Stay

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"...everything is alright since you came along,

and before you I had nowhere to run to,

nothing to hold on to..."

Stay - Hurts



Louis cercò di evitare per un po' quella conversazione con Liam ma erano ormai giorni che l'idea di andare a Los Angeles era tornata a bussare violentemente nella sua testa. Aveva provato a chiuderla in uno di quei fantomatici cassetti della sua mente, ma puntualmente tornava a dargli fastidio.
Non ne aveva parlato con Harry, non ne aveva parlato con la sua famiglia, semplicemente cercava di combatterla ma si sa, più si cerca di combattere contro qualcosa più quella si ripresenta.
Era seduto su un muretto di Central Park e il vento freddo lo colpiva in pieno viso, guardava i passanti assorti nelle loro vite, amava fare questo tipo di cose, si fermava a capire, a studiare gli altri. Cercava di indovinare il loro paese di provenienza, il perché fossero vestiti in un determinato modo o, come in questo caso, cercava di indovinare a chi quell'uomo dall'aria autoritaria stesse portando quel pacco di Tiffany, a sua moglie o alla sua amante?
Louis storse il naso, era pronto a lasciare quella città? Si era iscritto al test di ammissione in entrambe le accademie e tra pochi giorni avrebbe avuto un provino a Los Angeles, non se l'aspettava, pensava di avere ancora un po' di tempo per dire tutto alla sua famiglia, ad Harry, ma a quanto pare le selezioni per gli studenti venivano fatte man mano che le domande arrivavano in sede, Louis sapeva che avrebbe dovuto affrontare tantissimi altri ragazzi dato che il numero di posti per il nuovo anno era a numero chiuso ma non era quello a preoccuparlo in quel momento.
Sospirò, poi tornò a pensare ad un modo carino per avvertire tutti della sua imminente partenza e del suo provino esattamente tre giorni prima di Natale. Magari il riccio non avrebbe nemmeno battuto ciglio davanti alla sua confessione, forse non lo avrebbe nemmeno forzato a restare, perché in fondo cos'erano? Niente di definito, solo amici con benefici. Louis calciò un sassolino scendendo giù e scacciò quel pensiero, in fondo aveva solo paura di non essere niente, di non valere niente per lui. Louis era combattuto voleva partire ma voleva anche qualcuno che gli chiedesse di rimanere.
Si incamminò con le mani in tasca verso un carretto degli hot dog e ne comprò uno, aveva fame e freddo ma voleva restare ancora per un po' in quel posto.
Un bambino gli corse accanto con un pallone ai piedi e a lui sfuggì un sorriso, ecco un'altra cosa che amava. Il calcio, peccato che negli Stati Uniti non era poi così tanto bello, ma lui seguiva quello Europeo, il Real Madrid e il Barcellona, il Manchester United e il Bayern Monaco, rimaneva sveglio durante la notte in caso di qualche partita importante e non se ne vergognava, sentiva qualcosa dentro che lo faceva elettrizzare, in senso positivo.
La vibrazione del suo cellulare lo fece fermare, il nome di Liam a lampeggiare ininterrottamente, si strinse nella giacca e affondò il naso nello scalda collo grigio, non voleva rispondere.
Era contento per il suo miglior amico, era riuscito a parlare con la sorella di Zayn e le cose si stavano movimentando per incastrare suo padre, quell'uomo che era tornato a casa nonostante tutto.
Grazie a quella chiacchierata Niall aveva fatto partire un'indagine dai servizi segreti, un poliziotto corrotto era molto peggio di un semplice nemico.
Guardò in alto e la sera stava già arrivando, odiava questo dell'inverno, le giornate erano troppo corte anche se l'idea di avere qualcuno con cui passare la serata al caldo sotto il piumone non era affatto terribile. Voleva passare del tempo con Harry e forse doveva dirgli tutto, non poteva fare finta che andasse tutto bene, teneva a quel ragazzo in modo particolare e anche se per lui era tutta una novità e non ne aveva fatto parola con i suoi, voleva viversi quella loro storia e Louis sperava con tutto il cuore che quel ragazzo pieno di tatuaggi lo ricambiasse in qualche modo.
Aveva la testa che minacciava di scoppiare tra il suo futuro e il suo orientamento sessuale, era in una città in cui se ne vedevano tante e quello era un periodo in cui normalmente non bisognava preoccuparsi di amare una persona dello stesso sesso. Sua madre era stata sempre protettiva ma anche una mamma che l'appoggiava in pieno. Afferrò il cellulare dalla tasca e digitò velocemente un numero.
"Louis tesoro, tutto ok?" rispose ansiosa sua madre, possibile che pensasse sempre che fosse in pericolo o in punto di morte?
Louis alzò gli occhi al cielo "Sì mamma, volevo solo chiederti se posso andare nella vecchia casa" disse con un velo di tristezza negli occhi. Non metteva piede in quella casa da anni ormai, da quando si erano trasferiti nell'attico in centro, quella casa era vuota, Louis lo sapeva, come sapeva che avrebbe voluto tanto tornarci ma ogni volta inventava una scusa per non farsi trasportare dai ricordi. Era fatto così Louis, non amava perdersi nella nostalgia e nei ricordi, lo facevano diventare triste e a lui non piaceva essere triste, a nessuno piaceva ma a lui era molto peggio degli altri.
"Oh! Sei sicuro che vada tutto bene Lou? Comunque certo, vieni a prendere le chiavi? Vuoi andare stasera? Se devi andare devi muoverti ci metterai almeno un'ora e sta facendo buio" disse preoccupata e Louis scosse la testa, era incredibile. La informò che sarebbe passato tra poco e poi chiuse la chiamata. Sospirò, mandando poi un messaggio veloce ad Harry "Prepara uno zaino con un cambio, ti porto in un posto, a tra poco. X"
Non aspettò una risposta, buttò nel cestino la carta dell'hot dog e raggiunse a passi spediti la fermata della metro, si fece mentalmente una lista delle cose che avrebbe dovuto portare, sapeva che nonostante non ci abitasse nessuno in quella casa c'era sempre una domestica a pulire e a fare rifornimento di cibo, si appuntò mentalmente di farle fare la spesa per due.

Arrivato a casa lasciò le scarpe all'entrata e passato il corridoio si affaccio nel salotto "Salve" si annunciò sorridendo alle sue sorelline, salutò la tata e poi salì le grandi scale per cercare sua madre.
La trovò intenta a cercare chissà cosa nella cabina armadio, le lasciò un bacio sulla guancia e si lasciò cadere sul grande letto.
"Allora? Dove sono le chiavi?" chiese andando subito al sodo.
Non vedeva l'ora di partire, non vedeva l'ora di vedere Harry e passare del tempo con lui.
Sua mamma lo guardò accigliata, voleva fargli delle domande ma conosceva abbastanza suo figlio da sapere che non avrebbe ottenuto niente in quel momento. Gli indicò un piccolo contenitore sulla cassettiera e Louis balzò in piedi per recuperarla, sorrise stringendo il mazzo di chiavi "Potresti avvertire Patricia di fare la spesa? Grazie mamma!" disse dandole un altro bacio e volando giù per uscire senza aspettare nemmeno risposta, lasciò un bacio alle sue sorelle più piccole e a suo fratello e non si preoccupò di disturbare Lottie e Fizzie, le altre due sorelle, sicuramente erano chiuse in camera a parlare di ragazzi.
Afferrò le chiavi della sua auto e scese nel garage, accese la luce e si aprì in un sorriso davanti alla sua bellissima Mercedes, si infilò in auto e uscì all'aria aperta, richiuse la porta e lasciò che qualcuno per lui aprisse il cancello e uscì definitivamente da quella proprietà. Accese immediatamente la radio, amava lasciarsi trasportare dalla musica mentre guidava, accelerò un po' ora che poteva, poi si immerse nel traffico di Manhattan e lascio che tutti ammirassero l'auto.
Alla fine amava essere al centro dell'attenzione di molti ma ora voleva essere nei pensieri di una sola persona.
Accostò sotto il palazzo e intravide le figure di Liam e Zayn uscire allegramente dal palazzo, il suo miglior amico avrebbe riconosciuto quell'auto da tutte le parti, e infatti si staccò dal moro esclamando "Oh mio Dio Lou, hai tirato fuori la tua Mercedes, la mia Mercedes!" lasciandosi uscire dalla bocca un urlo non proprio virile. Zayn era rimasto in disparte, li guardava attentamente e storse la bocca in una smorfia quando Liam abbracciò Louis di slancio al suo "Sì Liam, puoi sederti, non è la prima volta che entri in questa macchina!" E si sentiva anche un po' fuori posto, un po' idiota con quel jeans di dieci dollari addosso e quella maglia che aveva almeno due anni, si sentiva di non valere niente, non avrebbe mai potuto permettersi una macchina del genere per il suo Liam.
Spostò lo sguardo quando sentì "Oh cazzo!"
Harry si era fermato nel piccolo marciapiede, a pochi passi da lui e fissava Louis e la sua auto senza capirci niente. Liam intanto era uscito "Dove lo porti Lou?" aveva chiesto eccitato, nemmeno dovesse andarci lui a fare un giro.
"Nella mia vecchia casa a Brooklyn" rispose tranquillo Louis mentre sul volto del castano si susseguirono un'espressione di sorpresa e un sorriso enorme.
"Beh mettetevi in viaggio allora, ci vorrà un'ora come minimo, vedrai che ti piacerà Harry!" disse rivolto al riccio, lasciando poi un bacio sulla guancia a Louis.
Harry annuì e guardò Zayn, il moro in risposta scrollò le spalle incoraggiandolo ad andare.
Il riccio si accomodò dentro l'auto e poteva anche restare lì per il resto della sua vita, si sentiva in paradiso e quel sedile era mille volte più comodo del materasso su cui dormiva nel Bronx.
Louis sorrise e chiuse la portiera dell'auto, fece il giro e si rivolse a Liam promettendo di controllare anche casa sua, li salutò entrambi e dopo aver ricevuto un cenno di assenso da parte del castano mise in moto, accarezzando, in modo del tutto casuale, la gamba di Harry.
Zayn fissò qualche secondo l'auto poi distolse lo sguardo e ripresero a camminare verso il centro, Liam voleva portarlo in un altro posto in cui non era mai stato.
"Hai una casa a Brooklyn?" chiese rivolto verso Liam, mettendo le mani in tasca facendo così accigliare il più piccolo.
"Sì, ho una casa a Brooklyn, una casa ad Aspen per l'inverno, una qui e una ad Orlando" rispose il più piccolo, aveva omesso questo dettaglio a Zayn, non si vantava di avere quelle proprietà perché in realtà erano di suo padre e lui non aveva nessun ricordo da quelle parti, solo nella casa a Brooklyn, amava andarci d'estate con Louis. Suo padre non l'aveva mai portato ad Orlando o ad Aspen, ogni tanto partiva per due settimane e Liam non poteva essere altro che felice, quelle per lui erano settimane di pura libertà.
Zayn lo guardò alzando le sopracciglia "Oh, buon per te" disse solo. Liam guardò per terra, si aspettava un comportamento così da Zayn, lui che odiava le persone ricche e che disprezzava il mondo, e poteva anche capirlo vista la condizione della sua famiglia.
"Non sono mai stato ad Aspen e ad Orlando, penso che mio padre ci abbia portato sempre qualche sgualdrina. Ero felice di non andarci, sai erano pochi i giorni in cui potevo comportarmi come ogni altro ragazzo, non le considero mie quelle case, ma se mai dovessi vincere questa causa ti porterò in capo al mondo! Venderemo una di queste case e ne compreremo una nuova alla tua famiglia, non sono uno di quei ricchi viziati e senza cuore Zayn, lo sai" disse mantenendo lo sguardo sempre fisso a terra.
Il cuore di Zayn si era fermato già al suo ti porterò in capo al mondo, perché l'idea di andarci ma anche il solo fatto che Liam l'avesse pensato, lo faceva sciogliere come un ghiacciolo al sole e maledizione, doveva mantenere in piedi la sua facciata da ragazzo di strada.
Guardò qualche secondo le vie di quella città, il via vai continuo di persone, macchine, taxi e autobus, poi si bloccò. Una raffica di vento lo fece stringere dentro quel cappotto nero un po' troppo leggero, afferrò Liam per un braccio e su quella strada piena di gente Zayn ci lasciò quel ragazzo dal sorriso difficile e dai mille problemi, abbracciando un po' di felicità attraverso le labbra di Liam premute sulle sue.
"Ehi" disse Liam teneramente quando si staccarono ma Zayn non rispose. "Tutto bene?" chiese quindi il più piccolo, ricevendo in risposta solo la fronte del moro contro la sua, gli occhi chiusi e il respiro leggermente accelerato. A Zayn non interessava di essere in mezzo a tanta gente, non gli interessava di ricevere occhiate disgustate o amorevoli e non gli importava nemmeno di quel fiocco di neve che si stava poggiando ora sulla guancia di Liam, ormai la neve era diventata parte di loro, semplicemente "Solo... non te ne andare" disse in un sussurro così piano che a Liam sembrò di averlo immaginato.
Lo baciò, perché Liam gli avrebbe tanto voluto dire di essersi totalmente innamorato di lui ma non voleva spaventarlo e così si limitò a farsi stringere i fianchi e bearsi del calore del corpo dell'altro ragazzo accanto al suo e forse quel bacio di amore ne era pieno abbastanza da far recepire il messaggio.
"Sei sicuro di voler andare ancora in quel posto? Abbiamo la casa libera e sta iniziando a nevicare..." disse Liam mordendo il labbro inferiore di Zayn. Il moro ridacchiò, poi gli afferrò la mano destra e annuì "Voglio andare, mi hai invitato ad uscire no?" disse mostrando quel sorriso che a Liam faceva battere forte il cuore.
"È il nostro primo appuntamento, voglio andare" aggiunse ancora, lasciando Liam senza parole, effettivamente non erano mai usciti insieme per una serata fuori, poi diede vita ai suoi pensieri
"Mi aspettavo un invito da te però..." disse e Zayn rise "Stai dicendo che sono io l'uomo della situazione?" disse ridendo malizioso.
Liam gli tirò un pugno scherzoso "Non sono una donna!" disse fingendosi offeso.
"Oh, lo so bene Liam!" esclamò Zayn serio e l'intensità della sua voce fece rabbrividire Liam, poi si riprese e sorridendo "Quindi posso scoparti?" chiese.
"Liam!" ricevette in risposta.
Il castano scoppiò a ridere arrossendo e Zayn lo guardò scuotendo la testa con un sorriso stampato in viso, forse non aveva mai visto niente di più bello degli occhi di Liam quando sorrideva, così si avvicinò al suo orecchio sussurrando solo un "Vedremo" che fece bloccare la risata di Liam all'istante lasciandolo lì fermo mentre Zayn accelerava il passo.
"Muoviti Lee, andiamo a fare questo aperitivo!" disse lasciando che quell'aria tranquilla gli riempisse l'anima.
"Vengo!" rispose il castano riprendendosi e raggiungendolo.
"Di già?" chiese il moro e Liam lo spintonò con una spalla, ricevendo un braccio attorno al busto e un bacio dolce sulla guancia.
Quando arrivarono davanti al locale, Liam aprì la porta e lasciò passare Zayn, per poi "Non vado da nessuna parte" dire.
Si sorrisero a vicenda, felici e con un sentimento nel petto sempre in crescita, pronto ad uscire dalle loro labbra.

*

La neve aveva rallentato il loro viaggio ma a Louis non importava, era felice di passare il tempo con Harry e il riccio sembrava assolutamente della stessa idea.
Aveva cambiato almeno dieci stazioni radio da quando erano partiti e ogni volta che trovava qualche canzone di suo gradimento iniziava a cantare, facendo battere il cuore di Louis velocemente, quella voce graffiata e calda lo faceva impazzire.
Si trovavano ad una ventina di minuti dall'arrivo e Louis si morse il labbro ansioso, forse doveva cogliere l'opportunità di essere in macchina e dire tutto ad Harry, non sarebbe potuto scappare mentre erano in corsa.
"Va tutto bene?" chiese il riccio accorgendosi del malumore dell'altro, passò una mano tra i capelli lunghi, li aveva fatti crescere tantissimo e ora somigliavano quasi ad una criniera.
Louis non rispose, tamburellò con le dita sul volante "Ti piace la California?" chiese all'improvviso.
Harry lo guardò sorpreso, si fermò a pensare "Per quel che conosco della California dev'essere bella ma non posso dirti chissà cosa, non ci sono mai stato" disse sincero.
Louis annuì, sorpassò una macchina "Ti piacerebbe andarci?" chiese "Magari la prossima settimana?" aggiunse fissando sempre la strada prima che l'altro potesse rispondere.
Sentì la bocca di Harry aprirsi e poi richiudersi "Si?" rispose titubante.
Louis si sentì un idiota "Se... Se non vuoi non devi accettare per forza, io devo andare e niente, mi chiedevo se ti andava di andarci insieme" disse evitando ancora di girarsi a guardarlo.
Harry fissava il suo profilo, quel ciuffo di capelli che ricadevano morbidi sulla fronte, l'accenno di barba e quel nasino dolce che voleva continuamente mordere.
"Come mai devi andare in California?" chiese e prima che Louis rispondesse "Comunque mi piacerebbe, ma è quasi Natale e beh io volevo... Ehm, volevo passarlo con la mia famiglia" disse cercando di non sembrare un mammone disperato.
Louis però lo sorprese "Oh, lo so Harry, al massimo torneremo due giorni prima, non preoccuparti!" disse sorridendogli. Aveva rilassato le spalle e Harry lo notò.
"Pensavi non volessi venire con te?" chiese allora sorridendo.
Louis si voltò un secondo "Cosa?" chiese.
Harry ridacchiò "Eri teso prima, poi ti ho spiegato perché avevo dei dubbi nel accompagnarti e ti sei rilassato" spiegò girandosi verso Louis e poggiando il viso sul poggia testa.
Il sorriso sul suo volto avrebbe fatto perdere la testa a chiunque e Louis ringraziò il cielo di aver trovato un semaforo rosso perché si girò a guardarlo "Sei bellissimo" si lasciò sfuggire.
Harry sorrise in cambio "Non mi comprerai con i tuoi complimenti, forza, dimmi cosa devi andare a fare" disse spingendo un dito nel fianco destro del più grande.
"Prometti che non scapperai?" chiese e Harry, dopo aver aggrottato le sopracciglia, annuì.
"Ho un provino... Per entrare nell'accademia d'arte" disse ripartendo e evitando lo sguardo di Harry.
Sul volto del riccio si aprì un sorriso enorme "Cosa c'è di sbagliato? Perché dovrei andare via? Tu sei rimasto nonostante io sia un malcapitato del Bronx!" disse dolcemente.
Il cuore di Louis batté forte, dove l'aveva trovato un ragazzo come quello, non poteva essere vero.
"Io..." provò a dire ma dalla sua bocca non uscì altro.
Harry stava per dire qualcosa ma Louis accostò nelle vicinanze di un cancello, suonò e dopo qualche secondo quello si aprì rivelando agli occhi di Harry una casa del tutto fuori dalla sua portata, rimase a boccheggiare per qualche secondo davanti a quella struttura moderna ed enorme a pochi metri dal fiume Hudson. Louis lo guardò godendosi la sua reazione ed entrò nel garage e lo invitò gentilmente a seguirlo. Harry continua a guardarsi attorno, mentre risalivano le scale interne, il parquet in legno nero e le infinite luci attaccate al soffitto lo facevano sentire quasi una celebrità, tutto quel lusso l'aveva visto solo una volta in un hotel in cui lui e Zayn avevano fatto una consegna, imbucandosi ad un party.
Louis gli strinse la mano "Tutto ok?" chiese sorridendo e Harry annuì.
Arrivarono in quel che Harry classificò come soggiorno e chiese "Posso trasferirmi qui?" Godendosi quella casa. Una donna sulla cinquantina arrivò da una porta che il riccio identificò come cucina dal profumo che arrivava.
"Signorino Tomlinson!" esclamò la donna sorridendo a Louis.
Il castano lasciò la mano di Harry e abbracciò la donna "Patricia!" disse amorevolmente, voleva bene a quella donna, lo aveva praticamente cresciuto e poi amava la sua pasta alla carbonara, era in grado di farne una perfettamente uguale a quella che aveva mangiato una volta in Italia.
"Non sapevo che avesse compagnia" disse rivolgendo uno sguardo ad Harry.
"Lo so e so anche che la mamma ti ha chiesto di dirle con chi ero!" disse ridendo Louis poi accarezzò un braccio di Harry e lo presentò "Lui è Harry, un... amico speciale..." Ed Harry sfoggiò il più grande dei suoi sorrisi mentre afferrava la mano della donna e le baciava il dorso, facendola sorridere come un'adolescente.
Louis alzò gli occhi al cielo "Esibizionista" sussurrò tra i denti.
Scosse la testa "Posso sentire che hai preparato la cena, ti ringrazio ma comunque puoi prendere tre giorni di riposo, non preoccuparti" disse serio rivolto alla donna e lei, un po' sorpresa annuì.
"Ho fatto la spesa e per fortuna sono abituata ad abbondare" disse sorridendo per poi congedarsi per andare a recuperare le sue cose e andare via.
Harry sorrise "Sembra dolce" disse e Louis annuì "Lo è, è stata un po' una seconda mamma, non la vedevo da tanto, dopo il matrimonio di mia madre ci siamo trasferiti in centro, non torno qui da tanto, ci venivo ogni tanto con Liam ma per lo più stavamo a casa sua che, se ti interessa" disse avvicinandosi alla grande vetrata della stanza "Si trova lì!" continuò, indicando la casa dall'altro lato della siepe.
Harry annuì, sembravano tutte enormi quelle case, appena aveva avvistato la casa da fuori aveva pensato di non poter sopravvivere a tutto quello, eppure in questa casa, nonostante la grandezza e i mobili di lusso riusciva a vederci solo tanto Louis.
Un Louis piccolo che giocava, o un Louis più grandicello che prendeva il sole sul terrazzo.
"Sono felice che tu sia qui" disse il più grande accoccolandosi al suo petto.
La differenza di altezza lo rendeva così piccolo in confronto ad Harry che sembrava quasi fosse lui il minore tra i due. Harry gli scostò i capelli dal viso "Adesso me lo dici cos'è che ti trattiene qui? Perché eri preoccupato prima?" chiese continuando a guardare la neve scendere dalla vetrata.
Louis si girò tra le sue braccia "Tu" disse "Mi trattieni tu!"
Harry chiuse gli occhi, perché quello non l'aveva messo in conto e rimase in silenzio.
"Oh Dio!" disse Louis staccandosi da lui "Che stupido che sono" continuò dopo un po' alzando di poco la voce e coprendosi il viso con le mani.
Harry lo raggiunse afferrandolo per i polsi e indietreggiarono fino a quando il muro chiaro entrò in contatto con la schiena di Louis.
"Cosa Louis? Cosa stai cercando?" chiese guardandolo negli occhi.
Il più grande distolse lo sguardo e cercò di trattenersi dal piangere e Harry gli morse il mento.
"Non posso chiedertelo Louis" disse continuando a baciarlo sul collo "Non posso, non se dopo diventerò quello che ha distrutto i tuoi sogni" disse avvicinandosi con il corpo.
"Non è vero, ho fatto la domanda anche a New York e..." non riuscì a finire di parlare perché il corpo di Harry lo schiacciò completamente.
"No Louis, se verrai accettato in California tu ci andrai perché è quello che vuoi" disse il riccio direttamente nell'orecchio di Louis e quella conversazione che Louis si era immaginato avvenisse seduti uno di fronte all'altro si stava trasformando in qualcosa di troppo erotico. Si lasciò sfuggire un gemito "E questo?" chiese.
Harry gli prese il viso tra le mani e sorrise "Io non posso chiederti di restare, ma puoi farlo tu" disse avvicinandosi alle sue labbra, a sfiorarle quasi.
"Ma... Ma sono io a dover andare via!" disse perdendosi negli occhi verdi dell'altro.
"Lo so idiota!" sorrise Harry "...Io non ho niente da perdere, posso ricominciare ovunque, mi basta trovare una sistemazione alla mia famiglia e basta, ma tu hai un sogno che devi realizzare e io sono disposto a venire con te se me lo chiederai" disse serio e Louis non poté fare altro che spingersi in avanti e baciarlo.
"Resta!" disse affondando le mani ormai libere nei suoi ricci. "Resta con me" continuò mentre circondava i fianchi di Harry con le gambe.
Le mani del riccio gli sfiorarono il sedere per tenerlo su e Louis ansimò, poi "Resta" ripeté ancora spingendo il ragazzo verso una delle stanze da letto. Continuarono a baciarsi, in uno di quei baci che sanno di nuove promesse e di felicità, per poco non inciamparono e Harry si ritrovò a flettere i muscoli delle braccia per evitare una rovinosa caduta a Louis mentre lui ripeteva come una cantilena tra un bacio e un altro quel Resta che gli faceva uscire il cuore dal petto.
Ed Harry annuì "Sono qui Louis, sono qui" disse poggiandolo poi su quel letto enorme in una stanza grande quanto il suo vecchio appartamento per intero, ma in quel momento non gli interessava altro che baciare quel corpo perfetto, lo aiutò a togliere la felpa e poi si ritrovò di spalle contro il materasso, sorrise, Harry amava il lato autoritario di Louis, così si lasciò spogliare, dai vestiti, dalle insicurezze e dalla paura e lasciò ai baci di Louis il potere di accenderlo ad ogni passaggio.
Inarcò la schiena quando sentì il più grande cercare un contatto più intimo con lui "Cosa hai intenzione di fare?" chiese e Louis non rispose, sorrise solo, poggiando poi le labbra sotto il suo ombelico. Harry alzò gli occhi al cielo, quel Louis dispettoso a letto lo faceva eccitare ancora di più, gli accarezzò i capelli e il castano ridacchiò mentre la stoffa dei boxer di Harry entrava a contatto con il suo naso.
"Louis, smettila di girarci attorno" lo implorò ma il castano non aveva nessuna intenzione di ascoltarlo, continuò a lasciare baci ben calibrati lungo le sue gambe lunghe, non avrebbe negato di essere pazzo di quelle gambe. Louis le amava, erano lunghe e perfette, risalì piano "Che dici, li togliamo?" disse sorridendo e Harry lo fulminò con lo sguardo "Louis!" sussurrò e il castano lasciò scivolare via quell'indumento superfluo, sentendo poi la sua eccitazione crescere alla vista del corpo nudo dell'altro. Risalì ad incontrare le sue labbra e lo baciò, portandosi poi a cavalcioni su di lui, facendo scontrare tutto il loro corpo. Harry ansimò e arpionò i suoi fianchi per sentire ancora quel brivido lungo la schiena e, letteralmente, lo prego.
"Ti prego cosa?" gli chiese Louis.
Harry lo guardò e gli tirò forte il labbro inferiore "Vuoi sentirti dire che ti voglio signorino Tomlinson?" lo prese in giro, beccandosi un pugno dal più grande e un "Non mi chiamare così" detto mentre insinuava una mano tra le sue gambe che lo fece sussultare di piacere.
"Ora non mi prendi più in giro bambolina?" disse al suo orecchio e Harry si morse il labbro inferiore negando con la testa, prima di abbandonarsi alle carezze di Louis.
Quel "Credo di essermi innamorato di te" detto da Harry, Louis lo interpretò come frutto del piacere eppure gli occhi del riccio parlavano chiaro quando limpidi e dolci lo guardarono.
Il castano si prese qualche secondo per realizzare le sue parole e lo baciò, lo baciò con così tanta passione che quello che successe dopo, fu solo una normale conseguenza del loro rapporto.
"Allora fai l'amore con me e resta, perché questo è l'unico modo che ho per dirti che ho bisogno di te" gli disse dolcemente lasciando dei baci teneri lungo la sua mascella.
Harry annuì e lasciò che le loro bocche si incontrassero ancora. Louis aveva il cuore a mille quando Harry lo spogliò dell'ultimo indumento che li teneva separati, fuori la neve scendeva lenta mentre loro si promettevano in qualche modo amore.
Louis gli baciò delicatamente la bocca prima di incamminarsi lungo il corridoio da dove erano venuti, Harry si tirò su, poggiandosi sui gomiti mentre ammirava il suo corpo. Quando tornò, con un sorriso sulle labbra e un tubetto tra le mani Harry sorrise ricadendo sereno sul letto.
"Ti eri preparato?" chiese mentre Louis si avvicinava "In realtà ci speravo, non penso di poterti resistere ancora per molto" rispose.
Harry si morse le labbra "È la tua prima volta con un uomo vero?" chiese.
Louis si voltò a guardarlo e annuì, aveva un po' timore di non fare bella figura ma voleva Harry, lo voleva in tutti i modi e in fondo aveva fatto le sue ricerche, sapeva cosa fare più o meno.
Il riccio si portò due dita in bocca e le succhiò in modo vergognoso facendo tremare Louis.
"Rilassati Lou, ci penso io a prepararmi" lo sorprese e Louis non poté fare altro che osservare con il cuore che batteva all'impazzata e un'eccitazione evidente tra le gambe quello spettacolo che era Harry Styles mentre gemeva di piacere e inarcava la schiena.
Louis gli sfiorò un fianco e al suo cenno di assenso si posizionò tra le sue gambe, gli baciò il petto mentre si univa a lui e cercò di trattenersi dall'urlare, perché quel senso di pienezza che provava lo stava facendo già esplodere e di sicuro non poteva fare una figuraccia del genere.
Lasciò ad Harry il tempo di abituarsi alla sua presenza e quando quest'ultimo iniziò ad andargli incontro lo strinse spingendo in lui mentre lo sentiva gemere e solo quelle mura potevano sapere quanto rumoroso fosse quel riccio.
"Sei bellissimo" disse ancora Louis e Harry sorrise, di quei sorrisi pieni e felici, con la testa all'indietro e gli occhi chiusi.
Si sentiva legato ancora di più al ragazzo dagli occhi azzurri ad ogni affondo e aveva sicuramente marchiato la sua schiena con le unghie ma non gli importava perché quei baci e il suo nome ripetuto tra un gemito e l'altro lo stavano portando al limite e quando sentì il familiare dolore allo stomaco che precedeva il suo piacere si lasciò andare tra i loro corpi, seguito poco dopo da Louis.
"Oh mio Dio!" esclamò il castano affondando il viso nel collo di Harry.
Il riccio rise ancora più forte quando "È stato fantastico!" sentì dire da Louis e lo circondò con il braccio, nonostante volesse le coccole, sapeva di dover dare a lui lo spazio per rendersi conto di quello che era successo.
Louis respirò "Credo proprio di essere d'accordo con te" disse alzandosi sul gomito destro e accarezzandogli i ricci con l'altra mano.
"Su cosa?" gli chiese allora Harry.
"Sull'essermi innamorato" rispose
"Ah, quindi sei innamorato di te stesso?" chiese sorridendo e facendo scontrare i loro nasi, ricevendo un "Ovvio, ma sono innamorato anche di te!" in risposta, detto così tranquillamente che ad Harry per poco non arrivò un infarto e forse era proprio quello che lo faceva impazzire, il fatto che Louis fosse così aperto e sincero con tutti a tal punto da confessargli i suoi sentimenti come se fosse la cosa più normale del mondo.
"Dio, vieni qua" disse facendolo rotolare sul materasso e cosa importava se erano sudati e sporchi, voleva solo baciarlo e fargli sentire che ci sarebbe stato, nonostante tutto.  

The Roses | Ziam&LarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora