CAPITOLO 4
Erano giorni che non uscivo da quella stanza, non facevo altro che lavarmi, vestirmi, bere il solito caffè lungo e lavorare al piano, cercavo di perfezionarlo ma non avevo abbastanza informazioni. Mi lasciai andare sul letto stremata, non ne potevo più. Andavo avanti e indietro per la stanza, quasi non mi usciva del fumo dal cervello per quanto stessi riflettendo. Chiusi brevemente gli occhi pensando a cosa avrei potuto fare, l'unica scelta era quella di andare via e poter prendere informazioni da vicino. Mi sollevai rapidamente dal letto e mi incamminai verso la porta, ma non prima di aver preso il giubbotto di pelle e le chiavi dell'auto offerta gentilmente dalla CIA.
Mi soffermai in ascensore attendendo che scendesse fino alla Hall dell'Hotel, intanto mi specchiai toccando i lineamenti del viso, spostai lo sguardo sul mento, poi salii sulle guance toccandole con i palmi delle mani. Incredula toccai il naso piccolo e a punta, mi guardai da sola negli occhi sentendo una strana pressione, era davvero da tanto che non mi specchiavo, non sembravo neanch'io, l'espressione decisamente diversa, molto più sofferente, stavo tornando ad essere la stessa Kate di prima, quella morta dentro, avevo tremendamente bisogno dei ragazzi. Chiusi gli occhi facendo scendere una sola mano sul collo, volevo il calore che solo loro sapevano darmi, mi mancavano terribilmente.
Il "Ding" dell'ascensore mi fece tornare in me. Aprii gli occhi e uscii subito dopo, quasi di fretta, quando il mio cervello smetteva di pensare accadeva quello, quei ragazzi mi comparivano in mente ogni secondo della mia vita. Odiavo essere così debole davanti a loro, diventavo indifesa, piccola ma tutto quello mi stava anche bene, volevo esserlo, mi facevano sentire viva. Ridevo all'idea che avrei potuto usare anche solo il dito indice per farli male in dodici punti diversi e farli svenire, potevo affrontarli tutti e otto insieme e vincere, ma non riuscivo a farlo, mi lasciavo andare. I ragazzi erano la mia Kryptonite.
<<Signorina Brown>>.
Lasciai i miei pensieri altrove voltandomi d'istinto, guardai la donna che mi chiamò correndomi incontro, quasi con il fiatone.
<<Mi dispiace, ma sono terribilmente impegnata>>.
<<Lo so, volevo solo dirle che non puliremo la sua stanza, come ci ha ordinato e...>>.
Distolse lo sguardo guardandosi intorno, c'era qualcuno lì con lei, ma perché non dirmelo subito? Spostai subito gli occhi nella sua stessa direzione, trattenni il respiro, avevo quasi una brutta sensazione, ma tutto quello sparì quando l'uomo si avvicinò a me.
<<Va tutto bene>>.
<<È sicura? Vuole che...>>.
<<Lui è con me>>. Dissi rassicurando la donna, che annuì e andò via. Sollevai lo sguardo verso l'uomo. <<Hai delle informazioni per me?>>.
<<In realtà volevo accertarmi che stessi bene>>.
<<Sto bene, come puoi vedere>>. Jared annuì stringendo le mani e poggiandole sui fianchi. Mi guardava aspettandosi qualcosa, come se avessi dovuto ringraziarlo, cosa che non avrei fatto assolutamente. <<Puoi anche andare>>.
Lo guardai un'ultima volta prima, visi il suo sguardo fisso nei miei occhi, sprofondarono dentro di me mettendomi a disagio, in quel momento ripensai al sogno avuto qualche giorno prima, non avrei permesso che si fosse avverato. Mi voltai raggiungendo l'ingresso principale, non ebbi il tempo di uscire, l'uomo dietro di me afferrò il mio polso con arroganza.
<<Perché non capisci che voglio solo proteggerti?>>.
<<Da cosa?>>. Jared smise di parlare, tenne ben salda la sua mano su di me distogliendo lo sguardo. <<Questi uomini vivono a New York, sono circa quattro ore di distanza da me, sono lontani, Jared. Perché mai dovrei stare attenta? C'è qualcosa che non mi hai detto?>>.
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Black Diamond (Assassin Night)💎
حركة (أكشن)Black Diamond (SEQUEL) - Assassin Night Dopo aver finto la sua morte, Kate ritorna dai fratelli Lewis disposta a voler rimanere con loro per sempre ma ad una condizione, che aiutino la ragazza in una nuova missione. Si parla di contrabbando, droga...