Mary

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"Ha un'anima ferita un'innocenza rubata,
sa che è la vita non una fiaba ma ora Mary è tornata una fata
era altrove e suo padre ora ha smesso di vivere, 
Mary fissa la sua lapide versare lacrime è impossibile"


Erano arrivati in centrale il prima possibile ma si erano accorti di qualcosa di strano molto prima di fermare l'auto, c'erano volanti in ogni angolo, gente raggruppata che tentava di farsi spazio per vedere meglio, Liam guardò Zayn confuso e il moro scrollò le spalle, non avevano idea di cosa fosse appena successo.

Trovare un posto nelle vicinanze in cui fermarsi fu praticamente impossibile, furono costretti a parcheggiare in una strada secondaria e quando si avviarono a piedi, incrociarono persone che parlottavano tra di loro quasi spaventate.
Liam si rese conto che qualcuno lo stava osservando, alzò la testa per incontrare lo sguardo sorpreso di due donne dall'altro lato della strada, una di loro lo stava indicando ma abbassò immediatamente il braccio e trascinò la sua amica via quando si accorse che Liam la stava guardando.
"C'è qualcosa di strano" disse allora rivolgendosi a Zayn.
Il moro gli circondò la vita con il braccio e lo invitò dolcemente a camminare in avanti, raggiunsero la centrale in poco tempo, si fecero spazio tra la folla, chiedendo scusa e spintonando qualcuno, altri li fecero passare dopo aver visto Liam.
Quando raggiunsero la fine della fila, Liam notò subito il nastro giallo che la polizia usava per delimitare le scene del crimine, si guardò attorno, poi vide a terra un lenzuolo bianco a coprire un corpo, si ritrasse per istinto e Zayn lo guardò spaventato, poi seguì il suo sguardo.
"Cos'è successo?" chiese il moro alla gente accanto.
Alcuni di questi si guardarono attorno, un po' agitati, un po' tristi.
"Non lo sapete?" chiese uno di loro.
Zayn scossa la testa, non voleva essere scortese e rispondere male così "No, dovremmo?" chiese.
Una donna sulla cinquantina, con i capelli corti e un viso dolce si avvicinò, poggiando poi la mano sulla spalla destra di Liam che si era voltato incuriosito dalla conversazione.
"Ragazzo, forse dovresti entrare dentro e lasciare che qualcuno ti spieghi tutto" disse con fare materno. Liam non era stupido, non lo era mai stato e non ci mise molto a ricollegare la telefonata allarmata di Niall, gli sguardi attenti dei passanti e la frase della donna.
"Mio padre" disse freddo.
La conferma che quel corpo a terra fosse di suo padre la ottenne dalla mancata risposta dei presenti, alcune volte il silenzio è in grado di dire molte più parole della voce stessa.
Cercò gli occhi di Zayn qualche secondo dopo, sentiva freddo, non avrebbe pianto, di certo suo padre non si meritava quello, ma sentiva freddo comunque e non era dovuto alle temperature esterne, si sentiva svuotato, spaventato dal futuro, della sua famiglia non era rimasto niente e lui non riusciva a dispiacersi del tutto, una vocina interna a ripetergli che ora era libero.
Quando avvertì le dita del moro stringersi attorno alle sue e un bacio lieve sulla guancia chiuse gli occhi.
"Non sei solo Liam, io sono qui per te!" sentì dire in un sussurro, Zayn aveva abbassato tutte le sue difese con lui e nonostante facesse il duro con gli altri, riusciva ad essere un fidanzato premuroso e dolce per Liam.
Il castano non disse nulla, scavalcò il nastro porgendo poi la mano al moro e si fermò a pochi passi da suo padre, attorno a lui sembrava che tutti stessero trattenendo il fiato ma non successe nulla, semplicemente camminò verso l'entrata della centrale di polizia, la mano destra salda in quella di Zayn.
"Liam?" lo richiamò questo una volta dentro.
"Sto bene!" disse avanzando, ma il moro era più forte di lui e lo strattonò tra le sue braccia, circondandogli la vita e spingendolo ancora più vicino, lo sentì lasciarsi sfuggire un singhiozzo e gli accarezzò dolcemente i capelli, poco più su della nuca.
"Puoi sfogarti Liam, piangi, urla, puoi anche prendere a calci qualcosa" disse il moro ma l'altro ragazzo negò con la testa.
"Io... Non..." Si asciugò le lacrime staccandosi di qualche centimetro prima di continuare "... Sono una brutta persona se piango perché mi sento libero?" chiese guardando Zayn dritto negli occhi.
"Oh, no amore, no che non lo sei!" rispose il moro accarezzandogli la guancia. "Non sei una cattiva persona Liam, non lo sarai mai, hai la bontà nel cuore e quello che hai passato giustifica ogni tua possibile reazione a tutto questo, ok? Ti conosco abbastanza da sapere che dentro hai un conflitto interiore, sei in parte dispiaciuto per quanto è successo ma sfido chiunque, in una situazione come la tua, a non sentirsi sollevato!" continuò, gli occhi dolci a infondergli un po' d'amore.
Liam annuì e lo baciò sulle labbra, era sempre un tuffo al cuore per entrambi ma in quel bacio c'era qualcosa di nuovo, c'era il futuro.
"Liam?"
I due ragazzi si staccarono quando udirono la voce di Niall richiamare il castano.
L'ispettore gli corse incontro stringendolo in un abbraccio.
"Amico, non so cosa dirti di preciso ma sono una persona che dice sempre quello che pensa quindi non prendertela troppo se sono sollevato, ti meriti una vita felice!" disse con la mano sinistra poggiata saldamente sulla spalla di Liam.
Il ragazzo in risposta accennò un sorriso.
"Non ti preoccupare Nì, voglio solo sapere cos'è successo e se devo firmare qualcosa o come comportarmi, del resto mi importa ben poco"
Niall annuì e dopo aver salutato anche Zayn fece strada verso un ufficio, li avvertì di un nuovo commissario che avrebbe parlato con loro ma assicurò a Liam che sarebbe rimasto al suo fianco.
Zayn venne distratto dallo squillo del cellulare e stava per attaccare quando Niall lo avvertì del fatto che per il momento sarebbe dovuto restare fuori dato che, secondo la legge, non aveva legami con Liam. Il moro vacillò qualche secondo, era pronto ad inveire contro il ragazzo ma poi si fermò, aveva ragione e lui aveva promesso a Liam che non si sarebbe cacciato nei guai.
Allora richiamò il suo ragazzo prima di lasciarlo entrare. "Ti amo, sono qui fuori" disse e il castano annuì.
"Lo so, ti amo anche io Zay, grazie."
Zayn lo lasciò entrare e quando la porta si chiuse si lasciò andare ad un respiro più grande degli altri. Sentiva lo stomaco attorcigliato per l'agitazione, doveva essere forte per Liam ma si concesse qualche minuto per prendersi il viso tra le mani e fare il punto della situazione, non sapeva cos'era successo di preciso ma non era la prima volta che vedeva un omicidio, qualcuno aveva ucciso il sindaco e per Liam non sarebbe stato facile affrontare tutto, i media, le persone curiose, gli avvocati. Quando il telefono suonò di nuovo rispose al suo miglior amico, lo ascoltò parlare entusiasta ma poi si ritrovò a chiedergli con tono piatto di parlare con Louis.
Il suo ragazzo non avrebbe mai permesso al suo miglior amico di tornare a casa senza fare il provino ma anche lui doveva sapere, così rivelò a Louis cos'era appena successo.
Sentì il silenzio dall'altro lato della cornetta poi "Come sta?"
"Siamo in centrale, è dentro una stanza, gli stanno dicendo cos'è successo realmente, è forte lo sai, sembra solo essere combattuto con sé stesso."
Sentì un sospiro. "Sarà combattuto se essere felice o triste" constatò Louis e Zayn annuì anche se l'altro non poteva vederlo.
"Già, anche perché penso sia stato un omicidio" lo avvertì.
"Ah, era ora che qualcuno lo facesse fuori!"
"Louis!" sentì dire da Harry, a quanto pare era in viva voce.
"Ho ragione Harry, non puoi biasimarmi!" continuò e forse non aveva tutti i torti, Zayn stesso aveva pensato qualche volta di farlo, ma si era tirato indietro, troppo preso da Liam e dal suo essere buono con il mondo.
Sentì la porta della stanza aprirsi e subito chiuse la chiamata avvertendoli che li avrebbe richiamati e si precipitò verso Liam che sembrava visibilmente scosso.
"Vogliono parlare con te" disse con tono piatto, sedendosi poco dopo.
"Liam, che è successo?" chiese abbassandosi alla sua altezza.
"Lo avevano arrestato, lo stavano portando qui quando due persone in moto si sono avvicinate, uno di loro aveva una pistola e l'ha freddato con cinque colpi." rispose guardando dritto davanti a sé.
"Sono riusciti a prendere la targa? A inseguirli? Hanno fatto qualcosa?"
Liam negò con la testa. "No, l'unica cosa che hanno notato era un tatuaggio sul gomito destro... Una rosa." disse il castano guardandolo negli occhi.
Zayn indietreggiò. "Io non c'entro niente Liam, anche se tuo padre ti ha fatto del male era sempre l'ultima parte della tua famiglia, non ti avrei mai fatto una cosa simile, doveva marcire in prigione, quello sì. Ma non ho comandato a nessuno di ucciderlo e poi sai benissimo che il clan non è più sotto il mio controllo!"
Liam scosse la testa. "Zay calmati, io lo so, mi fido di te e ti ringrazio per quello che hai detto, si meritava di scontare la sua pena e soffrire da solo, è stato inumano ma non era così che doveva finire, non con due sconosciuti a caso e cinque pallottole nel petto, doveva pagare ogni singola lacrima che ho versato! La cosa che mi fa più rabbia è questa, non pagherà mai!" si sfogò, gli occhi lucidi e il fiato corto.
Si sarebbe sentito male per quei pensieri una volta a casa ma non riusciva a convincersi che fossero sbagliati, suo padre avrebbe dovuto provare la sofferenza e la solitudine sulla sua pelle.
"Lee, tutto succede per un motivo, forse questo è l'unico modo che c'era per liberarti del tuo passato, quello che conta è che tu sei qui, che io sono qui insieme a te e quello di cui ci preoccuperemo d'ora in avanti sarà il nostro futuro, non sarà facile lasciare il passato totalmente alle spalle ma tu lo stai facendo a piccoli passi e io sono orgoglioso di te!" disse Zayn accarezzando il viso di Liam e sorridendogli persino con gli occhi.
"Zayn" venne richiamato da Niall.
Il moro annuì e dopo aver lasciato una carezza a Liam entrò nella stanza.
Nella mezz'ora successiva si ritrovò ad osservare video di sorveglianza, foto su foto dei suoi vecchi amici del clan per riuscire anche solo a cogliere un altro particolare.
Nessuno gli aveva chiesto se sapesse qualcosa, Niall gli sorrise porgendogli un bicchiere d'acqua.
"So che è un lavoro duro Zayn ma concentrati il più possibile" disse.
Zayn sorseggiò l'acqua e sorrise appena poi chiese subito di Liam.
"Sta bene, immagino sia al telefono con Louis, tra poco torno da lui con un avvocato per spiegargli quello che succederà con le proprietà e l'eredità" disse risoluto e Zayn annuì prima di venire lasciato solo in quella stanza.
Il nuovo commissario l'aveva lasciato guardare le foto in pace, uscendo più volte dalla stanza, Zayn aveva come il sospetto che si aspettasse un passo falso, ma non aveva niente da nascondere, così continuò ad osservare le foto per poi far ripartire il video.
Fu allora che ci fece caso, per tutto quel tempo aveva dato per scontato che fosse un caso che il ragazzo seduto dietro avesse sparato prima con la mano sinistra e poi con la destra.
Poi si ricordò di Steve, cercò la sua foto e lo fissò, aveva più o meno la sua età era l'unico nel clan ad essere ambidestro, all'inizio era invidioso di lui, nessuno riusciva ad avere una mira così precisa con entrambe le mani, nemmeno dopo anni di esercitazioni. Si alzò dalla sedia ma prima ancora che aprisse la porta, il commissario gli si parò davanti, confermando la sua ipotesi, l'aveva spiato per tutto il tempo. Zayn stava per mandarlo a quel paese, poi si ricordò del perché si trovava in quel posto e gli consegnò la foto.
"Le stavo portando questa" disse semplicemente.
"Chi è?"
Zayn spiegò la sua teoria su quel ragazzo che aveva incontrato un bel po' di volte. Gli raccontò della sua abilità a sparare di precisione con entrambe le mani, sapeva di esporsi troppo ma doveva dire tutto quello che sapeva. Quando Niall entrò nella stanza lo guardò preoccupato ma Zayn gli sorrise, non aveva paura.
"Ci confermi che questi nelle foto erano tutti tuoi, come vogliamo chiamarli, colleghi?" disse l'uomo sfidando Zayn apertamente, indicando le foto sul tavolo.
Il moro lo fissò negli occhi per qualche istante, in quelle fotografie mancava Harry, era l'unico a non essere su quel tavolo, stava per rispondere ma Niall lo anticipò.
"Posso confermare, erano questi i ragazzi del clan, c'era un altro ragazzo con Zayn ma viveva solo con lui, nei mesi sotto copertura ho potuto constatare di persona che non era altro che un amico intimo di Zayn" disse risoluto l'ispettore, il moro lo guardò confuso, non fece notare la sua sorpresa nell'udire quelle parole, semplicemente annuì, stando al gioco di Niall.
"Oh, gli amici intimi non ci interessano!" disse sarcastico il commissario.
Zayn annuì, ringraziò mentalmente Niall, aveva protetto Harry come gli aveva chiesto.
"Per quanto riguarda te Zayn, l'ispettore Horan mi ha riferito della collaborazione in tutti questi mesi di indagine e di quanto tu sia stato fondamentale in determinate operazioni, la tua fedina penale è sempre macchiata ma puoi stare tranquillo, non dovrai scontare nessuna pena. Stai comunque attento ragazzo, ti tengo d'occhio!" quasi lo minacciò, poi si lasciò sfuggire un sorriso.
Zayn non riusciva a decifrarlo, sembrava un uomo buono e cattivo allo stesso tempo, ma in fondo si poteva dire di lui la stessa cosa, il margine tra l'essere una brava persona e una cattiva, a suo parere, era molto sottile. Il moro si limitò ad annuire, per quel giorno aveva vissuto già troppe emozioni.
Si congedò da Niall e dal commissario dopo che quest'ultimo gli aveva indicato la porta per uscire e prese un bel respiro. Con poche falcate raggiunse il suo ragazzo nella sala d'attesa, era seduto composto su una sedia all'angolo della stanza, la testa poggiata al muro e gli occhi chiusi.
Si avvicinò con calma, poggiando poi le labbra sulla fronte di Liam, lo sentì irrigidirsi qualche secondo, poi le mani gli arpionarono i fianchi, rimase fermo e in piedi mentre la testa del suo ragazzo poggiava sul suo stomaco, le mani strette sulla sua felpa come se lui fosse la sua unica àncora di salvezza.
Zayn gli accarezzò i capelli lentamente, lo guardava dall'alto malinconico, non stava piangendo Liam eppure riusciva a vedere del dolore.
"Andiamo a casa Lee" disse dolcemente.
Liam annuì e si alzò per affiancarlo.
"Niall ha detto che se non voglio organizzare il funerale posso farlo, ci penseranno loro, lo seppelliranno in una fossa comune" disse.
Zayn lo guardò confuso, non sapeva di preciso cosa dire.
"Qualsiasi cosa deciderai avrai il mio sostegno!"
"Voglio farlo Zayn, non sono come lui, mi accompagni a scegliere tutto domani?" chiese guardandolo negli occhi.
"Tu non sarai mai come lui Liam, su questo non ho dubbi, tu sei qualcosa in più rispetto a tutto il resto degli uomini" gli sussurrò Zayn a pochi passi dalle sue labbra.
Le sfiorò appena, si portò le loro mani incrociate alle labbra e baciò il dorso di quella del castano. Prima di avviarsi verso casa si voltarono alla ricerca di Niall, l'ispettore era impegnato in una telefonata e si limitò a salutarli con una mano, facendo segno ad entrambi che si sarebbe fatto sentire. Una volta fuori la strada era ormai sgombra e Zayn si chiese che cosa ne avessero fatto del corpo ma Liam rispose prima ancora che potesse formulare la domanda.
"Ho dato la mia disponibilità per organizzare il funerale ma ho chiesto a Niall se fosse possibile tenere il corpo ancora in ospedale anche dopo l'autopsia, mi ha detto di sì. I funerali ci saranno tra tre giorni credo, mi sembra che hanno detto questo quando Niall ha chiamato. Non mi interessa in realtà, pagherò per tutto ma non voglio sapere niente e poi tra tre giorni è Natale" disse Liam mentre il vento fresco gli scompigliava il ciuffo di capelli.
Zayn lo ascoltò attento, annuendo ogni tanto, non sapeva cosa dire, voleva che Liam prendesse quella decisione da solo, pensando realmente a sé stesso e non a quello che gli altri pensavano fosse giusto.
"Natale è una bella festa" disse allora. "Mi piaceva molto da piccolo, anche se non avevamo niente mamma quel giorno riusciva a recuperare qualcosa di ottimo per mangiare" continuò, sorridendo al ricordo di quei giorni duri ma felici. I problemi sembrano sempre insuperabili eppure più si va avanti con l'età e più guardando indietro ci si accorge di quanto quelli che un giorno erano ostacoli insormontabili sono solo parte di quello che siamo diventati oggi.
"Anche a me piaceva il Natale da piccolo, mi piaceva vedere le vetrine addobbate e le luci in città poi passava tutto, da quando sono qui non ho mai visto l'albero di Rockefeller Center, lo so sembrerà strano ma mio padre non mi lasciava uscire poi molto" rise sarcastico. "Volevo andarci un anno con Louis, ma ci scoprì, non so perché odiasse questo periodo dell'anno più degli altri o forse perché era il preferito della mamma, lei aveva il vizio di mettere per casa tanti addobbi, alcune volte lo faceva apposta anche se sapeva che papà li avrebbe rotti tutti una volta a casa" continuò a raccontare, con lo sguardo perso davanti a sé, il dolore di un passato mal vissuto in ogni parola. Zayn, però, si lasciò catturare dalla forza che il corpo di Liam sprigionava e non era quella fisica, era la forza di chi nonostante tutto sognava di vivere.
"Perché non andiamo in centro?" chiese allora.
"Cosa?"
"Vieni con me a vedere l'albero Liam, possiamo anche pattinare sai?" disse tendendo la mano verso di lui.
Liam lo guardò titubante e Zayn gli sorrise. "Prima andremo a comprare l'albero più bello di sempre e tutti gli addobbi che vuoi e... Che ne dici se organizziamo una cena a casa il giorno di Natale? Possiamo invitare tutti e per favore non fare quella faccia, nessuno ti giudicherà, nessuno ti punterà il dito contro! Ridi Liam, ridi ogni giorno, ogni ora, ogni minuto da adesso in poi, non l'hai fatto per troppo tempo!" concluse serio, si guardarono intensamente e in quel momento il vento colpì entrambi, quasi crudele. Liam chiuse gli occhi e si lasciò invadere da quell'aria fredda, la fece entrare dentro, per far congelare tutto quello che era stato e si avvicinò a Zayn, perché aveva bisogno di qualcosa di caldo per far sciogliere il dolore che si portava dietro e il moro era la sua fonte di calore inesauribile.
"In questi anni mi sono sempre chiesto quale fosse il mio posto nel mondo, non ero niente e forse non lo sono nemmeno adesso ma so che esisto per regalarti quello che non hai mai avuto" sussurrò dolcemente Zayn stringendolo a sé.
Quelle parole rimbombarono nella testa di Liam per le ore successive, mentre si dirigevano verso i grandi magazzini, mentre sceglievano il colore degli addobbi, mentre si lanciavano palline da un lato all'altro del negozio rischiando di romperle, mentre compravano del vischio da appendere su tutte le porte, mentre sceglievano l'albero e mentre guardavano i bambini correre tra uno scaffale e l'altro. Liam sentiva il cuore battere all'impazzata ogni volta che il suono della voce dell'altro ragazzo rimbombava nelle sue orecchie, era spezzato a metà, da un lato la sua parte danneggiata, dall'altro quella parte che lo spingeva a ridere, a prendere in mano la sua vita e a baciare Zayn.
Decise di dare ascolto alla seconda quando, mentre aspettavano che gli consegnassero l'abete e un canto natalizio si espandeva nell'aria, lo afferrò dal giaccone e se lo tirò addosso, le mani sul viso e la bocca a cercare quella dell'altro, in una tacita conferma d'amore.
"Ti amo Zayn e forse eri qualcuno già prima che ci conoscessimo ma fidati se ti dico con la più assoluta certezza che sei tutto per me e questo mi spaventa più di ogni altra cosa. Mi spaventa il fatto che quando oggi ho saputo di mio padre una parte di me si è svuotata e tu l'hai riempita con una frase." Gli occhi fissi in quelli ambra dell'altro.
"Non sai cosa sei? Te lo dico io Zayn, sei felicità e non mi devi niente perché sei tu il regalo che la vita mi doveva da troppo tempo!"
Zayn gli baciò le labbra di scatto, per due, quattro, sei, forse otto volte, affondò il viso nel petto di Liam e per quei minuti si lasciò coccolare, ne aveva bisogno e Liam lo capiva così lo tenne stretto fino a quando il commesso li richiamò con un colpo di tosse, scusandosi per averli interrotti e aiutandoli a caricare l'albero sul tetto dell'auto.
Liam approfitto della distrazione di Zayn nel fermare bene le cinghie per andare a pagare tutto quello che avevano comprato, quando tornò indietro lo trovò con le braccia incrociate e un tenero broncio in viso.
"Andiamo Zayn, abbiamo da fare, vuoi portarmi o no stasera al Rockefeller?" chiese assumendo l'espressione da cucciolo. Zayn alzò gli occhi al cielo e gli aprì l'auto per farlo sedere.
Una volta in macchina canticchiarono qualche canzone, poi Zayn gli chiese se avesse già sentito Louis.
"Sì, mi ha chiamato prima" rispose.
Zayn lo incitò a continuare e Liam sospirò. "Sto bene Zayn, sul serio, è solo tutto molto strano, potete stare tranquilli tutti e due, ho detto a Louis di non provare a tornare senza aver ottenuto un posto in quella scuola. Ripeto, è strano ma non ho un motivo per essere disperato, non si merita le mie lacrime, è impossibile, sento questa sensazione di agitazione dentro a cui non so dare un nome ma è solo perché è successo tutto così all'improvviso, nient'altro e voglio passare una bella serata quindi andiamo!" ribatté Liam risoluto.
Zayn alzò la radio e rispose con un sorriso "Agli ordini capo!"
"Fall on your knees, oh hear the angel voices! Oh night divine"* Zayn cantò il pezzo della canzone facendo rabbrividire il castano accanto a lui.
"Hai una voce bellissima" si congratulò l'altro.
"Un'altra tradizione di casa, non è Natale senza i canti e alle mie sorelle piaceva tanto quando cantavo per loro!" confessò Zayn sorridendo e Liam gli sorrise, poggiando poi la mano sulla sua.
"Quest'anno dovrai cantare anche per me però!"
Zayn lo guardò un istante prima di tornare a concentrarsi sulla strada e sorrise.
"Lo farò!" promise.
Quando arrivarono a casa sorrisero portando su tutto quello che avevano comprato, si fermarono a decidere dove mettere l'albero, uno accanto all'altro e con le espressioni concentrate.
"Io dico tra il camino e la porta" disse Zayn indicando lo spazio abbastanza grande.
Liam sembrò pensarci su, poi annuì. "Vada per questo!"
Sgombrarono tutto e con un po' di fatica posizionarono il grande abete all'angolo.
"Forse abbiamo esagerato con l'altezza!" constatò Liam guardando la punta dell'albero sfiorare il soffitto.
"Io sono per le cose grandi" disse Zayn ridendo e Liam gli lanciò dietro il cuscino.
"Sei uno scemo!" obiettò e Zayn lo spinse sul divano, poi tirò fuori le lucine gialle per l'albero e dopo averle srotolate e accese le posizionò attorno a Liam ridendo e divertendosi con il piccolo telecomando a cambiare la modalità di illuminazione.
Liam rise insieme a lui e alla fine riuscì a tirarsi fuori da quell'ammasso di fili, girarono le lucine intorno all'albero, il castano prese in braccio Zayn in modo da riuscire a coprire quante più parti possibili, posizionarono sulla punta un grosso fiocco e man mano a scendere palline rosse e dorate.
"Amo il tuo senso estetico delle cose" rivelò Liam baciando il collo di Zayn.
"Io amo te, ma questa è un'altra storia!" rispose Zayn facendogli l'occhiolino per poi appendere sulla porta il sacchetto di vischio, lo posizionò al meglio e poco dopo si sentì stringere in vita.
"Oh! Guarda un po'... Del vischio!" esclamò Liam guardando in alto.
Zayn ridacchiò e lo baciò lentamente, con dolcezza, una dolcezza che sparì poco dopo quando la sua schiena finì contro lo stipite della porta, le mani di Liam ad insinuarsi sotto la felpa a toccare quanta più pelle poteva raggiungere. Aveva bisogno di sentirsi amato in tutti i modi possibili e lo fece capire, spingendosi contro il corpo del moro e baciandogli ossessivamente un lembo di pelle vicino al pomo d'Adamo. Zayn si lasciò marchiare, stringendo tra le mani la maglia dell'altro, poi prese le redini del gioco e spingendolo un po' lontano si sfilò la felpa buttandola a terra senza preoccuparsene. Liam lo imitò poco dopo, guardandolo negli occhi con una sicurezza che Zayn non gli aveva mai visto addosso, il moro lo stuzzicò passandosi la lingua sul labbro.
"Ho bisogno di fare l'amore con te" si sentì dire.
"Di cosa hai bisogno Liam, vuoi usarmi come valvola di sfogo? Non volevi andare a vedere l'albero?" chiese passando il dito sul petto dell'altro.
Liam negò con la testa. "No, non è per questo, ho bisogno di sapere che non vai via, che sei qui e possiamo andarci domani" disse senza vergogna.
"Anche se provi a fare il grande, sei sempre il mio cucciolo bisognoso d'affetto!" rispose Zayn sorridendo. Liam alzò gli occhi al cielo, si sentiva sul serio più libero, non solo psicologicamente ma anche fisicamente, si sentiva temerario e curioso, così leccò il collo del suo ragazzo lentamente, sentendolo sussultare sotto di lui, gemendo incontrollato.
"Maledizione Liam!"
Si tuffò sulle sue labbra sbottonandogli frettolosamente i jeans, lo spinse verso quella che ormai era diventata la loro camera da letto e lo amò in tutti i modi che conosceva, lo amò quando poggiò le labbra sulla sua spalla nuda, quando gli accarezzò con una lentezza estenuante i muscoli della schiena, quando incrociò le loro dita, quando entrò in lui con la stessa delicatezza della prima volta e lo amò ancora di più quando gli sussurrò un Sei bellissimocolmo di venerazione.
Perché se era amore quello che Liam stava cercando, si trovava esattamente dove doveva essere, tra le braccia di Zayn.


*Questo è un verso della canzone "Oh Holy Night"

The Roses | Ziam&LarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora