Daniele's POV
Cosa dovrei fare per ritrovare occhi verdi? È passata una settimana dal nostro incontro fortuito e non l'ho più visto. Ci penso ancora come se l'incontro con lui fosse avvenuto oggi!
Ogni volta che prendo la metro, mi guardo intorno. Ogni volta che consegno le pizze, spero che mi possa aprire lui la porta. Anche a scuola, finora, non ho mai visto nessuno con quel colore di capelli.
Forse davvero mi devo rassegnare. Era, di sicuro, di passaggio. Manu continua ancora a chiedermi cosa abbia; ma che gli dico?
No, sai com'è, ho avuto una specie di colpo di fulmine, oltretutto per un ragazzo, ma tanto non lo rivedrò più. Nooo, non posso uscirmene così. Vabbè vuol dire che doveva andare in questo modo, purtroppo.
Sto ragionando molto su me stesso. Ho tremila dubbi, soprattutto in merito al fatto che l'unica persona che, in ben 16 anni, mi abbia, finora, colpito, interessato, come dir si voglia, tanto è uguale, sia un ragazzo.
Che significa? Sono gay? Bisessuale? Pansessuale? Chi cavolo sono? E se, dicendolo a Manu, non volesse più parlarmi? Che faccio?
Mi sento davvero amareggiato...
Oggi è sabato e, anche se sono andato a scuola solo per quattro ore, è una giornata difficile.
Torno a casa con Manu (ovviamente di occhi verdi non vi è traccia), mangio veloce e, intanto, avvio la lavatrice. Lavati i piatti, mi metto a studiare, ma ho poco tempo. Fortuna che i compiti per lunedì sono pochi. Stendo i panni, mi dò una sciacquata ed esco di nuovo.
Ho appuntamento alle 17 con un bambino che ha bisogno di essere aiutato in matematica.
Sono molto soddisfatto, alla fine, perché i "miei bimbi" imparano davvero in fretta. Mi danno tantissime soddisfazioni! E devo dire che mi piace molto insegnare. Magari potrebbe essere un'idea per il mio lavoro futuro?!
Salutato il mio studente e i genitori, salgo, di nuovo, in sella sulla bici e, di corsa, mi reco in pizzeria.
Chissà se avrò mai tempo di riposarmi o passare un'intera serata senza pensare a nulla che riguardi il lavoro!
Oggi, però, essendo sabato, seppur staccando per le 22 circa, ho deciso di passare la serata a casa di Manu. Mi fa piacere salutare Olga e Pietro, I suoi genitori, rivedere i suoi fratelli e, soprattutto, stare con il mio amico.
Finito di lavorare guardo whatsapp e spiego a Manu che, tra non molto, dovrei arrivare da lui.
Decido di lasciare la bicicletta a casa e farmi una passeggiata verso il cavalcavia della metro.
Mentre cammino proprio lì, sento delle risate sguaiate di un gruppo di ragazzi. Non riesco a sentire e, soprattutto, a vedere bene chi siano, perché stanno in una zona non molto illuminata dalla luce dei lampioni.
Facendo attenzione, però, mi rendo conto che le risate sono di derisione e presa in giro verso qualcuno che hanno accerchiato. Capisco che si stanno comportando da bulletti nei riguardi di questo qualcuno.
"Ehi piccolo!"
"Perché stai qui tutto solo?""Bella la tua macchinetta fotografica! La posso vedere? È una Nikon?"
"Dai, fammela provare"
Non riesco a capire chi sia la vittima, ma sento qualcuno dire:
"Lasciatemi stare. Devo andare".
Non posso far finta di niente, quando vedo qualcosa che non mi piace, devo intervenire. Sono fatto così.
"Ehi deficienti! Mi spiegate come pretendete di fare delle foto con quelle mani schifose che vi ritrovate?"
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Alla scoperta di sé
RomanceDaniele, ragazzo di 16 anni, frequenta il terzo anno del liceo scientifico della sua città. Famiglia divisa e vita molto umile; è un ragazzo introverso, che non vuole mostrarsi per quello che è, che si arrabatta continuamente tra studio, spesa e lav...