Capitolo 4 - Sfidare il tempo

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I movimenti della luna e del Sole,
Nello spazio, avvengono in un
preciso periodo. Non osano mai
sfidare le leggi del tempo



«Quindi suoni fin da quando eri piccolo?» chiese Yana curiosa.
Era trascorsa già una settimana e si trovavano, come erano abituati, a conversare seduti avanti al lago. Non era più il posto preferito soltanto di yana ma lo era diventato anche per Saros.
Quest'ultimo stava amando sempre di più questo luogo ma non per il lago in sé, ma per la presenza di lei.

«Sì, suono per trasmettere emozioni forti. Infatti non lo faccio spesso»
«Emozioni forti?»
«Sì...» rispose sospirando. «Parlo di quelle emozioni che non riesci a tenertele dentro, a reprimerle. La maggior parte delle volte sono negative, perciò uso la chitarra come sfogo. È bello vedere come, attraverso la musica, le emozioni si lascino trascrivere a note e a parole. Capisci cosa intendo, vero?» aggiunse.

Yana annuì comprensiva.
«Ti sentirò mai suonare?», chiese subito dopo.
Saros si girò dalla sua parte e sorrise.
«Forse» rispose per poi tirare fuori dalla tasca del jeans un lecca lecca.
Yana lo guardò incuriosita.

«Che c'è? Ne vuoi uno?» chiese Saros sentendosi osservato.
«No... ma che gusto è? Ha un colore strano per essere un lecca lecca alla frutta» osservò Yana.
«Oh, ma infatti non è alla frutta. È gusto menta» disse assaporandolo.
«Menta? Ma non esistono lecca lecca con quel gusto... dove l'hai trovato?»
«Da nessuna parte, me li creo io».

Yana lo guardò sorpresa.
Voleva saperli fare anche lei ma era negata in cucina.
Anche se si trattava di cucinare una piccola cosa, rischiava di combinare pasticci.
Però le piaceva molto questa sua caratteristica... Più stava in sua presenza è più comprendeva cose nuove.

«Non giudicarmi» disse Saros girandosi dall'altra parte sentendosi osservato.
«Oh no, non era mio intento giudicarti. Vorrei soltanto sapere come hai imparato a farli».
Lui voltò lentamente il capo verso di lei per poi guardarla dritta negli occhi cercando di capire se fosse sincera o meno.

«Li facevo a mio fratello più piccolo»
«Questo non me lo avevi detto! Quindi hai un fratello?». Sorrise raggiante Yana.
«In realtà non più».

La ragazza aggrottò la fronte facendo notare la sua confusione.
«Lascia stare».
«Saros, voglio soltanto imparare a conoscerti. Puoi dirmi tutto... ovviamente se te la senti» disse Yana avvicinandosi cercando di prendere la sua mano protetta dal guanto che portava.

Nonostante fosse ormai Primavera, Saros indossava ancora i guanti invernali strappati con metà dita fuori.
Yana non sapeva il motivo del perché li portasse, forse semplicemente gli piacevano.
Saros appena sentì la mano di lei sulla sua, la scacciò immediatamente.

«Cosa pensi di fare?! Non toccarmi!» urlò per poi alzarsi in piedi e guardarla male.
«Volevo soltanto prenderti la mano...» rispose quasi in sussurro Yana visibilmente ferita.

Saros sospirò rendendosi conto che la sua reazione era stata troppo esagerata.
«Non mi devi più toccare... intesi?» chiese con tono quasi di rimprovero per poi andarsene col suo lecca lecca ancora in bocca.

Yana non riusciva a comprendere a pieno il suo carattere. Alcune volte lui si mostrava carino e gentile con lei, mentre poi ritornava ad essere serio e misterioso.
Si rese conto che Saros aveva molte cose nascoste e che da tempo erano rinchiuse dentro di lui.
Yana voleva aiutarlo a liberarsi, a sfogarsi con lei. Ma si rese conto che, in fin dei conti, lui aveva ragione.
Era troppo presto per avere un'amicizia così stretta dal raccontarsi tutto.
Era comprensibile.
Perciò Yana lasciò stare e si concentrò nuovamente sul silenzio che la natura poteva darle.





«Piccola Yanara!!». Si sentì in lontananza la voce di Jun mentre le veniva incontro.
«Oh Jun, che bello vederti!».
«Yanara non pensi di trascurare un po' il tuo adorato vecchio amico?» chiese sedendosi di fianco a lei.
«Intendi a causa di Saros?»

«Ah ma allora questo ragazzo ha un nome» rispose con un sorrisetto malizioso. «Come osa rubare il mio posto da migliore amico?!» aggiunse fingendosi offeso.
«Ma cosa dici!! Tu sei insostituibile» rispose Yana tirandogli un colpetto sulla spalla ridendo.
«Parlarmi un po' di questo Saros... com'è? Ne è valsa la pena salire su quell'albero?».

Yana sospirò appoggiando il mento sulle sue ginocchia raccolte facendosi piccola.
«Penso di sì... cioè, in realtà non lo so» rispose non riuscendo a dargli una risposta soddisfacente.
«Piccola Yanara siete soltanto all'inizio, era ovvio che ci fossero già delle complicazioni. Dovevi preoccuparti se fosse stato il contrario!».
«Non lo so».

Jun, vedendo Yana non convinta, le circondò le spalle col suo braccio avvicinandola a lui.
«Abbi pazienza e vedrai che anche lui saprà apprezzarti così come ho imparato a farlo io», disse.
«Hai ragione, forse sono io che mi faccio troppe paranoie».

«Yanara ricorda solo una cosa... non sfidare il tempo. Ogni cosa ha il suo tempo perciò non rovinare tutti i suoi piani».

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