«Non sapevo ti piacessero i ragazzini.»
Ci voltiamo insieme verso la porta che dà sul balconcino, sorpresi ma entrambi visibilmente infastiditi dall'interruzione.
È Alessia.
«Come scusami?!» Sono io il primo a parlare.
«Non sto parlando con te.» Mi risponde lei, gelida.
«Oh sì, invece! Mi hai appena definito un ragazzino.» Continuo io, provando a non farmi scalfire dal suo tono.
A questo punto Manuel sembra ridestarsi.
«Non è l'età a renderti o meno un ragazzino, Alessia.» Sputa il suo nome quasi fosse un insulto. «Il comportamento invece sì. Che dici, è un comportamento da ragazzina tradire ripetutamente il ragazzo tuo con il suo migliore amico?»
Manuel fa un respiro profondo e poi continua: «Quindi non te deve interessà chi me piace o non me piace adesso, te deve interessà solo che tu, per me, non esisti più da un anno.»
Alessia vacilla per un secondo, solo per un secondo, forse non si aspettava che lui dicesse una cosa del genere ad alta voce, poi si ricompone subito.
«Tu puoi continuare a ripetere questa cosa agli altri ed anche a te stesso, ma sappiamo entrambi che non è così. Sono io la persona giusta per te.»
Detto ciò, si gira e la vediamo afferrare borsa e cappotto, salutare tutti gli altri, e lasciare l'appartamento.
«Che uscita plateale...» dico all'improvviso io per spezzare il silenzio. «Ho bisogno di un'altra sigaretta.» continuo.
Manuel mi sorride, rubandomi la sigaretta ancora spenta che ho appena messo tra le labbra. L'accende e caccia la prima boccata di fumo.
«Mi dispiace per... l'interruzione.»
«Anche a me.» Rispondo sincero. «Sai di birra e cioccolato. Hai un buon sapore.»
Sta per rispondermi quando Frana fa il suo ingresso sul balconcino, accendendosi anche lei una sigaretta.
«Ma cos'è successo?» Ci chiede curiosa. «Alessia è scappata come se avesse visto un fantasma.»
«Troppo paranormale.» Scherza Manuel «Non ha visto un fantasma, ha visto me e Simo che ce stavamo a bacià.»
Sia io che Frana ci voltiamo di scatto verso di lui, incredule. Non ci aspettavamo quella confessione così spontanea e tranquilla.
«Che c'è?» Ride lui. «È inutile che me guardate così. Appena arrivati a casa gliel'avresti detto te, tanto vale togliermi lo sfizio di vedere la sua espressione.»
«Maledetto Manuel Ferro! Mi hai tolto la possibilità di gioire a modo mio: urlando e facendo balletti improbabili.» Gli risponde seria Frana.
«Scusatemi?!» è il momento di intervenire e «si è contemporaneamente scollegato ad entrambi il filtro cervello-bocca?»
Il giorno dopo un raggio di sole mette fine al mio dormiveglia. Oggi a Bologna deve esserci bel tempo. Da super meteoropatico mi basta già quello per iniziare la giornata con uno spirito diverso. Come prima cosa afferro il mio telefono sul comodino e lo sblocco. Sono da poco passate le nove. Controllo messaggi e chiamate perse ma nulla. Inizialmente avverto una punta di delusione però, pensandoci razionalmente, non devo essere deluso. Ci siamo baciati, è vero, ma non abbiamo più 15 anni, non è certo tenuto a scrivermi dopo avermi baciato. Non è successo nulla.
Mi alzo e mi trascino verso il bagno. Sento la voce di Frana, stranamente sveglia. Dal tono che usa capisco stia parlando con Edo ma non distinguo bene cosa stia dicendo.
Mi lavo e vesto con calma e poi raggiungo la mia amica in camera sua.
«Buongiorno, fiorellino.» mi saluta lei. «Ho delle novità per te.»
Le novità sono che domani, dopo il corso, partiremo per un weekend fuori. È stato organizzato da Manuel che vuole portarci in un posto. Oltre Manuel, me, Frana e Edo, verranno Chicca e Matteo, la coppia presente anche alla cena, ed altri due ragazzi, Guido e Daniele, che noi non conosciamo. Unica raccomandazione importante: portare il costume.
La giornata trascorre così, tra studio e vitali decisioni sulla valigia da preparare per il weekend e, devo ammetterlo, il mio pensiero va a Manuel e alla sua bocca sulla mia molto spesso.
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Come un fiore nella neve
Fanfiction«Simo, per quanto tempo ancora pensi che potrai struggerti per questa cosa?» mi chiede, senza neanche alzare gli occhi dal libro enorme su cui stava provando a studiare. «Ehm, non lo so... per sempre?» rispondo io con tono tranquillo, quasi come fos...