I.1. ONOMASTICA

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Quando si parla di "onomastica", di solito si intende un qualcosa legato alla religione. Il nostro onomastico era il giorno in cui, secondo il calendario della Chiesa Cattolica, veniva ricordato il santo che portava il nostro nome e alcuni ne avevano anche più di uno (io ben quattro!), oppure ci si riferisce ad una branca della linguistica; lo studio sul sistema dei nomi prendendo in considerazione una data epoca, una data società, oppure anche in un libro (sic!). 

Cose apparentemente lontane dalla stesura di un'opera letteraria.

Eppure, è una componente essenziale della letteratura, forse più invisibile, ma c'è ed è una componente che un autore dovrebbe prendere in grande considerazione.

Quando si inizia a scrivere il proprio libro, il primo istinto, quello ingenuo, genuino, del primo racconto, suggerisce di mettere tutti i propri nomi preferiti senza badare troppo ad altro.

L'ho fatto anche io con i miei primissimi libri, libri che sono opportunamente finiti nella stufa a legna e cancellati per sempre dalla faccia della Terra.

Si potrebbe chiedere: perché non soddisfare il proprio ego visto che siamo gli déi delle nostre opere e decidiamo noi?

Perché la regola aurea di un romanzo richiede che esso, per quanto sia "finzione", rimanga coerente e verosimile.

Verosimile non significa uguale alla realtà (ma già un simpatico signore milanese che beveva spritz ce l'ha spiegato, qualcosa come duecento anni fa, mentre l'Italia era impegnata a combattere l'invasore austriaco, egli ha pensato bene di regalare al neo Stato il primo romanzo storico italiano! E vista la mole di quel mattonazzo direi che la sua idea era di lanciarlo in testa agli austriaci che poveracci a furia di riceverlo si sono dovuti ritirare nel 1861!), significa però che sostanzialmente accanto ai fatti storici (al vero storico!) possono convivere pacificamente fatti di fantasia.

Banalmente, accanto al cardinale Federigo Borromeo e all'Innominato, troviamo personaggi come Lucia Mondella e Renzo Tramaglino, Don Abbondio che sono sì personaggi che non esistono, ma anche straordinariamente verosimili.

Ora, Lucia Mondella e Renzo Tramaglino, in origine, si chiamavano, nella Ventisettana, Lucia Zarella e Fermo Spolino. Dopo la risciacquatura dei panni in Arno, il nostro amico milanese decide di modificare i nomi dei protagonisti principali. Manzoni aveva raggiunto una maturità a distanza di ben quindici anni dalla prima stesura e il fatto che anche i nomi dei due protagonisti siano cambiati, significa che forse anche il nome è importante in un romanzo, dopotutto.

Tra l'altro, è curioso notare come il cognome Zarella fosse tipico della provincia milanese (quella dove l'autore viveva), mentre Mondella fosse molto diffuso nelle zone di Como e Lecco, il paese dove viveva Lucia.

Che Manzoni abbia ceduto all'impulso genuino della prima stesura? Ai posteri l'ardua sentenza.

Il nome in fondo rappresenta l'identità più intima di una persona, pur essendo anche l'identità con cui ci mostriamo al mondo, alla società in cui viviamo. Ci fornisce un posto nella società, una posizione che dica: "Ci sono anche io".

In alcune società, infatti, il nome veniva cambiato in occasione dei riti di passaggio che sancivano il cambiamento e l'abbandono dell'infanzia per entrare nell'età adulta ufficialmente e dunque conquistare un posto all'interno della società. Anche il cambio di cognome per le mogli, oppure il cambio di nome di alcune comunità religiose oppure di alcuni ordini religiosi, ma anche l'annuncio del nome in occasione di riti come il battesimo, sanciscono l'inizio di una nuova vita per la sposa, l'adepto, il frate o la suora, il bambino etc.

Non meritano forse questa attenzione anche i nostri personaggi?

Ecco allora alcuni consigli su come strutturare il sistema onomastico all'interno di un'opera letteraria.

Prima di tutto, è importante stabilire il "dove" e il "quando".

•Dove è ambientata la mia storia?

•Quando è ambientata la mia storia?


𝗦𝗣𝗔𝗭𝗜𝗢 𝗔𝗨𝗧𝗢𝗥𝗘:

𝗤𝘂𝗲𝘀𝘁𝗼 𝘀𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 𝗽𝗮𝗿𝗹𝗲𝗿𝗮̀ 𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝗱𝗶 𝘁𝗲, 𝗹𝗲𝘁𝘁𝗼𝗿𝗲! 𝗦𝗰𝗿𝗶𝘃𝗶 𝗻𝗲𝗶 𝗰𝗼𝗺𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶 𝘂𝗻 𝗮𝗿𝗴𝗼𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝘃𝘂𝗼𝗶 𝗰𝗵𝗲 𝘁𝗿𝗮𝘁𝘁𝗶, 𝘂𝗻 𝗱𝘂𝗯𝗯𝗶𝗼, 𝘂𝗻𝗮 𝗱𝗼𝗺𝗮𝗻𝗱𝗮, 𝗼 𝗺𝗮𝗻𝗱𝗮𝗺𝗶 𝘂𝗻 𝗺𝗲𝘀𝘀𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 𝗽𝗿𝗶𝘃𝗮𝘁𝗼. 𝗦𝗮𝗿𝗼̀ 𝗳𝗲𝗹𝗶𝗰𝗲 𝗱𝗶 𝗿𝗶𝘀𝗽𝗼𝗻𝗱𝗲𝗿𝘁𝗶 𝗰𝗼𝗻 𝘂𝗻 𝗰𝗮𝗽𝗶𝘁𝗼𝗹𝗼 𝗱𝗲𝗱𝗶𝗰𝗮𝘁𝗼!

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