Capitolo 29 - Il regalo più bello

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Le stelle sono gelose del sole

Saros non ci mise troppo ad arrivare. Anzi, arrivò nell'esatto momento in cui anche Yana fece il suo ingresso alla struttura. Non si dissero nulla piuttosto si diressero, a passo spedito, dove si trovava Jun ma un infermiere li fermò.

«Dove state andando?»
«Sono venuta qui per vedere Junhy Chan»

L'infermiere si incupì d'improvviso e la guardò in un modo strano, come se stesse provando dispiacere per lei.
«Oh... Mi spiace doverla informare che purtroppo è deceduto poco prima che lei arrivasse»

Yana negò frettolosamente il capo frastornata.
«No spostatevi, io devo vederlo!! Lui mi sta aspettando!» provò a spostare di lato l'infermiere ma Saros la prese per la vita e cercò di tenerla ferma.
«Ti prego lasciatemi passare, vi prego. Lui mi sta aspettando. Sono sicura di questo. Appena lo vedrò mi saluterà come sempre dicendomi 'piccola yanara' e io potrò coccolarmi tra le sue braccia», le lacrime solcarono sul viso docile di lei.
«Vi prego, sento la sua voce chiamarmi. Mi vuole vedere» continuò.
«Lui mi sta aspettando, dannazione! Lasciatemi... Io, vorrei soltanto vederlo per un ultima volta» disse ancora con voce rotta.

«Mi dispiace molto, le porgo le mie condoglianze» rispose invece l'infermiere provando compassione per lei. Yana fermò i suoi movimenti bruschi e Saros l'abbracciò da dietro.
«Ditemi almeno che avete fatto di tutto per tenerlo vivo»
«Ci abbiamo provato ma era da tanto che il suo corpo combatteva contro il cancro; era diventato troppo debole da supportarlo ancora»
«Capisco. Allora, grazie per tutte le cure che gli avete dato». L'infermiere sorrise per poi lasciarli soli.

«Come stai?» chiese Saros appoggiando la testa nell'incavo del suo collo aspirando il dolce profumo che lei emanava.
«Vuoi dormire a casa mia stanotte?» chiese Yana dal nulla. Saros rimase perplesso ma poi annuì comprensivo.
La accompagnò a casa sua e, senza dire nulla, lei si mise il pigiama mentre lui si tolse semplicemente la maglietta. Spensero la luce e si misero sul letto, coprendosi con le coperte. Saros allungò il braccio per poi stringere Yana sul suo petto. Il letto della sua cameretta non era abbastanza grande per entrambi, ma non era del tutto scomodo.

Rimasero in silenzio.
Non proferirono parola e lei lo ringraziò mentalmente per questo. Non aveva le forze per mantenere viva una conversazione.
Piuttosto si mise a piangere silenziosamente mentre Saros le accarezzava lentamente i capelli.
Yana ripensò a tutti i ricordi che aveva con Jun.
Voleva tanto poter ritornare indietro nel tempo e stare più tempo con lui. Se solo le avesse rivelato prima la malattia che aveva, cercava di usare al meglio il suo tempo.


"Era mattina e la piccola Yana corse tra i girasoli, i suoi fiori preferiti. Poteva correre ore e ore in mezzo a loro senza stancarsi mai. Jun cercava di stargli dietro ma lei era troppo veloce. Si divertivano così tanto con così poco. A un certo punto riuscì a raggiungerla e la prese in braccio posandola sopra le spalle. All'epoca lei era più piccola e minuta mentre lui era più giovane. Correvano e il posto era pieno delle loro risate. Si stesero a terra e rimasero così fino alla sera. Lei non voleva mai andarsene da quel posto, voleva rimanere lì per sempre. «Piccola Yanara lascia che anche gli altri godano di queste bellezze, non appropriartene» disse rivolgendosi ai girasoli. Poi le sorrise strizzandole una guancia. Così si alzarono e Jun la accompagnò a casa"

"Stava correndo tra i fiori posti nei dintorni della casa di Jun che a un certo punto cadde a terra e si fece male al ginocchio. Pianse tantissimo e Jun corse da lei il più in fretta possibile. Yana aveva paura che potesse sgridarla per quanto fosse stata maldestra e invece non accadde. Vide soltanto preoccupazione dal suo sguardo. La prese in braccio e la portò dentro casa sua curando il suo ginocchio sbucciato. «Piccola Yanara la prossima volta cerca di stare più attenta»
«Lo so ma c'era una bellissima farfalla e volevo rincorrerla»
«Ahh come devo fare con te??» sorrise accarezzandole freneticamente i capelli"

"Era andata in centro città a comprare qualche fiore dal giovane Kun. All'epoca già esisteva la sua fioreria e lui era molto più giovane. Yana si soffermò su alcuni fiori posti fuori mentre Jun era entrato dentro per parlare con Kun. A un certo punto qualcuno la spinse da dietro e Yana cadde sopra a un vaso di fiori. «Sei sempre in mezzo ai piedi tu eh!» disse una ragazzina più o meno della sua stessa età.
Yana si guardò intorno e vide il disastro che aveva combinato. Il vaso si era rotto e i fiori che prima si trovavano al suo interno, li aveva schiacciati. Si alzò immediatamente e cercò di rimediare ma senza successo.

«Guardala, è sempre così sbadata da fare errori in continuazione» continuò la ragazza adesso rivolta all'amica accanto.
«Già. Persino lei stessa è un errore, no? È nata per sbaglio per questo adesso è un orfana. Nemmeno i suoi genitori la volevano» rise l'altra per poi andarsene contente di averla ferita abbastanza. Yana, senza volerlo, iniziò a piangere. Jun uscì fuori dalla fioreria e ciò che vide lo fece preoccupare tantissimo. «Yanara cos'è successo?» chiese prendendole il viso tra le mani.

«Jun è vero che sono un errore? La pensi così pure tu?? Mi lascerai anche tu appena ti stuferai di me?» chiese Yana non smettendo di piangere. «Guarda cosa ho combinato, faccio sempre errori».

Jun l'abbracciò e la tenne stretta a sé. «Yanara tu non sei un errore, non pensare mai a una cosa del genere. Sei il regalo più bello che mi potesse capitare. Non ho mai pensato di lasciarti e non mi stuferei mai di te e del tuo splendore, piccola. Ricordati sempre che tu sei un sole che splende in mezzo alle stelle per me. Ad esempio adesso le vedi?»
Yana parve rifletterci. Alzò il viso al cielo e negò col capo. «No non le vedo»
«Tu per me sei il sole che splende in mezzo a tutta questa gente. Sei l'unica che mi importa e non pensare mai il contrario. Non dare ascolto a quello che gli altri dicono perché sono soltanto gelosi del tuo modo di splendere. Ma ricorda, le stelle non prenderanno mai il posto del sole... Mai!»
Ed ecco che Yana sorrise e capì che anche per lei Jun era il miglior regalo che potesse capitarle"



«Saros avrei voluto fartelo conoscere» disse Yana asciugandosi le lacrime col polso della mano.
«Anch'io avrei voluto conoscerlo»
«Era una persona meravigliosa»
«Lo so»
«Con lui parlavo di tutto, gli ho persino parlato di te».
Saros sorrise, «di me?».
«Sì, era felice di vedere come stessi bene in tua compagnia. Sono sicura che potevate essere degli ottimi amici!»
«Non ne dubito, Chups».

Yana si alzò leggermente dal suo petto per poterlo guardare negli occhi, pur avendo poca illuminazione a disposizione.
«Perché mi chiami Chups?»
«Non so, mi va di chiamarti così. Perché non ti piace?»
«No no, anzi! A me piace molto quando qualcuno mi da dei soprannomi. Soprattutto se quella persona sei tu».

Saros sorrise e le accarezzò delicatamente la guancia. La spinse verso di sé e le baciò la fronte. Ormai quel gesto era diventato una loro abitudine.
«Lo sai che non mi piaci quando piangi»
«Lo so»
«Sei la persona più forte che abbia mai incontrato». Yana appoggiò la mano sopra quella di Saros che era rimasta ancora appoggiata sulla sua guancia.
«La più forte? Ah, non penso proprio» rise ma lui rimase serio.
«Chups sei più forte di quello che pensi. Io non riuscirei mai a sopportare in una settimana una litigata col sottoscritto, aver finalmente scoperto chi fossero i tuoi genitori biologici e la morte di Jun». Yana non rispose. Rimise la testa appoggiata sopra al petto di Saros e avvolse la gamba intorno al suo bacino tenendosi stretto a lui come se fosse un cuscino.

«Come fai?»
«A fare cosa?».
Saros le prese la mano e la portò al petto vicino al viso di Yana. «A farmi questo» rispose e lei riuscì a sentire il battito accelerato del suo cuore.
«Lo senti?». Yana annuì non riuscendo a formulare nessuna frase che avesse senso.
«È il mio cuore che batte per te, Chups»
«Saros non ti facevo così sdolcinato» ammise Yana ridendo cercando di nascondere l'imbarazzo.
«Nemmeno io immaginavo di esserlo. Evidentemente sei tu che mi fai questo effetto».
Sorrisero entrambi.

Passarono altri minuti e Yana si sentiva sempre più rilassata in sua compagnia. Sentendo il petto di lui alzarsi e abbassarsi per respirare, la fece tranquillizzare; si sentiva cullata.
Difatti dopo pochi minuti, grazie all'aiuto di Saros, riuscì ad addormentarsi.
Anche se, prima di precipitare in un sonno profondo, potè sentire Saros parlarle.

«Yana sei il regalo più bello che mi potesse capitare»

Poteva usare altre parole ma aveva utilizzato esattamente quelle. Le stesse che usò Jun. Sorrise; Saros, senza rendersene conto, aveva detto la frase più giusta e bella che poteva dirle al momento.

«Anche tu... Anche tu lo sei» rispose prima di addormentarsi definitivamente.

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