II.6. PASSATO PRESENTE E FUTURO: I MOTORI DEL ROMANZO 𝐁𝐔𝐂𝐎 𝐍𝐄𝐑𝐎

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Serviamoci subito della prolessi: il Buco Nero non esiste come tecnica narrativa, nei fatti, è una mia "creazione" per amore di chiarezza e concludere il discorso sull'interruzione del tempo del racconto.

Non sempre le lacune costituiscono un buco di trama o un errore, la lacuna può essere usata dall'autore anche consapevolmente all'interno della sua storia per creare suspense all'interno del romanzo.

La narratologia in effetti ti spiega come giocare col passato e come giocare col futuro, ma non ti spiega come giocare col presente. Non del tutto almeno!

L'interruzione del tempo del racconto non è un'eslcusiva di analessi e prolessi, esiste anche l'omissione volontaria di narrare alcuni fatti nel presente e saltare dunque alla scena successiva direttamente. Naturalmente poi se si deciderà in un secondo momento di narrare questi fatti essi diventeranno delle analessi.

Una tecnica nota e che esiste riguarda l'inizio di un'opera, ovvero, l'inizio in medias res cioè nel mezzo dei fatti.

Entrambi i poemi epici di Omero iniziano così, ma visto che l'Odissea l'abbiamo già raccontata, parliamo ora a titolo d'esempio dell'Iliade.

L'Iliade a conti fatti racconta solo degli ultimi cinquanta giorni di guerra e nemmeno la fine del conflitto effettivo.

Inizia con l'ira di Achille (quindi in medias res) causata dal fatto che all'eroe è stato rubato il suo gheras, cioè il suo bottino di guerra, la schiava Briseide e si conclude con i funerali di Ettore. Punto.

Tutti gli antefatti del conflitto sono contenuti in cicli troiani andati principalmente perduti il cui autore a volte nemmeno è Omero, oppure troviamo notizie in altri autori sparsi per la letteratura greca, mentre ciò che succede dopo i funerali di Ettore, viene narrato in maniera più ampia all'interno dell'Eneide di Virgilio, ben lontana dalla stesura dei poemi omerici, all'interno dell'Elena di Euripide, nell'Odissea e nell'Orestea di Eschilo.

Volendo azzardare, i cicli troiani sarebbero i prequel dell'Iliade, l'Iliade rappresenta il tempo del racconto, cioè il presente, mentre l'Eneide, l'Elena, l'Orestea e l'Odissea sono quattro sequel dell'Iliade che seguono quattro personaggi diversi, Enea, Elena, Agamennone e Odisseo appunto.

Naturalmente, tanto gli antefatti quanto gli avvenimenti successivi sono noti quando ci si approccia all'Iliade, ma leggendola con gli occhi di chi non conosce né gli uni né gli altri, essa risulterà essere un'opera estremamente lacunosa.

Tanto per cominciare, seleziona cinquanta giorni su dieci anni di guerra senza nemmeno dire come ci si è arrivati a questa guerra e cosa l'abbia scatenata.

Per capire chi sono i personaggi, il lettore deve avere delle conoscenze pregresse; quindi, anche sui personaggi ci sono delle lacune.

Dopo varie vicende che hanno come filo conduttore l'ira di Achille, il poema si interrompe bruscamente con i funerali di Ettore e il monologo di Elena e Andromaca.

Viene sostanzialmente selezionata una porzione di questa saga corale e viene narrata nel dettaglio, ma senza un prima, né un dopo effettivo. La stessa conclusione sembra quasi interrotta per cause di forza maggiore, quando invece, essendo anche l'Odissea composta di XXIV libri e avendo un inizio e una fine precisi, si esclude assolutamente che Omero non abbia potuto completare l'Iliade (l'Odissea è considerata postuma rispetto all'Iliade come composizione, proprio perché più consapevole e più matura). Per ricollegarci all'inizio tramite una struttura ad anello (ringkomposition), una perfetta fabula.

Il dare per scontato e quindi omettere certe cose nella narrazione non sempre risulta efficace. L'Iliade è l'Iliade, ma il rischio è sempre quello di scadere nei buchi di trama.

Se usato con consapevolezza invece, questo "buco nero" può essere un alleato non indifferente.

· Usando l'inizio in medias res si catapulta il lettore nel vivo dell'azione. Attenzione però: la narrazione non deve dipendere troppo dagli antefatti!

· Tagliando una porzione di trama all'interno di una cornice narrativa più grande. Questo permette di cavarci fuori dei prequel, degli spin-off, dei sequel.

· Facendo uscire di scena dei personaggi nel mezzo della storia ed evitare di narrare le loro vicende che possono invece essere trasportate in uno spin-off e narrate con tutto comodo.

· Saltando all'interno della narrazione nel tempo presente porzioni di anni, mesi, settimane, o giorni, omettendone il racconto, ma continuando in maniera lineare come se nulla fosse. Questo in genere accade tra un capitolo e l'altro, è possibile avvertire il lettore tramite la dicitura: "dieci anni dopo", "due settimane più tardi" etc. Attenzione però: non usatelo come salvagente perché non sapete più come far continuare la trama, o lì si scadrà davvero nel buco di trama e non in un buco nero consapevole.


𝗦𝗣𝗔𝗭𝗜𝗢 𝗔𝗨𝗧𝗢𝗥𝗘:

𝗤𝘂𝗲𝘀𝘁𝗼 𝘀𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 𝗽𝗮𝗿𝗹𝗲𝗿𝗮̀ 𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝗱𝗶 𝘁𝗲, 𝗹𝗲𝘁𝘁𝗼𝗿𝗲! 𝗦𝗰𝗿𝗶𝘃𝗶 𝗻𝗲𝗶 𝗰𝗼𝗺𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶 𝘂𝗻 𝗮𝗿𝗴𝗼𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝘃𝘂𝗼𝗶 𝗰𝗵𝗲 𝘁𝗿𝗮𝘁𝘁𝗶, 𝘂𝗻 𝗱𝘂𝗯𝗯𝗶𝗼, 𝘂𝗻𝗮 𝗱𝗼𝗺𝗮𝗻𝗱𝗮, 𝗼 𝗺𝗮𝗻𝗱𝗮𝗺𝗶 𝘂𝗻 𝗺𝗲𝘀𝘀𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 𝗽𝗿𝗶𝘃𝗮𝘁𝗼. 𝗦𝗮𝗿𝗼̀ 𝗳𝗲𝗹𝗶𝗰𝗲 𝗱𝗶 𝗿𝗶𝘀𝗽𝗼𝗻𝗱𝗲𝗿𝘁𝗶 𝗰𝗼𝗻 𝘂𝗻 𝗰𝗮𝗽𝗶𝘁𝗼𝗹𝗼 𝗱𝗲𝗱𝗶𝗰𝗮𝘁𝗼!

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