A svegliarmi di soprassalto in questa soleggiata domenica mattina è il suono del citofono.
La prima cosa che penso nel momento in cui apro gli occhi è che, finalmente, è tornato il sole dopo estenuanti giorni di pioggia. La seconda è che qualcuno ha deciso di incollare il proprio dito al citofono di casa mia.
Mi trascino verso l'apparecchio infernale e, sbadigliando, sbircio lo schermo per capire chi possa essere.Non c'è nessuno.
Non c'è nessuno... eppure io continuo a sentire quel fastidiosissimo rumore, com'è possibile?
Il mio cervello ci mette ancora cinque secondi buoni a realizzare e poi, all'improvviso, l'illuminazione: non è il suono del citofono quello, è il campanello posizionato appena fuori la mia porta.
Mi allungo per arrivare alla maniglia e, finalmente, in casa torna a regnare il silenzio.«Finalmente! Quanto altro tempo devo aspetta' per poter fare colazione col mio ragazzo?»
Simone entra in casa quasi incurante di me che sono ancora sulla porta e si avvia verso la cucina con in mano un sacchetto bianco di carta. Sono circa due mesi e mezzo che stiamo insieme e fare colazione insieme la domenica è diventata un po' una tradizione. Chiudo la porta e lo seguo in corridoio.
«A Simò nun lo fa' mai più!» gli dico entrando in cucina e trovandolo già a trafficare con la mia moka.
«Cosa?» mi chiede facendo il finto ingenuo «portarti la colazione?»
«Attaccatte al campanello! Ti sembra un modo carino pe' svegliamme?» e mi fingo offeso, prima di continuare «Spero pe' te che tu m'abbia portato il mio cornetto preferito! E mo' damme 'n bacio.»
La sua risata invade tutta la stanza e io me ritrovo a pensa' che probabilmente al mondo non esiste modo migliore di iniziare la giornata che ascoltando la risata di Simone Balestra.
Lui stringe un'ultima volta la macchinetta del caffè e la posiziona sul fuoco, poi si gira verso di me e viene finalmente a darmi questo meritato bacio del buongiorno. Si siede al tavolo e apre il sacchetto bianco.
«Il tuo cornetto preferito, certo» dice per collegarsi alla penultima cosa che gli ho detto, poi continua «Marmellata mi sembra, no?» e ridendo mi porge un enorme cornetto farcito con crema e amarena, il mio vero cornetto preferito.
Tira fuori il secondo e lo addenta subito.
«Ma la smetti de mangia' 'sto coso così dolce a prima mattina?!» e sì, mi riferisco al suo cornetto pienissimo di crema al pistacchio.
«Non è prima mattina, Manu. So' le undici» mi dice dolcemente, alzandosi per spegnere il caffè. Poi cambia tono, strappandomi una risata: «e comunque fatte gli affari tuoi, brutto ingrato!»
«Oh, ingrato ce posso pure sta', ma brutto no!»
Alla fine, quella che doveva essere una colazione è diventata un pranzo, poi un pomeriggio sul divano a guardare "Better call Saul" e adesso stiamo raggiungendo Edo e Fra per un aperitivo in centro.
Stiamo camminando per strada quando Simo mi prende la mano. Sembra un gesto naturale, quasi distratto, eppure il mio cuore continua a sussultare ogni volta che le nostre pelli entrano in contatto. È quasi come una piccola e piacevole scarica elettrica.
«Finalmente sta arrivando maggio. È il mio mese preferito.»
Alzo gli occhi sul suo viso mentre inserisco questa nuova informazione nella mia cartella mentale chiamata "Simo". Dentro c'è un po' di tutto: il verde è il suo colore preferito e, tra parentesi, gli sta benissimo ogni tonalità di quel colore; mangerebbe ogni cosa al pistacchio e, infatti, è anche il gusto di gelato che preferisce; adora comprare i cerchietti da mettere all'orecchio e poi, puntualmente, porta sempre lo stesso perché glielo ha regalato sua nonna ad un compleanno ed è uno dei suoi portafortuna; quando è in imbarazzo gonfia un po' le guance e inizia a guardarsi intorno pur di non posare gli occhi sulla fonte di quell'imbarazzo.
STAI LEGGENDO
Come un fiore nella neve
Fanfiction«Simo, per quanto tempo ancora pensi che potrai struggerti per questa cosa?» mi chiede, senza neanche alzare gli occhi dal libro enorme su cui stava provando a studiare. «Ehm, non lo so... per sempre?» rispondo io con tono tranquillo, quasi come fos...