«Allora?» le chiedo.
«Wow... Simo è meraviglioso. Li lascerai senza parole.» mi dice emozionata.
Stavo provando il monologo che ho deciso di portare quel pomeriggio al provino e avevo bisogno di un parere sincero.
Sono da poco passate le quattro e trenta ed io, ovviamente, sono in attesa di Francesca.
Quando si degna di uscire dal bagno, in tutto il suo splendore, ci avviamo con calma verso il teatro.
Ci fermiamo all'ingresso, questa volta molto lontani dalle porte, in attesa che qualcuno esca a chiamarci.
Edoardo ci ha detto che si svolgerà così: i partecipanti verranno chiamati in ordine alfabetico e una volta entrati saranno spiegate le modalità del provino.
Stiamo fumando una sigaretta per scaricare l'ansia quando vediamo avvicinarsi Manuel.
Il mio cuore perde un battito, è ancora più bello di ieri. Indossa un completo grigio sopra una camicia bianca.
«Calmati Simo, calmati... o almeno chiudi la bocca, rischi di sbavare!» mi dico da solo.«Ciao ragazzi.» ci saluta
«Ciao, Manuel.» risponde Frana.
«Ciao.» dico anch'io, sorridendo. Decido di restare sul vago, cosa avrei dotuto dirgli?! Ieri sera eravamo allo stesso tavolino a bere birra e tra poco dovrà giudicare un mio provino. Ciao Manuel?! Dottor Ferro?! Vabbè, solo "ciao" va bene.
«Chi me offre una sigaretta? Le ho lasciate in macchina e dovrei tornare indietro.» ci chiede.
«Io. Purché non si dica che sto provando a corromperti con una misera sigaretta.» ci scherzo su.
«Sei teso?» mi chiede serio.
«Un po'... ma mi succede sempre. Muoio d'ansia finché non salgo sul palco e poi, nel momento esatto in cui inizio a parlare, mi rilasso.»
Sta per rispondermi quando la porta del teatro si apre ed esce Edo.
«Benvenuti, ci siamo. Adesso vi chiamerò in ordine alfabetico. Man mano che entrate, prendete posto nelle prime file. Una volta accomodati voi, potranno entrare e prendere posto anche tutte le persone che sono qui solo per assistere.» e così inizia un elenco di nomi che non sto ascoltando, in attesa solo che mi chiami.«Balestra Simone» dice all'improvviso, e sorride nella mia direzione.
Mi giro verso Frana e Manuel.
«In bocca al lupo» mi dice lei «sarai fantastico!»
Manuel, invece, si limita a farmi l'occhiolino e sussurrare un «ce vediamo dentro», sorridendo.Sono seduto già da un po' sulla poltroncina ed ho assistito a diversi provini. In prima fila, al lato destro, è schierata la giuria. Osservano attenti ogni minima sfaccettatura e, ogni tanto, scrivono qualcosa su dei taccuini.
Odio le attese. Anche all'università, aspettare per fare un esame o una qualsiasi altra cosa mi metteva più ansia della cosa in sé.«Simone Balestra» sento all'improvviso pronunciare il mio nome.
Mi volto verso la giuria. Un uomo sulla settantina, il più anziano, mi sta chiamando impugnando un microfono. Mi alzo e salgo sul palco.
«Si presenti, per favore.» Questa volta è stato Manuel a parlare.
Ogni volta che sale sul palco una nuova persona a sostenere il provino, qualcuno della giuria, a turno, gli pone le domande di rito. Mi chiedo se sia un caso che a me le stia facendo lui.
Mi avvicino all'asta con il microfono e inizio a presentarmi:
«Mi chiamo Simone Balestra, ho 22 anni e sono laureato in Fisica. Sono originario di Roma ma da qualche mese vivo qui a Bologna.»«Perfetto, Simone. Prego...» mi dice allora Manuel per invitarmi ad iniziare «e in bocca al lupo.»
Sono abbastanza sicuro che lo abbia detto solo a me... ma forse ricordo male.
Mi allontano dal microfono e prendo posizione al centro del palco per iniziare.
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Come un fiore nella neve
Fanfic«Simo, per quanto tempo ancora pensi che potrai struggerti per questa cosa?» mi chiede, senza neanche alzare gli occhi dal libro enorme su cui stava provando a studiare. «Ehm, non lo so... per sempre?» rispondo io con tono tranquillo, quasi come fos...