Le mani di Christian vagano sull'addome di Simone, sotto il tessuto della maglietta nera a maniche corte, fino a raggiungere l'elastico dei suoi pantaloncini. Gli abbassa questi ultimi e i boxer con un unico movimento e intanto inizia a baciargli il collo, lasciando scie umide con la lingua. Gli toglie la maglietta, che finisce abbandonata sul pavimento. Simone è seduto sul divano, con le gambe leggermente divaricate. Christian continua a baciargli e leccargli il collo, poi il petto, fino ad inginocchiarsi tra le sue gambe, lasciare un piccolo bacio sulla punta della sua erezione e...
Alzo di colpo la testa dal cuscino e mi metto seduto sul letto. Mi porto la mano al centro esatto del petto, il cuore mi batte talmente forte che penso lo possa sentire tranquillamente anche il vicino e sono così sudato che i ricci sono completamente bagnati e attaccati al collo.
Ho sognato Simone e l'ex suo a letto insieme. Di nuovo.
Dalla nostra conversazione di lunedì ho fatto lo stesso identico incubo tutte le cazzo di notti.
Mi guardo intorno, dalla finestra aperta riesco a vedere che fuori è ancora buio. Poggio di nuovo la testa sul cuscino e chiudo gli occhi. Devo riuscire a dormire un altro po' o al matrimonio di Chicca e Matteo sembrerò 'no zombie.
Alla fine sono riuscito a dormire qualche altra oretta, fortunatamente senza incubi.
Adesso sono in cucina, seduto al tavolo, e mi rigiro la tazzina di caffè bollente tra le dita.
Il telefono che inizia a squillare mi riscuote dai miei pensieri e mi fa leggermente sussultare.
Guardo lo schermo illuminato, è Matteo.
«Mattè ma pure il giorno del matrimonio tuo devi rompe er cazzo?» esordisco, buttando giù tutto il caffè presente nella tazzina verde.
«Mamma mia Manuè e quanto sei stronzo! Meno male che non sei er testimone mio» mi risponde lui, ridendo.
Non posso fare a meno di ridere anch'io.
«Sei teso?» e questa, invece, è una domanda seria.
«No, sto proprio pe' mori'. Manu... dici che viene?».
«Mattè ma sei cretino? Chicca, per qualche motivo a tutti noi sconosciuto, non vede l'ora de sposasse co' te. Poche ore ancora e sarete marito e moglie».
«Credimi, non vedo l'ora» e, in oltre quindici anni di amicizia, non gli ho mai sentito utilizzare un tono più felice ed emozionato di questo. Sento i miei occhi inumidirsi leggermente.
Fingo un colpo di tosse per evitare di mettermi a piangere davvero.
«M'hai chiamato solo pe' dimme che so' 'no stronzo?»
«Non solo, pure pe' ricordatte che sei tu che devi andà a prende' Chicca per portarla in chiesa. Te devo ricorda' l'orario?»
«Sta' tranquillo Mattè, c'ho tutto segnato in testa».
«Ah allora semo proprio a posto» ride lui. «Qualunque dubbio chiamame, ci sentiamo dopo».
«Ciao Mattè, vatte a fa bello pe' Chicca tua» lo saluto.
Mi alzo, lavo la tazzina e mi avvio verso il bagno, intenzionato a fare una doccia fredda.
Il telefono che riprende a squillare mi costringe a fare dietrofront e tornare in cucina.
Lo afferro, sicuro sia di nuovo Matteo, quando leggo il nome sul display: Lorenzo Ferrari. Cazzo, è il casting director.
Quasi faccio cadere il telefono tanta è la foga che uso nel rispondere.
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Come un fiore nella neve
Fanfiction«Simo, per quanto tempo ancora pensi che potrai struggerti per questa cosa?» mi chiede, senza neanche alzare gli occhi dal libro enorme su cui stava provando a studiare. «Ehm, non lo so... per sempre?» rispondo io con tono tranquillo, quasi come fos...