Capitolo 2 - Fidarsi?

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'La parola "eclissi" deriva dal greco κ (ek), preposizione che significa "da", e λείπειν, (leipein), che significa "allontanarsi" ovvero "nascondersi", "rendersi invisibile".'

-Wikipedia


Yana camminò lungo il sentiero di ciliegio. Si sentiva confusa e strana non sapendone il motivo. Forse per la conoscenza di Saros, il suo nuovo amico.

Un uccellino si posò avanti a lei bloccandole la strada. Era minuscolo e carino. Aveva vari colori che lo caratterizzavano. Yana si inginocchiò avanti alla piccola figura e quest'ultima, titubante, si allontanò. Ricordò una frase che le disse Jun...
«Per osservare gli uccelli è necessario diventare parte del silenzio»

Dunque rimase ferma e muta aspettando che sia l'uccello a fare il primo passo. Quest'ultimo la guardava e muoveva la testa a destra e a sinistra.
Lentamente iniziava ad avvicinarsi a lei ma, all'improvviso, si sentì il rumore di una fotocamera facendo spaventare i due...difatti l'uccellino scappò via.

Yana si guardò intorno ma non vide nessuno perciò si convinse di aver sentito male o che, forse, era semplicemente caduta una foglia.
Riprese a camminare nel viale canticchiando qualche nota. Decise di non andare a casa ma bensì da Jun, voleva salutarlo. Perciò prese una strada diversa.
Si incamminò verso un sentiero dove, ai lati, si trovavano tanti tulipani e altre piante di vario tipo che nell'insieme stavano bene.

La casa di Jun si trovava totalmente in un campo di fiori, difatti erano presenti tante api.

Arrivò avanti alla porta della casa. Bussò e, pochi minuti dopo, le aprì la porta.
«La piccola Yanara!» esclamò sorridente per poi spostarsi di lato facendola entrare nella sua dimora.

La casa era piccola ma adorabile, tutto in legno. La stanza che piaceva di più a Yana era la sala perché essa conteneva un camino grazioso.
Difatti andarono a sedersi sul piccolo divano situato avanti all'oggetto in questione.

«Perché sei venuta qui?», chiese Jun, curioso.
«Volevo sapere un tuo parere riguardo una situazione che mi sto imponendo», rispose lei guardando le fiamme che si muovevano con eleganza dentro al camino. Desiderava tanto toccarle, avevano quel colore acceso che poteva persuadere chiunque.

Doveva essere bello nelle sere d'inverno stendersi davanti al fuoco di tronchi, e ascoltare la voce della foresta con i suoni selvaggi del vento.

«Certo, dimmi tutto».
«Posso fidarmi di un ragazzo appena conosciuto?», domandò.
«Perché questa domanda?». Yana emise un sospiro.

«Oggi, al lago, ho conosciuto un ragazzo di Houston. Abbiamo parlato e ci siamo scambiati i numeri... Secondo te dovrei fidarmi?», chiese, posando gli occhi sul viso grazioso di Jun.
«Se vi siete già scambiati i numeri, vuol dire che già ti fidi di lui... no?». Yana pensò che forse aveva ragione eppure aveva così paura.

Jun, vedendola silenziosa, cominciò a parlare.
«Decidere se fidarsi o no di una persona è come decidere se arrampicarsi o no su un albero, poiché si potrebbe godere di una vista straordinaria dal ramo più alto, oppure ci si potrebbe semplicemente riempire di resina. Ora dipende tutto da te piccola Yanara», spiegò.

«Voglio provare ad arrampicarmi su questo albero», disse sicura di sè. Voleva fare nuove amicizie perciò decise di provarci, di arrampicarsi. Non importava se andasse bene o male, l'importante era provarci.

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