Capitolo 10 - 'Perdonami'

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Basta una nube a eclissare
Perfino il sole





Yana corse immediatamente dall'unica persona che potesse capirla, comprenderla.
Bussò e non fece ritardo ad aprirle la porta.

«Piccola Yanara, cosa è successo?» chiese Jun preoccupato. Lei non disse nulla, semplicemente si tuffò tra le sue braccia. Lui le accarezzò delicatamente i capelli col suo modo delicato di fare le cose. La invitò dentro casa e si misero sul piccolo divano posto davanti al camino.

«Jun, mi sono sbagliata» disse Yana sentendo la sua voce andare in frantumi.
«Oh piccola, parli del tuo rapporto con quel giovincello?» chiese col suo tono di voce grazioso e dolce.
«Sì. Forse mi sono fatta trascinare troppo in questa amicizia»
«Perché dici questo?»
«Perché è entrato nel mio passato senza chiedermi il consenso. Capisci? Senza che io lo volessi! Io non volevo che accadesse, dannazione! Sa il mio vero nome e chissà cos'altro avrà scoperto di me...»

Jun annuì comprensivo con gli occhi colmi di tristezza. Avere Yana sofferente avanti a lui, faceva male al suo povero cuore.
«Quindi è per questo che sei arrabbiata? Perché, senza volerlo, è entrato nel tuo mondo?»
«Esatto. È stato tutto così veloce... è bastato distrarmi soltanto un secondo per ritrovarmelo già nel mio passato»
«Magari non l'ha fatto con cattive intenzioni. Ti ricordo che anche tu fino a pochi giorni fa morivi dalla voglia di scoprire cosa gelava dietro il passato di Saros» puntualizzò e Yana diventò rossa dall'imbarazzo.

«Siamo parlando di cose totalmente differenti. Io volevo aiutarlo»
«Ti sei chiesta se forse anche lui voleva aiutarti? Come puoi essere sicura che sia spinto da cattive intenzioni?»
«Io...»
Yana dentro di sé comprendeva che Saros non era spinto da cattive intenzioni ma era troppo ottusa per capirlo. Lei adesso si sentiva delusa e nient'altro. Perché, a prescindere da quali erano le intenzioni di lui, lo stesso non doveva spingersi così oltre.
Appena sentì il suo nome per intero rotolare dalla sua bocca, non ci vide più.
Si coprì la faccia con le proprie mani. Si vergognava moltissimo; voleva sprofondare e nascondersi nella parte più buia e remota della stanza.

«Dovresti chiarire con lui» consigliò Jun.
«Non voglio.»
«Devi parlargli prima che sia troppo tardi. Prima che il tempo possa rubartelo via»
«Non mi interessa. Comunque grazie per avermi ascoltata ma adesso penso di tornare a casa. Sono terribilmente stanca»
Jun annuì sospirando per poi salutarsi.
Lui sapeva che se Yana tardasse soltanto di qualche giorno, sarebbe andato tutto perso. L'aveva avvertita ma lei non aveva la minima intenzione di chiarire con Saros.
Se ne sarebbe accorta del suo errore quando ormai sarebbe stato troppo tardi.





Appena tornò a casa, andò direttamente in camera sua caricandosi sopra al letto.
Sospirò guardando il soffitto. La giornata era partita così bella per poi finire in un incubo. Sperava tanto che tutto questo fosse stato irreale, che adesso era arrivata nella parte del sogno dove si svegliava e ritornava tutto com'era prima. Ma purtroppo non era così e sentiva dentro di lei il vuoto farsi ancora più grande.

Ad un tratto una notifica al telefono attirò l'attenzione di Yana. Lo prese tra le mani e vide che proveniva da Kevin.

Kevin:
Yana tutto bene? Come stai?

Sorrise inconsapevolmente e si affrettò nel rispondergli.

Yana:
Diciamo che può andare meglio... Grazie per la tua preoccupazione, la apprezzo tanto. Scusami ma adesso vado a dormire, Notte!

Ripose sul mobile il telefono e, prima di dormire, i suoi occhi si fermarono ad osservare la luna; come ogni notte. Era più cupa rispetto agli altri giorni, sembrava nascondersi tra le nuvole.
«Perdonami» mormorò Yana tra le lacrime.

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