18. Una sgradevole conversazione

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CAPITOLO 18

Mandavo giù quei bocconi come se fossero qualcosa di afrodisiaco, diverso dal solito, quasi proibito, mai mangiato fino ad ora, quando in realtà nel piatto davanti a me non c'erano altro che uova strapazzate e bacon, grasso e proteine abbastanza potente da mettermi in forze subito. Chiusi gli occhi gustando quel piatto preparatomi con amore da Aaron. Quel profumo inebriante si confondeva nell'aria rendendola molto più confortevole, qualcosa come... casa. Mi ricordai quei momenti felici che trascorrevo insieme a Gregor, piccoli, duravano pochi minuti, ma mi rendevano così felice da rintagliare dello spazio per loro nella cassaforte dei ricordi che custodivo con amore nella mia testa. Grandi e spaziosi archivi, come un enorme biblioteca, solo che l'unica a cui poteva davvero interessare e che usufruirne ero solo io. Ancora una volta mi resi conto la mia unica e fidata amica potevo essere soltanto io. Tenni gli occhi chiusi ricordando l'ultima colazione fatta in quel modo, preparata proprio da Gregor. Era quella mattina prima di ritrovare Emma e Mark fuori da casa mia. Subito prima di poter dire addio al gruppo di supporto a cui ero costretta ad andare per colpa di Gregor, o grazie a lui, visto che sono riuscita ad uscirne con il suo aiuto.

FLASHBACK

Era una mattina calda, la luce del sole entrava dalla finestra lunga e larga illuminando l'intera stanza. Gregor era ai fornelli, con uno di quei grembiulini adorabili che usava la mamma, completamente bianco con dei disegni carini di cuori rossi. Mi dava le spalle concentrandosi sulla dose massiccia di proteine che dovevo assorbire quel giorno. Mentre io avevo le braccia su quel bancone e fissavo l'esterno attraverso la finestra, il sole illuminava il mio viso riscaldandolo con delicatezza, desideravo restare fuori, all'aria fresca a scattare foto meravigliose, anche qualcosa per poter incastrare quei traditori bastardi, dovevo ammettere che la paga era davvero buona, abbondante, ma odiavo vederli tradire, mi davano un senso di schifo. Sollevai una mano portandola parallela al viso per impedire che altri raggi di sole potessero colpirmi negli occhi accecandomi. Quel calore improvviso mi fece sorridere di colpo.

<<Sembri stanca>>.

<<Si, ieri ho avuto molti impegni>>. Delle immagini mi si palesarono davanti agli occhi ricordandomi che la sera prima avevo incontrato il marito di una delle clienti in uno degli Hotel di lusso poco lontano dal centro, registrato la sua confessione, stroncato con un cocktail forte e polverina magica che avevo sempre con me, per poi scappare alle sue guardie del copro mettendoli KO con pochissime mosse. <<Ma sono andati bene>>.

<<Non avevo alcun dubbio>>. La vece di Gregor si fece più forte, girò il suo corpo verso di me distraendosi da ciò che stava facendo. Era da tempo che non parlavamo per bene. Avevo superato la droga, cercavo di andare avanti dopo la morte di Sebastian, ma tutto stava volgendo al termine, dovevo solo andare all'ultimo incontro e sarei stata meglio anche con me stessa.

Le mani di Gregor si fermarono davanti ai miei occhi, poggiò il piatto contenente una colazione abbondante ma non troppo pesante solo per me. Accennò un sorriso e con aria da padre mi disse:

<<Mangia, devi riacquistare le forze>>.

Afferrai la forchetta accanto al piatto e presi un po' di uova avvicinandole alla bocca, intanto Gregor pulì le mani con uno dei panni da cucina.

<<Hai un'altra missione per me?>>. Gli chiesi mangiando con gusto la colazione, era così calda e accogliente, gustosa, mi riportava a casa tutte le volte. I suoi occhi ricaddero intorno a noi, su qualsiasi cosa che non fossi io, c'era della tensione strana, credeva che non me ne accorgessi. L'uomo davanti a me scosse la testa rendendo le cose ancora più strane. Deglutii portando una mano davanti alla bocca. <<Gregor, per quanto tempo ancora dovrò rinunciare alle missioni?>>.

Black Diamond (Assassin Night)💎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora