Black Diamond (Assassin Night)💎

.1. La Nuova missione💎

CAPITOLO 1

Quando credevo di essere morta, ho rivisto tutta la mia. Passava davanti agli occhi rapidamente facendomela rivivere in terza persona, come se non fossi la protagonista di me stessa. Le mille disavventure, missioni sotto copertura, gli abusi, gli ordini, la vendetta e i ragazzi. In quel momento, solo quando ho rivisto i ragazzi le immagini hanno iniziato ad andare molto più lentamente. La boccata d'aria fresca era arrivata insieme a loro, nonostante le ferite, gli acciacchi, i litigi e la vendetta che bramavo. Giorno dopo giorno mi stava crescendo dentro fino a mangiarmi, mi stava facendo impazzire, ma fortunatamente c'erano sempre loro con me e quelli che stavo guardando erano i momenti più belli che avessi mai vissuto in tutti i miei diciassette anni. Vivere insieme ai fratelli Lewis mi aveva salvato la vita.

Riaprii gli occhi solo al termine, avevo vissuto di nuovo tutto, anche i baci, la passione che c'era tra me e i ragazzi, l'amore che provavo verso loro. Ma quando finalmente riaprii gli occhi mi resi conto di essere morta per un minuto, quando in realtà durante la morte erano passati diciassette anni.

I tubi che avevo infilato in gola mi impediva di parlare, quelli che passavano per il naso mi aiutavano a respirare meglio, mentre tutti quegli aghi nel corpo mi permisero di essere ancora lì con i ragazzi. Li cercai con lo sguardo, mi guardai intorno con gli occhi socchiusi, dolorante da quei proiettili, immobile come non mai per paura di muovermi e sentire davvero dolore. Ma intorno a me non c'era nessuno, la stanza era grigia, il lettino era uno dei pochi oggetti rinchiusi in quella "camera". Accanto non avevo altro che una flebo, collegata direttamente al mio braccio sinistro e un macchinario che indicava i battiti del mio cuore stabile. Per pochi secondi mi chiesi se fosse stato tutto un sogno, ma quando tentai di alzarmi il dolore mi riportò alla realtà.

Muovermi sarebbe stata la cosa più sbagliata che avessi potuto fare in quel momento, ma dovevo scoprire dove mi trovassi, era tutto davvero inquietante. La luce al soffitto illuminava solo il mio corpo, mentre il resto della stanza era quasi del tutto al buio. Sollevai di colpo la testa rimanendo immobile quando una voce maschile mi parlò da fuori, sentivo rimbombare in tutta la stanza senza capire da dove provenisse, finché non vidi uno specchio poco distante da me. Sospirai chiudendo gli occhi esausta e li riaprì solo il giorno seguente, stavolta capii che era mattina dalla pochissima luce che riusciva ad entrare dalla finestra, filtrata dalle tende abbastanza scure da non lasciare vedere l'esterno, mentre da una piccolissima apertura filtrava una splendida luce luminosa che avrei voluto guardare con piacere tutto il tempo.

<<La stanza è abbastanza calda, Kate?>>.

Sentii ancora una volta quella voce che rimbombò in tutta la camera in cui mi trovavo. Annuii di poco solo per riuscire a capire se davvero mi stessero guardando, in fondo a cosa serviva uno specchio in una stanza così buia e vuota? La risposta arrivò poco dopo quando l'uomo rispose con un sonoro

<<Perfetto>>.

Lo disse sollevato, come se fosse felice di sapermi viva, più di me. Ora avevo la conferma che mi stessero tenendo dotto controllo, ma la vera domanda era: Chi avrebbe mai tenuto una ragazzina in una stanza al buio? Sperai con tutta me stessa che non fosse Jayde ma poi ricordai l'ultima immagine che vidi prima di morire.

Julian seduto accanto a me nel sangue, mentre dietro di noi c'erano i due agenti della CIA che portavano via Jayde, quella donna finalmente era dietro le sbarre, o almeno era quello che speravo. Cercai di mettermi seduta, ma i fili e il dolore alla schiena mi impediva di muovermi. Dolorante strinsi i denti e continuai a muovermi lentamente verso l'alto, più che potevo, strisciai il sedere sul lenzuolo bianco fino al cuscino. Poggiai la schiena tenendo il corpo fermo con le braccia prima di rendermi conto che il tubo in gola era sparito, ora potevo parlare ma mi era difficile muovermi.