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Undici, domenica.

Presi posto sul divano, Taehyung fece lo stesso. Portai una gamba sopra l'altra a disagio, incrociai le braccia e tamburellai le dita contro il ginocchio.

Nessuno disse nulla, come a non voler rovinare l'atmosfera creatasi. Eppure, non mi piaceva affatto quel tormentoso silenzio, lo trovavo opprimente. Ed immaginai che fosse lo stesso per lui.

«Sono stato un idiota.» Parlò per primo e lo lasciai continuare. «Non avrei dovuto tenertelo nascosto, ma non avevo idea di come prendere l'argomento. Insomma, non potevo avvicinarmi e dirti da un giorno all'altro che eravamo amici in passato.»

«Invece avresti potuto farlo, non era cosí difficile.» Commentai con tono basso e lui abbassò il capo, sospirando.

«Hai ragione, perdonami.» Mai avrei pensato di sentire un tono cosí supplicante uscire dalla sua bocca. «Avrei perso il mio incarico se solo avessi aperto bocca.»

«Ci tieni cosí tanto a questo cazzo di lavoro, eh?» Mi agitai e si fece più vicino, portando le mani nelle mie. Ma le scostai. «Cosí tanto, da preferire il tuo ruolo piuttosto che me? È cosí Taehyung?»

Non seppe cosa dire ed io non aggiunsi nient'altro. Mi alzai e mi allontani, dirigendomi verso la porta. Non feci in tempo però a toccare la maniglia che avvolse nuovamente le braccia attorno alle mie spalle, stringendomi forte.

Inebriato dal suo profumo intenso, avrei voluto rimanere in quella posizione e bloccato in quell'istante per l'eternità, ma il petto faceva ancora male per tutte quelle innumerevoli bugie.

«Non possiamo.» Citai le sue stesse parole del mese precedente, ma lui in risposta mi strinse ancora più forte.

«Se avessi perso il mio incarico da guardia del corpo, avrei perso te.» Mi voltai e ne approfittò per accarezzarmi il volto. «Avrei perso noi.»

Quelle tre parole mi misero un nodo alla gola e non seppi dire se per felicità o per altro. L'idea di un noi, di un qualcosa che riguardava soltanto me e lui non mi dispiaceva affatto. Ma non avevo ancora mai pensato a quella parola o forse, non l'avevo mai davvero elaborata.

«Non ci sarà nessun noi, Taehyung.» Scosse il capo come un forsennato. «Sì, è così. Sei stato tu a dirmi il primo di non poter continuare.»

«Sono un coglione, non starmi a sentire.» Mi strinse le guance tra le mani ed io mi tirai indietro.

«No, avevi ragione. Come possiamo and-»

Non lasciò che terminassi, le sue dita strinsero la mia nuca e premette il viso contro il suo, baciandomi. Mi morse il labbro inferiore e gemetti contro la sua bocca, e ne approfittò per introdurre la sua lingua calda ed umida.

Ci scambiammo la saliva, poi le sue mani scesero a stringermi i fianchi e infine i glutei. Mi sollevò dalle gambe lasciando che le attorcigliassi attorno alla sua vita e camminammo labbra contro labbra fino al bancone della cucina.

Mi sedetti ed allargai le gambe per lasciare che si mettesse fra di esse. La sua bocca cercò e morse subito la mia pelle accaldata, mentre le mie dita strappavano via la sua camicia.

Leccai il suo petto nudo e lui strinse le mie cosce con un ringhio leggero. L'attimo dopo mi voltò di schiena e mi spinse contro la credenza, fottendomi lí.

Spinse contro il mio corpo caldo, graffiandomi le spalle e baciando il mio collo. Gemetti in risposta e mi aggrappai contro il bancone, le nocche impallidirono dalla forza utilizzata.

«Taehyung..» Dovetti ammettere che mai mi aveva preso in quel modo cosí rude e quasi animalesco. Spingeva senza sosta, il sudore imperlato sulla fronte ampia. Il litigio aveva scaturito qualcosa nella sua mente e stava riversando quel desiderio e quella mancanza contro il mio corpo. Non che mi dispiacesse.

Poggiò la testa sulla mia e raggiunsi il culmine del piacere quando afferrò il mio membro tra le sue dita. Mosse il pugno in alto e poi in basso e non riuscí a trattenermi al suo tocco deciso, riversandomi contro la sua mano.

«Cazzo sei fantastico.» Mi ringhiò all'orecchio e anche lui venne l'istante dopo, ancora dentro il mio corpo sfinito.

Mi baciò la spalla, poi mi voltò per continuare sulle labbra. Un bacio leggero, niente di opprimente. Sembrava aver calmato gli animi e sorrisi contro la sua bocca.

«Sei stato violento.» Commentai e lui aggrottò le sopracciglia, cambiando espressione.

«Ti ho fatto male?» Mi tastò i fianchi con le mani e negai col capo, sorridendogli.

«L'ho amato.» Avvolsi le braccia attorno al suo collo per attirarlo di nuovo vicino e poterlo baciare ancora.

Ma nel momento in cui le mie labbra toccarono le sue, sentí tossire alle mie spalle. Mi voltai di scatto e portai la maglia che raccolsi da terra tra le gambe, coprendomi quanto fosse possibile.

«Mi dispiace interromperla Signorino Jeon..» Parlò in imbarazzo Namjoon, con il viso rivolto verso il basso. «Ma suo padre ha chiesto di lei per la cena di questa sera.»

«Digli che sarò presente.» Annuí e sparí dietro la porta. Quando mi voltai verso Taehyung, aveva indossato la camicia e stava trattenendo una grassa risata.

«Hai visto che espressione.» Rise di gusto e portai una mano sulla sua bocca, zittendolo. Ma alla fine risi assieme a lui, felice.

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