My Hurricane

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I can make you feel alive, darling

Say you wanna take a ride, honey


- Jamie Scott, My Hurricane



Quella mattina quando Liam si alzò trovò Louis in salotto a parlare animatamente al telefono, afferrò una brioche calda lasciata da Harry e si fermò a fissare il suo miglior amico perso nei suoi pensieri, aveva ancora la testa sognante dalla notte precedente, si era svegliato con un sorriso sulle labbra e con il respiro di Zayn nei capelli, aveva poi raccolto la sua maglia e l'aveva indossata sopra i boxer, lasciando che l'odore della pelle del moro lo circondasse.

"Sì, sì certo mamma" disse Louis alzando gli occhi al cielo prima di chiudere la chiamata.
"Buongiorno" disse allora Liam e Louis grugnì qualcosa.
"Che succede?" chiese allora il più piccolo.
Louis tirò la sedia accanto a quella di Liam e ci si buttò letteralmente sopra "Mamma mi ha detto di invitarti per la cena di Natale" disse Louis.
"Oh, grazie! È molto carino da parte sua" disse dolcemente Liam "Ma perché non ne sei felice? Se non vuoi che venga dimmelo!" disse serio.
Louis alzò gli occhi al cielo ancora una volta "Secondo te? Come ti viene in mente? Certo che voglio che vieni" disse scuotendo la testa e Liam si rilassò.
"Solo che vorrei che anche Harry passasse un bel Natale, alla fine non sono riuscito a sapere niente della sua famiglia, tu invece di fare versi acuti perché non chiedi qualcosa al tuo Zayn? Me l'avevi promesso!" disse facendo andare di traverso una briciola al povero Liam.
"Ti ho detto che quando ho provato a parlargli non mi ha detto niente" si giustificò.
"Sì, ma allora non eravate intimi..." disse Louis indicandolo con la mano e Liam si trovò a dargli ragione, magari adesso avrebbe ricavato qualche informazione.
"Va bene, chiederò appena si sveglia" disse ricevendo in cambio un sorriso enorme da Louis.
"Ora vado, torno a casa per un po', ci vediamo stasera, tanto Harry dopo il lavoro ha scuola" disse e Liam evitò di rispondergli che poteva passare la giornata con lui, ma alla fine sarebbe rimasto con Zayn e la cosa non lo infastidiva affatto.
Louis infilò la giacca "Se hai novità su tuo padre chiama" disse abbracciando Liam forte.
Liam annuì stringendo le mani intorno al corpo del suo amico e restarono così per qualche secondo, almeno fino a quando un colpo di tosse li fece sobbalzare.
I capelli arruffati e gli occhi impastati dal sonno lo rendevano ancora più bello.
Zayn era perfetto, era questo che Liam si ripeteva ogni volta che lo guardava.
Si staccò dall'amico e gli sorrise teneramente poi "A stasera!" sentì dire da Louis che, ridendo, si chiuse la porta dietro.
Zayn si morse il labbro inferiore notando la sua maglia addosso a Liam e aspettò che l'altro si avvicinasse per attirarlo al suo corpo e premere le loro labbra insieme.
"Non mi piace che gli altri ti vedano così" disse dopo un po' e Liam rise "Era solo Louis" disse.
"Perché Louis è asessuato? Non mi sembra, quindi da oggi vedi di non farti vedere nudo da nessuno!" Quasi lo minacciò e Liam si intenerì per il suo tono e poi lo provocò.
"Da nessuno nessuno?" disse premendo il corpo contro quello del moro.
"Non mi provocare Liam!" rispose avvicinandosi e mordendogli il labbro inferiore.
Il più piccolo sorrise e lo seguì in cucina, lo guardò prepararsi il caffè.
"Cosa facciamo oggi?" chiese tranquillo.
Zayn sospirò "Volevo chiederti una cosa..." annunciò.

*

Un'ora dopo erano seduti in macchina, fermi davanti ad un palazzo, con Zayn che cercava in tutti i modi di calmare Liam.
"Se non vuoi capisco, non ti voglio forzare a fare niente" disse premuroso ma Liam scosse la testa.
Avrebbe fatto questo per lui, avrebbe cercato di parlare con sua sorella se questo sarebbe servito a qualcosa per chiudere definitivamente con la sua vecchia vita e lo avrebbe fatto anche e soprattutto per Zayn, perché gli aveva offerto una seconda vita e ora toccava a lui ricambiare il favore.
Aveva solo bisogno di un minuto per respirare.
"Liam sul serio, sapevo che non era una buo..." Venne interrotto dal "Baciami" sussurrato da Liam.
Zayn lo guardò negli occhi e poi alzò la mano fino a poggiarla sulla sua guancia "Subito!" disse facendo ridere il più piccolo e sfiorando le sue labbra in un bacio dolce.
Liam rimase con gli occhi chiusi per qualche secondo poi si tirò indietro "Andiamo!" esclamò uscendo dall'auto prima di avere un ripensamento.
Prese un bel respiro e aspettò che Zayn gli fosse accanto per bussare. Quel posto era inquietante e Liam rabbrividì, il bianco dell'intonaco ormai diventato nero e le scale antincendio ormai inutilizzabili, il legno delle finestre era scrostato e la porta d'ingresso non aveva nemmeno un catenaccio, chiunque sarebbe potuto entrare lì dentro.
Seguì Zayn su per delle scale malandate e si aggrappò a lui quando un pezzo di pietra crollò sotto le sue scarpe.
"Cammina vicino al muro" istruì Zayn fermandosi poi davanti ad una piccola porta, bussò tre volte di seguito, come se fosse un segnale e subito dopo una donna sulla cinquantina venne ad aprire con un sorriso enorme sul viso "Zayn!" disse solo avvolgendo le braccia intorno al corpo del moro.
Liam si strinse nelle spalle e si sentì improvvisamente fuori posto, ma Zayn si girò a guardarlo e gli tese la mano. La afferrò sotto lo sguardo stupefatto della donna ed entrarono in quel posto che Liam non avrebbe mai potuto considerare abitabile.
C'era tutto, una cucina, una televisione vecchia, un divano e si intravedevano due stanze ma era minuscola e lui poteva già contare nella stanza altre quattro persone oltre loro due.
"Figliolo!" urlò un uomo alzandosi a fatica, "Papà" disse in risposta il ragazzo stringendolo.
Liam notò che zoppicava ma distolse subito lo sguardo per non sembrare invadente, venne distratto dal saluto entusiasta di una piccola bambina che si agganciò alla gamba del moro e da un altro più pacato di un'altra ragazza che per poco non fece strozzare Liam, era identica a Zayn.
"Perdonami caro, Zayn, presentaci il tuo amico" disse la mamma del moro rivolgendosi a Liam.
"Salve signora, io sono Liam" disse lui timidamente, aveva paura di essere riconosciuto ma sembrava che nessuno avesse idea di chi fosse, eppure era sicuro che al notiziario avessero parlato di lui.
"Non possono accendere la tv per più di un'ora, ehm... sai la corrente..." rispose Zayn, come a leggergli nel pensiero "E preferiscono far vedere i cartoni a questa peste qui" disse scompigliando i capelli della bambina ancora seduta a terra.
Liam annuì e gli si strinse il cuore, quelli erano dei genitori veri, si ritrovò a pensare.
"Sei famoso?" chiese la bambina entusiasta "Perché vai in televisione?" chiese ancora.
Liam le sorrise "Sì ma non dirlo a nessuno!" rispose facendola ridere e Zayn gli sorrise grato.
"Loro sono mia madre Trisha, mio padre Yaser, mia sorella Waliyha e la piccola Safaa" disse Zayn indicando ognuno di loro per poi aggiungere "Lui è Liam, Liam Payne" sentì un sussulto da parte di sua madre e poi proseguì "Il mio... ehm, ragazzo" disse guardando negli occhi il più piccolo, non si erano dati nessuna etichetta ma per il moro Liam era a tutti gli effetti suo.
Trisha si voltò verso Liam con occhi compassionevoli e cercò di non far uscire nessuna delle lacrime che aveva voglia di versare, non aveva mai visto in faccia il ragazzo ma conosceva il suo nome e la sua storia e le si strinse il cuore soprattutto all'udire le ultime parole di Zayn.
"Oh!"esclamò Yaser riprendendosi, tese la mano a Liam "Mi dispiace non poterti accogliere diversamente, ma ci fa piacere averti qui" disse e il castano si aprì in un sorriso grato.
Zayn lo guardò orgoglioso mentre rivolgendosi alla mamma le chiedeva di preparare un caffè, Trisha annuì in risposta aggiungendo scherzosamente "Quello lo abbiamo!"
Liam annuì in risposta con un po' di imbarazzo, gli sembrava assurdo come qualcuno che non aveva quasi nulla riusciva a sorridere più di chiunque altro.
"Zay ma non mi hai portato niente?" chiese Safaa.
"Saf, non infastidire tuo fratello, ci ha portato quel pacco pieno di cibo l'altra settimana e se non sbaglio c'era della cioccolata per te!" la richiamò sua madre prima che chiunque potesse rispondere.
Safaa si rattristò e Liam si maledì per non aver pensato di portare qualcosa, incrociò lo sguardo di Zayn e vi lesse la stessa cosa.
Non sapeva come quel gesto potesse venir inteso ma "In realtà io ho una cosa per te" disse, tirando fuori poi il suo portafogli dalla tasca dei jeans.
Aveva l'attenzione di tutti addosso, piegò una banconota da cento dollari "Io e tuo fratello non abbiamo trovato la cioccolata che ti piace tanto ma abbiamo pensato di dare questa alla mamma così può prenderti tutto quello che vuoi" spiegò dolcemente, passando poi il pezzo di carta a Trisha che lo guardava con la bocca aperta continuando a ripetere che non poteva accettare.
Liam se l'aspettava perciò continuò ad insistere "È un regalo, non siamo riusciti a prendere qualcosa per strada e questo ci sembra l'unico modo per rimediare, vero Zayn?" chiese aiuto all'altro ragazzo e quello annuì "Sì mamma, prendili, riuscirai a pagare la bolletta almeno" rispose e Trisha finalmente annuì ringraziando entrambi.

Quando il caffè uscì, Zayn riuscì a mandare le sue sorelle più piccole nell'altra stanza per poter parlare liberamente con i suoi genitori del motivo per cui si trovavano lì realmente. Suo padre infatti chiese subito spiegazioni al figlio.
Liam, nel frattempo, si guardava intorno e non riusciva a capire dove fosse Doniya, era curioso di vederla, anche se dentro il cuore batteva forte.
"Liam ha pensato, in realtà io ho pensato..." balbettò Zayn "Ehm, vorrei fargli incontrare Don" disse tutto d'un fiato e la tazzina scivolò dalla mano di Trisha frantumandosi in mille pezzi.
"Scusate" disse mortificata.
Liam la guardò, vedeva nei suoi occhi la tristezza e la preoccupazione, in un certo senso la capiva, non voleva far provare a sua figlia altro dolore, non voleva provarne nemmeno lui, per questo si ritrovò a parlare "Hanno rilasciato mio padre per mancanza di prove, Zayn mi ha detto che Doniya non parla quasi più ma vorrei provare, qualsiasi cosa potrebbe aiutarmi"
Dopo qualche minuto di esitazione Trisha sospirò mentre l'uomo al suo fianco le strinse la mano "Lasciamo che provi" disse piano e la donna annuì, con gli occhi lucidi.
Zayn si alzò facendo cenno a Liam di seguirlo e in poco tempo si ritrovarono davanti alla seconda stanza, Liam si chiese dove fosse il bagno e se avessero almeno un po' di acqua calda per lavarsi, eppure la casa era in ordine e pulita.
Quando Zayn aprì la porta l'unica cosa che Liam notò fu il buio.
Si girò verso il moro e quello fece spallucce abbassando la testa, sospirò ed entrò dentro "Don, sono io, Zay" disse teneramente alzando di poco una persiana rovinata ma non ottenne nessuna risposta.
Liam poté vedere la ragazza stesa sul letto con gli occhi persi nel vuoto.
Il cuore si fermò per qualche secondo, poi "Ti dispiace lasciarci soli?" chiese a Zayn.
Il moro lo guardò confuso ma annuì, Liam aveva bisogno di fare tutto questo da solo e poi i muri di quella casa erano praticamente inesistenti, sarebbe rimasto lì fuori ad ascoltare.
"Se hai bisogno chiama" disse prima di uscire.

Rimasto solo Liam si accovacciò a terra, le gambe incrociate e la testa bassa, non sapeva come iniziare, cosa dire, quali parole usare.
"Ehm, anche io le prime volte non riuscivo a parlare sai?" disse agitandosi al ricordo "Zayn voleva che io parlassi con te, non ero pronto a rivivere tutto ma per tuo fratello farei tutto sai? Non c'entra niente ma prima ha detto ai tuoi che ero il suo ragazzo e io mi sono sentito così bene, mi ha dato una seconda possibilità di vivere la mia vita, non so se hai sentito quello che ha detto mentre mi presentava, ma comunque ti ripeterò il mio nome" sospirò "Liam, mi chiamo Liam... Payne" aggiunse ottenendo un irrigidimento del corpo sul letto, segno che almeno lo stava ascoltando.
"Ero piccolissimo quando è iniziato tutto e non sto a raccontarti di quel periodo, penso tu conosca le stesse sensazioni che ho provato io e le stesse brutte mani. Sono qui per dirti che la vita può avere in serbo per te qualcosa di bello come l'aveva per me, tuo fratello è la mia àncora. Vorrei chiederti di denunciare mio padre per farlo arrestare, ma non so se basterebbe, ma se sai qualsiasi cosa, sul serio qualsiasi, aiutami, aiutami e io aiuterò te, sono sicuro che vuoi tornare a vivere anche tu" disse dolcemente.
Sentì un movimento, Doniya si voltò verso di lui e lo guardò, Liam quasi si spaventò quando "Trevor" balbettò "Trevor Philips"
Gli occhi del castano si aprirono "Trevor... Trevor, chi è?" chiese avvicinandosi, ma non ottenne risposta, la ragazza continuava a guardarlo ma Liam si accorse che aveva ottenuto da lei più di chiunque altro.
Chiamò Zayn uscendo dalla stanza e lo trovò seduto sul piccolo divanetto che lo guardava speranzoso "Devo fare una telefonata" disse sorridendo.
"Sai chi è questo Trevor?" chiese Zayn palesando il fatto che stesse ascoltando davanti allo sguardo di disappunto di Liam.
Il moro scrollò le spalle e si grattò la nuca imbarazzato.
"Ora chiamo Niall e chiedo" disse componendo il numero, si accorse qualche secondo dopo di non avere campo.
"Esco fuori a chiamare" disse e Zayn lo seguì immediatamente.
Lo guardò spaesato ma non protestò, poi "Che ne dici se andiamo a comprare qualcosa e mangiamo qui?" chiese scendendo le scale.
Aveva imparato il trucco e si appoggiò al muro.
"Perché vuoi restare?" chiese il moro guardandolo e Liam scrollò le spalle.
"Mi piace la tua famiglia" disse solo.
Liam non capiva ancora perché Zayn non li portasse ad abitare con lui nell'altra casa, ma si ripromise di chiedergli spiegazioni quanto prima.
Una volta arrivati giù chiamarono Niall che si fece ripetere quel nome un paio di volte prima di "Non può essere!" esclamare.
"Che succede?" chiese allora preoccupato Liam "Lo conosci?" aggiunse.
"Sì, è il capo della polizia ma può essere che ce ne siano altri, faccio qualche ricerca e vi richiamo" rispose e Liam riuscì ad acconsentire prima di sentire il vuoto dall'altro capo del telefono.
Zayn lo guardò accigliato "Che merda, chissà cosa c'è dietro!" disse arrabbiato, tirando poi un calcio alla gomma dell'auto.
Liam poggiò le mani sui suoi fianchi richiamandolo piano, il moro si abbandonò al suo tocco e si voltò a baciargli le labbra.
"Forza, andiamo a prendere qualcosa" disse aprendo poi l'auto.
Raggiunsero un supermercato abbastanza lontano, in modo da poter fare tranquillamente la spesa, Liam comprò un po' di tutto e accompagnato dalle chiacchiere di Zayn che gli ricordavano come non spettasse a lui farlo.
"Mio padre vi ha rovinato la vita, sì che spetta a me!" esclamò allora Liam risoluto e il moro si rassegnò al fatto che il cuore di Liam fosse troppo grande per un mondo brutto come quello.
Tornarono indietro con una spesa per venti persone, Trisha e Yaser non sapevano come comportarsi. "È solo un modo per ringraziarvi di aver messo al mondo la persona che mi ha salvato la vita" disse Liam sincero mentre aspettava che Zayn tornasse sopra con le ultime buste.
"Oh, sembra così felice con te" disse Trisha accarezzandogli i capelli.
"Mamma, perché stai toccando il mio ragazzo?" disse il moro facendo ridere tutti.
Per un giorno forse potevano dimenticarsi i problemi e godersi un pomeriggio in famiglia.
Liam si alzò e come se fosse casa sua si diresse in camera di Doniya. Si avvicinò a letto "Ho chiamato il mio amico Niall, sta facendo delle ricerche sul nome che ci hai detto, volevo ringraziarti e beh... Lascio la porta aperta, mi farebbe piacere vederti a tavola e immagino anche la tua famiglia, si inizia sempre da piccoli passi, sono sicuro che ce la farai" disse lasciandole una carezza tra i capelli.

Una mezz'oretta dopo, avevano sistemato la spesa felici, Safaa aveva ricevuto la sua cioccolata e poi si erano stretti tutti intorno al tavolo per mangiare il pollo fritto che Trisha aveva preparato.
"È il piatto preferito di Zayn" disse rivolta a Liam e il castano sorrise. Il moro annuì e si concentrò sul suo piatto, era bello vedere la sua famiglia un po' spensierata.
Doniya non si unì a loro quel giorno ma Liam era sicuro, lo avrebbe fatto presto.

Il viaggio di ritorno verso casa fu silenzioso, ma quel silenzio tranquillo e beato, quello di quando si è troppo felici perfino per parlare.
"Più tardi voglio portarti in un posto" disse Zayn tenendo lo sguardo sulla strada.
"Dove?" chiese curioso il più piccolo ricevendo solo un "Vedrai" come risposta.
Non indagò oltre, sapeva che non avrebbe ottenuto altro dal moro, era così testardo alcune volte ma in fondo era felice e ansioso, voleva portarlo da qualche parte e a lui bastava quello.
Sentì la mano di Zayn accarezzargli la coscia "Grazie per quello che hai fatto per loro oggi" si sentì dire.
Sorrise "Sono contento di averlo fatto!"

*

"Metti anche questa" disse Zayn porgendo una sciarpa nera a Liam che prontamente la fece girare intorno al suo collo fino a coprire gran parte del suo viso.
Erano vestiti tutti e due di nero, il cappuccio della felpa tirato su a proteggerli e una semplice torcia nelle mani del moro. Liam sapeva che tutto questo non prometteva niente di buono ma l'entusiasmo di Zayn era palpabile e lui adorava vederlo così.
Era stato svegliato nel cuore della notte dal ragazzo dopo che era andato a dormire un po' deluso per il fatto che Zayn non l'aveva portato da nessuna parte ma poi l'aveva chiamato a notte fonda e l'aveva convinto in modo subdolo ad uscire nonostante il buio e il freddo. Erano saliti sulla sua moto nera in direzione del Queens, uno dei quartieri di New York.
Si erano fermati in un vecchio magazzino che a Liam parve una stupida baracca ma dalla quale Zayn ne tornò con le mani piene di bombolette colorate, il più piccolo sbatté più volte le palpebre, sapeva che quella zona era famosa per i graffiti, una parte del quartiere era diventata una specie di museo, l'aveva visto con occhi sognanti in televisione e sui giornali, l'aveva sempre considerata un'arte ma non si aspettava che il moro fosse uno degli artisti di strada ad aver creato quello che lui aveva ammirato per anni.
Era piacevolmente sconvolto, Zayn sorrise guardando gli occhi lucidi di Liam e rimise in moto parcheggiando molto distante dal palazzo a cui era interessato.
"Dobbiamo tornare indietro" disse.
"Perché? Non potevi parcheggiare prima?" si ritrovò a chiedere Liam.
"Dopo vedrai!" sorrise il più grande, intimandogli poi di fare silenzio e così si ritrovarono entrambi a costernare una costruzione troppo vecchia per i gusti di Liam, fece rumore con le scarpe e si ritrovò gli occhi furiosi di Zayn contro che gli intimavano di fare silenzio.
"Giuro che se ci beccano sei finito" disse Liam alzando gli occhi al cielo, forse non era abbastanza bravo per fare qualcosa di illegale, ci voleva talento anche in quello, lui non poteva nemmeno rubare una caramella in un negozio, sarebbe stato capace di tornare indietro a scusarsi con il proprietario.
"Stai tranquillo, vedrai che ti divertirai!" disse il moro cercando nel buio la sua mano e stringendola.
Liam annuì anche se nessuno poteva vederlo, camminarono qualche minuto ancora poi si fermarono davanti ad una parete dipinta per metà, il castano si prese qualche minuto per guardare attentamente la parete, la luce fioca della torcia andava ad illuminare solo un pezzetto alla volta ma era sicuro che quello fosse un capolavoro e che quei grandi occhi dipinti sotto la rosa fossero proprio i suoi "L'hai fatto tu?" chiese meravigliato.
"Aspetta che sia finito!" disse orgoglioso Zayn mentre agitava una bomboletta tra le mani.
Lavorava a quel graffito da molto, l'idea iniziale era quello della rosa, grande e rossa ad indicare il suo clan di appartenenza, nonostante stesse provando ad uscire da quella vita era legato a tutto quello, poi però mentre era lì qualche giorno prima due occhi maledettamente belli si erano insinuati nella sua mente e non poteva veramente fare altro che dipingerli lì, con lo stelo della rosa un po' ricurvo proprio in mezzo a loro, ad indicare quella vita passata agganciarsi con tutte le radici a quel presente nuovo e felice.
Si estraniò per un po', si sfilò la giacca e la lasciò abbandonata a terra, sapeva di avere qualche ora di tempo prima che la polizia si accorgesse di qualcosa così iniziò a spruzzare la vernice, sentiva lo sguardo di Liam addosso e non poteva esserne più felice.
Nonostante il freddo si sentiva vivo e bollente, con la coda degli occhi riuscì a vedere Liam afferrare la sua giacca da terra e portarsela in viso per annusarne l'odore, non capiva perché quel ragazzino fosse fissato con il suo profumo "Odori di buono" gli diceva sempre e lui avrebbe voluto tanto rispondergli che lui odorava di casa e felicità, ma non era pronto a quello.
L'aveva capito di provare qualcosa per Liam ma non riusciva ad esprimersi a parole, ma i suoi gesti sembravano bastare al più piccolo che lo fissava orgoglioso e felice.
Nessuno aveva mai fatto una cosa del genere per lui e Liam si sentì speciale, non tutti nel mondo potevano avere un graffito tutto per loro.
La giacca di Zayn ancora stretta tra le mani e il suo odore a renderlo più tranquillo, erano lì da tanto e l'aria pungente lo fece rabbrividire, la neve non si vedeva da qualche giorno ma le temperature comunque erano basse e Liam era tremendamente freddoloso ma non voleva disturbare il moro.
"Ho quasi finito" disse quest'ultimo lanciandogli un'occhiata dolce e stava veramente finendo, mancava solo l'ultima rifinitura alla rosa e la sua firma quando sentì in lontananza le sirene della polizia e un "Fermi dove siete!" in lontananza.
"Merda!" esclamò scarabocchiando velocemente una zeta all'angolo. Poi recuperò le bombolette fece spegnere la torcia a Liam e chiudendo la busta afferrò la mano del più piccolo, poteva vedere le torce delle guardie avvicinarsi così "Corri principessa, corri!" urlò trascinandolo con sé e Liam rise, sentiva l'adrenalina scorrere in corpo, non aveva mai fatto una cosa simile, non aveva mai avuto a che fare con la polizia per aver commesso un reato e ora si sentiva così eccitato.
Zayn scosse la testa e sorrise divertito mentre correva spedito verso una scorciatoia che li avrebbe portati direttamente alla moto.
Conosceva perfettamente quelle strade e così riusciva ad ambientarsi perfettamente anche al buio.
In pochi minuti riuscirono ad uscire sulla strada principale "Ecco perché l'hai lasciata qui" disse Liam con un leggero affanno, sempre con un sorriso sulle labbra.
Zayn nascose la busta nel baule, saltò sulla moto "Infila il casco per bene, andremo un po' veloce!" disse ricambiando il sorriso.
Liam annuì e non se lo fece ripetere due volte, si era sfilato la sua giacca e aveva infilato quella di pelle di Zayn passando la sua al moro che lo guardò confuso indossandola.
"Forza, stanno arrivando!" disse Liam e si aggrappò con forza ai fianchi di Zayn che diede gas e sparì con un rombo per le strade della città.
Sentivano le sirene sempre più lontane e quando furono sicuri di averli ormai seminati Liam strinse forte i piedi alla moto e allargò le braccia, il vento a gonfiare le pareti della giacca di pelle "Wo-oh!" urlò a pieni polmoni, facendo ridere Zayn che in risposta accelerò ancora un po'.
Era così felice che quando si fermarono sotto casa di Zayn, nel Bronx, Liam non gli diede il tempo di aprire la porta che si fiondò sulle sue labbra rosse. Per poco non caddero entrambi a terra, ma il braccio destro di Zayn gli circondò la vita mentre l'altro si andò a poggiare, evitando il disastro, sul muro.
"Ti ho corrotto per caso?" chiese mordendo piano il labbro inferiore di Liam.
"Mi fai sentire vivo!" confessò il più piccolo con gli occhi liquidi e sorridenti e a Zayn quello sembrò più intenso di un ti amo che non si erano mai detti, perché quando una persona ti fa sentire vivo, ti fa sentire felice di vivere è per forza quella giusta e sapere di essere qualcosa per Liam lo rendeva migliore di quanto fosse mai stato in quegli anni.
Gli sfilò la giacca continuando a baciarlo e sentire il suono della risata di Liam e il suo respiro sulle sue labbra lo stavano facendo uscire di testa, si sfilò la giacca e la felpa lasciandole per strada mentre afferrava Liam e lo trascinava al piano di sopra. Liam urlò quando andò a sbattere contro il soffitto facendo preoccupare Zayn che si fosse fatto male ma il più piccolo scosse la testa ridendo.
"Si può sapere perché ridi così tanto?" chiese allora il moro felice.
"Non lo so, sei come un uragano" confessò Liam mentre Zayn lo spinse sul letto.
"Un uragano?" chiese con un sorriso malizioso poggiando le ginocchia sul materasso.
Liam annuì e si alzò leggermente per sfilarsi la felpa e la maglia che aveva sotto, dando così al più grande la possibilità di accarezzargli il petto nudo.
"Sei arrivato come una furia e hai spazzato via tutto il marcio della mia vita, è questo che fanno gli uragani no? Distruggono tutto e poi quando vanno via lasciano una calma dietro quasi assordante" si ritrovò a dire, gli occhi puntati in quelli ambra dell'altro "Ma io non voglio che tu vada via, perciò travolgimi Zayn" continuò poi "...Fammi rimanere nel vento con te!"  

The Roses | Ziam&LarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora