Capitolo 1 - Il lago

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/e·clìs·si/
'Giochi di ombre nello spazio'

In un'isola, ricoperta per la maggior parte dalla vegetazione, viveva Yana.
Jeju, il nome del paese, era un luogo tranquillo e circondato letteralmente dalla natura.

Yana amava quest'isola.
Ogni sera andava al lago con la sua adorata chitarra diventata, col tempo, la sua unica amica affidabile. Cantava formando delle fantastiche melodie poggiando le dita sulle corde dell'oggetto tanto amato. La musica faceva parte di lei, bastava essa per renderla felice. Per poter scappare per un attimo dalla realtà e recarsi in un mondo fantastico dove tutto era poesia per le orecchie. Dove potevi esprimerti ed essere libera di fare tutto ciò che vuoi senza aver il timore di essere in qualche modo giudicata. Ma purtroppo, questo poteva durare per qualche ora, ma poi doveva tornare alla realtà circostante.

Aveva appena finito di suonare e guardava il lago con occhi diversi, quasi luccicavano. La luce del sole rifletteva sull'acqua colorandola con diverse sfumature. In alcune parti sembrava che ci fossero tanti arcobaleni per via dei colori. Si potevano intravedere alcuni pesciolini o persino anatre navigare per tutto il lago.

C'era silenzio.

Ma non un silenzio dove non si sentiva nulla, il vuoto. No, un silenzio dove poteva chiudere gli occhi e sognare. Caratterizzato dai cinguettii degli uccellini e dal rumore dell'acqua.
Il suono della natura.

Yana era sempre stata affascinata da questa canzone che il posto circostante riproduceva. Nessun uomo sarebbe stato capace di stipularla rendendola identica a quella originale. No, perché la natura era unica sotto ogni aspetto.

Fiori ricoprivano il prato che contemplava il lago. Ogni pianta era piena di particolari con sfumature di colori diversi. Vari alberi di ciliegio erano situati lungo il sentiero rendendo tutto ciò romantico, elegante e rilassante.

Yana si slanciò all'indietro poggiando le mani sul suolo dell'erba fresca. Chiuse gli occhi beandosi di questo posto magnifico chiamato anche 'paradiso'.

Respirò a pieni polmoni l'ossigeno, non quello pesante presente nelle città metropolitane, ma quell'aria leggera e fresca della natura.

«Ancora qui piccola Yanara?», disse una voce dietro di lei. Si girò ritrovandosi davanti il suo migliore amico. Era un anziano di 82 anni. Era raro avere migliori amici di quell'età soprattutto se eri giovane ma per lei non contava l'età, ma il carattere. Attraverso le personalità si poteva capire com'era la persona in questione, indipendentemente da quanti anni avesse.

L'anziano si chiamava 'Junhy' ma lei gli diede il soprannome di 'Jun'. Era da solo, la moglie gli morì circa due anni fa. Eppure lui non si dimostrò mai debole ma mostrava sempre quel suo lato felice e speranzoso. Vedeva sempre il lato positivo delle situazioni. Questo fece diventare lui un punto di riferimento per lei. Un padre.

«Già», rispose Yana, sospirando per poi puntare lo sguardo nuovamente sul lago avanti a lei.
Jun si sedette accanto e rimase anch'esso incantato dalla magia della natura.
Un vento equo accarezzava i loro visi.

«Yanara... il sole sta calando», sospirò l'anziano, quasi con aria di rimprovero. Lei emise uno sbuffo capendo già dove volesse arrivare.

«Ti avevo già detto di non chiamarmi in questo modo», disse lei, appoggiando le braccia sulle ginocchia rendendosi piccola. Vide avanti a lei il tramonto, una delle cose più belle che la natura poteva regalare. Diversi colori erano presenti in esso, sotto l'effetto di luci di diversa composizione spettrale.

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