.9. La minaccia💎

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CAPITOLO 9

<<State tutti bene?>>. Chiese Gregor mentre i ragazzi erano seduti sui divani di casa mia, non riuscivo a fare a meno di pensare a cosa era accaduto, qualcuno mi voleva morta, probabilmente non conosce neanche il legame che ho con i ragazzi o avrebbe tentato di uccidere prima tutti i fratelli che erano nell'auto insieme a Daniel.

<<Fortunatamente sì, credo che l'unica di cui dovremmo preoccuparci sia...>>. Daniel smise di parlare, poggiò le mani davanti al viso e sospirò cercando di capire, suo fratello Jason gli accarezzò il braccio riuscendo a capire la sua preoccupazione prima di sollevare la testa verso la porta davanti a loro, lo seguirono subito dopo sentendo la mia voce gemere dal dolore.

<<Sa quello che fa?>>. Chiese Gregor fissando la porta alle sue spalle, Jack sollevò un sopracciglio e accennò un sorriso.

<<Mio fratello è un bravissimo medico, è nelle mani giuste>>. Questo significava che il loro rapporto stava tornando come prima, ma ero sempre io il collante che li teneva uniti, se fossero rimasti da soli si sarebbero allontanati ancora una volta.

Intanto in quella stanza non c'era altro che un silenzio tombale, i nostri respiri andavano quasi all'unisono. Stringevo i denti per non urlare, ma sul mio viso apparivano comunque delle espressioni di dolore che mettevano in risalto quanto stessi soffrendo.

<<Puoi urlare, se vuoi...>>.

Lo disse in modo strano, quasi si rimangiò ciò che aveva detto, si schiarì la gola concentrarsi sulla ferita che avevo sulla fronte, io intanto accennai un sorriso cercando di non ridere, capii perfettamente cosa voleva insinuare.

<<Credevo solo di riuscire a trattenere meglio il dolore, ma in realtà, sembra di essere un'altra persona da quando sono morta>>.

<<Probabilmente è così, Kate. Forse hai solo bisogno di più tempo>>. Poggiò l'ovatta sporca di sangue in un contenitore di metallo, fortunatamente avevamo tutto l'occorrente di cui aveva bisogno. <<Credo che tu sia l'unica persona che conosca ad avere queste cose in casa>>.

I suoi occhi azzurri si scontrarono con i miei, ci fu quasi un colpo di fulmine che mi mise KO, del tutto senza fiato, come quel giorno in cui preparammo la torta insieme, gli risposi.

<<Sono solita a farmi male durante le missioni e Gregor si prende cura di me come più può>>.

<<Kate, dovresti essere visitata e seguita da un medico>>.

<<Credo che tu saresti perfetto come mio medico>>. Mi resi conto di cosa gli avevo detto, lo fece anche lui, al tal punto da lasciare che i suoi occhi si riempissero di lacrime. Sollevò il busto passando rapidamente una mano sulla guancia per allontanare la goccia che gli stava scivolando sulla superficie liscia, su quella pelle chiara e morbida. <<Aaron...>>.

<<Ho fatto delle cose orribili, non meriterei di essere un medico... Non quando ho messo a riuscito la vita dei ragazzi, non quando tu eri distesa su quel cazzo di pavimento e io non ho fatto nulla per aiutarti>>.

<<Non darti la colpa di ciò che è accaduto>>. Dissi cercando di scendere dal tavolo, ma lui si girò rapidamente verso di me, si riposizionò tra le mie gambe e mi afferrò il viso nella mano sinistra, mi sollevò il mento guardandomi dritto negli occhi.

<<Non cercare di farmi sentire meglio perché non lo merito>>.

Socchiusi le labbra osservando i suoi occhi azzurri che diventavano rossi dalle lacrime, non riuscivano a trattenere il dolore che sentiva dentro. Stavolta fui io a prendere il viso tra le sue mani lo avvicinai al mio lentamente.

Black Diamond (Assassin Night)💎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora