Hai shi shan meng (o la promessa di amore eterno)

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Prima di lasciarvi al capitolo, volevo scusarmi con voi per il terribile ritardo. È stato (ed in realtà è ancora) un periodo pienissimo all'università e non riuscivo mai a trovare il tempo e la concentrazione per poter scrivere.
Spero che questo breve capitolo possa, almeno un pochino, "ripagare" l'attesa.
Grazie a chi deciderà di leggerlo e, soprattutto, grazie a chi ha scelto di aspettare Manu e Simo.
Questa volta torno presto, promesso.
Buona lettura,
Juls




23 DICEMBRE 2024. TRE ANNI DOPO.

«Gli vorrei proprio tira' un pugno sul naso, così vediamo se quel sorrisino ebete se lo leva dalla faccia!»

«Manu dobbiamo fare questo proprio tutte le volte?» gli chiedo fingendomi spazientito ma, in realtà, divertito dalla situazione come sempre.

«Certo Simò, tutte le volte. Tutte le volte in cui quella sottospecie de giornalista invece de fatte domande serie te chiede come va la tua vita sentimentale nella speranza de senti' che ce semo lasciati! Se te ricordi, la volta scorsa t'ha chiesto addirittura il numero de telefono».

Lo vedo alzarsi innervosito dalla sedia e versare un po' di caffè in due tazzine. Una la posa davanti a me e l'altra la porta alle labbra.

«Seh... in realtà questa volta m'ha chiesto direttamente se me andasse di uscire con lui».

Bevo un sorso di caffè con finta nonchalance, in attesa della bomba che so già essere in arrivo.

Bomba che, però, non esplode.

Manuel poggia la tazzina sul tavolo e porta due dita alla base del naso, come a voler massaggiare gli occhi chiusi.

«Ma vedi se io, a 35 anni, me devo mette a litiga' con un giornalista incapace che ce prova col ragazzo mio» afferma serio ma con tono quasi tranquillo. «E tu che gli hai detto?»

«E che gli ho detto Manu? Che sono impegnato!»

«Impegnato Simò? Ma che cazzo de parola è? Impegnato a fa' che? Devi di' che sei fidanzato!»

Mi alzo in piedi e, mentre gli rispondo, mi avvio già verso il bagno con l'intenzione di buttarmi sotto la doccia.

«Manu fidanzato vuol dire promesso sposo» e, nonostante io sia di spalle, so che mi sta guardando e sta seguendo i miei movimenti. Alzo la mano sinistra con le dita ben aperte e continuo: «vedi un anello? No? Quando lo sarò, sarà mia premura comunicarglielo» concludo, ridendo e imboccando il corridoio.




Quando la mattina dopo apro gli occhi, la prima cosa che noto è che, la finestra che ero sicuro di aver chiuso, è leggermente aperta.

È la Vigilia di Natale ed è una bellissima giornata di sole.

Mi giro verso il lato sinistro del letto, quello in cui dorme Manuel, ma lui non c'è. Mi stropiccio leggermente gli occhi, ancora assonnato, e ci metto qualche secondo a notare che è vero, lui non c'è, ma sul suo cuscino c'è un foglio piegato.

Mi metto seduto, poggiando la schiena alla testiera del letto, e afferro il foglietto. La grafia un po' storta di Manuel mi fa sorridere prima ancora di leggerne il contenuto.

Buongiorno :)

Finalmente è quasi Natale e, come ben sai, è il mio periodo preferito. Ogni anno t'impegni tanto per fare in modo che sia un Natale ancora più bello di quello precedente. Quest'anno ci voglio provare io.

Come un fiore nella neveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora