CAPITOLO 3
Attesi fuori casa sua, non so perché lo feci, ma rimasi per vari minuti accanto alla cassetta delle lettere. Fissai l'ingresso da lontano, quasi come se avessi paura di entrare, ma non perché Jared avesse potuto farmi qualcosa, ma bensì perché avrei firmato la mia condanna a morte accettando il caso definitivamente. Misi le mani nelle tasche del giubbotto nero di pelle, strinsi il tessuto interno pensando seriamente a cosa avrei dovuto affrontare. Sospirai rumorosamente e mi incamminai verso la porta d'ingresso, salii i pochi gradini in pietra ammirando le poche piante che aveva nei vasi intorno alle finestre, affacciavano tutte sulla strada e non sembrava affatto la casa di un uomo, o almeno quell'uomo. Sollevai la mano e bussai alla porta usando le nocche, odiavo suonare il campanello, era troppo pretenzioso e rumoroso per i miei gusti.
Attesi giusto il tempo di riabbassare la mano lungo il corpo, la porta si aprì subito dopo, come se mi stesse aspettando accanto ad essa. Mi guardo senza parlare, fece scendere lo sguardo su tutto il mio corpo prima di sorridere e spostarsi.
<<Vieni, entra>>.
Annuii entrando solo quando Jared si spostò di lato aprendo totalmente la porta. Varcai la soglia guardandomi subito intorno, era una classica casa americana, grande, con scale che portavano di sopra, ma soprattutto c'era un tocco più che femminile. Sobbalzai quando la sua mano chiuse bruscamente la porta, lo fece solo perché i suoi occhi continuavano a fissarmi non rendendosi conto di averla lasciata andare.
<<Scusa>>. Disse vedendomi spaventata. Sollevai le spalle e riguardai davanti a me, non sapevo esattamente cosa stessi facendo, ma quella non era di certo una serata come le altre, non mi sarei divertita a parlare con Daniel davanti a un bicchiere di vino o a cucinare insieme a Aaron, neanche una notte intera con Julian e la nostra passione, quella era solo un incontro di lavoro. <<Seguimi>>.
Camminò sorpassandomi, non feci in tempo a chiedergli dove mi stesse portando. Annusai quell'odore nell'aria diverso da Jared, i mobili in legno, le tovagliette ricamate e tutte quelle statuine di porcellana mi facevano credere che non fosse casa sua. Superammo varie stanze, tutte chiuse, finché non arrivammo al soggiorno. I divani erano rivestiti da una stoffa molto vecchia, il tavolino era di un legno veramente vecchio, così come il camino. Mi fece segno con la mano di sedermi sulla poltrona abbinata al resto dell'arredamento. Sembrava quasi vergognarsi di mostrarmi casa sua.
<<Dove sono i fascicoli?>>.
Chiesi incuriosita. Mi sedetti dove mi aveva chiesto di fare e attesi. Jared prese dei fascicoli da uno dei cassettoni in legno, accanto c'era una lampada in porcellana, con vetro soffiato a ricoprire il tutto e disegni fatti a mano. La fissai per un po' prima di parlare.
<<duemila dollari>>.
<<Cosa?>>.
Jared sollevò la testa dai fogli fissandomi incuriosito, lo guardai indicando la lampada con la testa.
<<Il proprietario potrebbe ricavarne duemila dollari>>.
<<Te ne intendi di antiquariato?>>.
<<Me ne intendo di arte>>. Jared si sedette davanti a me, sul divano largo con i fogli stretti tra le mani.
<<Mia nonna ne sarà felice, ma non credo che venderà la sua lampada, ne è affezionata>>.
<<Sono riuscita a trovare solo questo indirizzo>>.
Jared sorrise soddisfatto, mostrò la sua dentatura bianca e perfetta passando una mano su quei brillanti capelli biondi. Si sporse in avanti e abbassò la voce.
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Black Diamond (Assassin Night)💎
AksiBlack Diamond (SEQUEL) - Assassin Night Dopo aver finto la sua morte, Kate ritorna dai fratelli Lewis disposta a voler rimanere con loro per sempre ma ad una condizione, che aiutino la ragazza in una nuova missione. Si parla di contrabbando, droga...