11-Legami indiretti.

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Spazio autrice:

Hello friends,

ecco a voi la lista di TW di questo capitolo:

- Contenuti criminali

- Contenuti sessuali espliciti

- Tortura

Buona lettura!











Aleksey Adrian Ivanov



La pioggia batte con violenza sulle finestre del mio ufficio. Una sigaretta in bocca e un bicchiere di whisky nella mano, scruto il cielo grigio russo. L'inverno è alle porte, sono certo che le temperature non tarderanno ad abbassarsi nelle prossime settimane. Il vento soffia violentemente sugli alberi emettendo un fruscio che fa eco nelle mie orecchie.

Sopracciglia aggrottate, viso chiuso, mi rigiro cercando di trattenermi dal prendere a pugni i quattro incompetenti davanti ai miei occhi. Non hanno mai fallito così alla grande. Sto bollendo dalla rabbia e le due canne che ho precedentemente fumato non sono servite ad un emerito cazzo.

« Aleksey...» Poso lo sguardo sul coglione che osa anche prendere la parola. Se i miei occhi potessero sparare proiettili letali, avrei già commesso una carneficina.

« L'avete trovato?» Chiedo per distrarmi dai miei istinti omicidi.

« Si l'abbiamo rinchiuso alla Datcha.»

La Datcha è il centro di comando dove - con mano di ferro - dirigo l'integralità dei miei affari, la considero come una versione più avanzata di qualunque dipartimento governativo. La villa, dove ci troviamo in questo momento, è un rifugio personale. L'unico luogo dove riesco a sentire la sua presenza. Anche se viene trasmessa da generazione in generazione, poche persone sanno che esiste. Dopo la morte di nostra madre, siamo andati ad abitare in una delle mille proprietà che padre aveva acquistato, aprendo così il capitolo oscuro che è la mia vita ora.

« Vanja, Grisha, ve ne occupate voi. Voglio che parli!» Ordino duramente ai due, che annuiscono ed escono simultaneamente dall'ufficio.

« Lenin?» Mi giro verso il mio hacker aspettando che mi dia l'esito delle informazioni raccolte ieri sera.

« Come avevo intuito, le loro identità sono false. Allora ho rintracciato il pagamento effettuato all'università e ho scoperto che i soldi provengono da un conto off-shore. Non so dirti ancora chi è l'intestatario, ma continuo a scavare.»

« Ottimo lavoro, puoi andare.» Non avendo bisogno di altro congedo anche lui rimanendo soltanto con Viktor.

« Non sai quanta voglia ho di prenderti a pugni!» Gli dico così tranquillo, che se non mi conoscesse personalmente, suderebbe freddo.

Lo sa. Lo sa che quando sono così calmo sono capace del peggio. Lo sa che quando sono apparentemente tranquillo posso uccidere in uno schiocco di dita. Lo sa cazzo!

« Hai lasciato che questo avvenga sul tuo naso, Viktor. SOTTO IL TUO CAZZO DI NASO!».

Il suo silenzio non fa altro che innervosirmi, serro le mani formando un pugno sul tavolo pronto a buttare tutto quello che ho a portata di mano.

La Verità Nascosta (The Hidden Truth)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora