lui fosse come tutti gli altri.
Che anche lui fosse come mio padre.
«Non voglio più vederti.» Riuscì a dire soltanto, mentre mi dirigevo verso la porta, stremato più che mai. «Aveva ragione mio padre, dovresti essere sostituito.»
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before you | taekook ✓
Fanfiction[completa] ❝ kim taehyung viene incaricato come guardia del corpo di jeon jungkook. ❞ @sannieung completed on 2022.