.15. L'asta💎

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CAPITOLO 15


Mi specchiai più volte sistemando l'abito nero, metteva in mostra il seno, se non anche una delle due gambe, uno spacco evidente che mi serviva per muovermi liberamente. Passai una mano sul tessuto nero salendo lentamente fino a toccarmi i fianchi.

<<Credi che possa funzionare?>>. Mi chiese Daniel guardandomi attraverso lo specchio.

<<Certo, e poi è a prova di azione>>. Aprii la gonna davanti mostrandogli ciò che avevo sotto, un pantaloncino aderente dello stesso colore, mi stupì il fatto che i suoi occhi non smisero neanche un secondo di guardare il mio corpo, nonostante avessi spostato l'abito. <<Di un po', se non avessi avuto nulla sotto...>>.

<<Di sicuro non avresti lasciato questa stanza per tutta la sera>>. Accennai un sorriso guardandolo attraverso lo specchio, aveva le mani poggiate sul letto, dietro di lui, con le spalle sollevate e il busto in avanti. Le sue gambe divaricate mostravano l'aderenza dei pantaloni e quanto gli avesse fatto piacere il mio gesto. Mi avvicinai a lui e mi sedetti a cavalcioni sulle sue gambe, mi chinai in avanti e lo abbracciai forte chiudendo gli occhi. Le sue braccia chiusero il mio corpo contro il suo.

<<Ascolta, Daniel. Magari stasera potrei esagerare un po', sappi che non è mi intenzione ferire te o gli altri>>.

<<È solo lavoro, Kate>>. Fissai il muro dietro Daniel stringendolo forte a me, se gli avessi parlato di ciò che era accaduto con Jared mi avrebbe riconfermato che era solo lavoro? Probabilmente mi avrebbe odiata profondamente. Questo mi fece pensare, era da tanto che Jared non si avvicinava a me, non avevo sue notizie, così come la CIA o l'FBI, mi stavano lasciando davvero tanto tempo per occuparmi della missione, il che rendeva le cose ancora più strane. Mi allontanai da Daniel scendendo definitivamente dalle sue gambe. <<Ti prendo i tacchi>>. Mi disse avvicinandosi alla cabina armadio, Daniel era davvero apprensivo con me, a volte sembravo una bambina tra le sue braccia, protetta e potevo concedermi il lusso di essere innocente, sentirmi indifesa. <<Ho preso queste nere con la suola rossa, sembrano perfette con l'abito>>.

<<Lo sono, grazie>>. Le presi chinandomi in avanti, calzai prima un piede e poi l'altro. Poi sollevai la testa e lo guardai. <<Sei elegante>>.

<<Ti accompagneremo, nonostante rimarremo fuori, gireremo intorno l'edificio intervenendo qualora ce ne fosse bisogno>>.

<<So di poter sempre contare su di voi>>. Sorrisi alzandomi, passai più volte le mani sull'abito stirandolo quasi con le dita.

<<Allora perché metti in dubbio sempre le nostre capacità? A volte sembra che non ti fidi affatto di noi>>.

<<Cosa intendi dire?>>. Mi specchiai guardandolo attraverso lo specchio, avevo quasi paura di chiederglielo, ma lo feci comunque, subito dopo capii di aver solo il terrore della sua risposta.

<<Ci siamo allenati duramente per starti accanto, ma tutte le volte cerchi delle scuse per allontanarci>>.

<<È solo che tengo tanto a voi, ho paura che possiate farvi davvero male>>.

<<Le stesse paure che noi abbiamo di te, ecco perché vogliamo starti sempre accanto. Ma il punto non è questo, tu spesso fai tutto da sola, non sappiamo cosa pensi, come vuoi agire e soprattutto il tuo confabulare con quel... Jared>>. Deglutii rumorosamente, chinai lo sguardo cercando di evitare i suoi occhi azzurri.

<<Non confabuliamo... noi...>>. Deglutii ancora ricordando quelle fottute immagini. Strinsi gli occhi cercando di cancellare tutto, odiavo quello che mi aveva fatto, grazie a lui avevo paura anche dei ragazzi, loro non mi avrebbero mai fatta del male.

Black Diamond (Assassin Night)💎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora