Il trucco della Disney di celare agli occhi dello spettatore la morte del personaggio e mostrare solo l'attimo prima affonda le sue radici nel teatro greco.
Dal momento che per i greci il teatro aveva una funzione prima di tutto pedagogica (alle rappresentazioni partecipavano non solo gli uomini, ma anche donne, bambini e perfino gli schiavi), la morte non doveva essere spettacolarizzata né mostrata al pubblico.
Gli espedienti erano essenzialmente due:
· Veniva mostrato il funerale, o la veglia funebre appena prima dell'accensione della pira, con al centro l'attore che interpretava il morto.
· La morte veniva annunciata da un "messaggero" che irrompeva sulla scena comunicando la dipartita del personaggio a coloro che erano presenti e al tempo stesso al pubblico. A volte, recava con sé le ceneri ricavate dal rituale funebre greco.
Il teatro romano, pur essendo largo debitore a quello greco, ha rinnovato a suo modo lo spettacolo.
In particolare, nell'età neroniana, epoca ritenuta dagli studiosi barocca ed esibizionista, il teatro assume una connotazione più "splatter" e la morte viene mostrata al pubblico senza alcuna censura.
Non è un caso che, sempre sotto Nerone, i ludi gladiatori ebbero un grande seguito.
Il principale tragediografo di quell'epoca fu Seneca.
Anche senza aver assistito agli spettacoli dell'antica Grecia o della Roma antica, basta confrontare il canovaccio tra due tragedie:
"Medea" di Euripide. Scritta secondo i crismi della tragedia greca. L'infanticidio non viene mostrato al pubblico, Medea appare su un carro con i cadaveri dei figli al suo fianco.
"Medea" di Seneca. La scena dell'infanticidio viene mostrata al pubblico. Il livello di drammatizzazione è molto elevato.
Questo fa capire come non sia solo la finalità dello spettacolo a determinare una diversa rappresentazione della morte, ma anche il contesto culturale.
Perciò una determinata rappresentazione della morte e un determinato modus scribendi può essere anche e soprattutto una questione di... moda!
Gli stereotipi letterari determinano spesso delle mode. Capita che un intreccio letterario, un determinato tipo di personaggio, diventino celebri al punto da essere replicati in svariati film, libri, o spettacoli teatrali.
I nove tipi di morte indicati sopra sono diventati a tutti gli effetti degli stereotipi, usati dagli autori a seconda del genere letterario, della finalità e del messaggio che si vuole trasmettere.
Anche il genere letterario può determinare il modo di rappresentare la morte e richiedere diverse modalità. In particolare, in alcuni generi letterari la morte assume una componente essenziale per l'opera stessa, o perché al centro dell'attenzione, o perché dà il via all'intera trama.
HORROR
Essendo un genere la cui finalità è quella di spaventare lo spettatore, o il lettore, la rappresentazione della morte viene resa in modo particolarmente esplicito e carico di dettagli.
THRILLER
Affine all'horror, spesso e volentieri la morte è il fine ultimo di questo genere. Ogni dettaglio, episodio che porta alla morte della vittima viene reso noto. Il lettore si trova spesso nella mente dell'assassino e ne segue i piani per arrivare alla vittima.
GIALLO
Il giallo è strettamente correlato alla morte, poiché il perno delle sue opere è l'indagine sulla morte della vittima. Il momento della morte viene svelato in due modi:
· Viene ricostruita dall'investigatore protagonista. Quindi raccontata in modo indiretto e non mostrata. Questa tecnica viene preferita dai romanzi.
· Viene rappresentata mediante un'analessi. La morte viene quindi mostrata. Di solito, questo tipo di tecnica è presente nei film dove è possibile ricreare facilmente la scena.
All'inizio invece, la morte è l'input che dà il via all'intero romanzo. Viene mostrato soltanto il cadavere.
𝗦𝗣𝗔𝗭𝗜𝗢 𝗔𝗨𝗧𝗢𝗥𝗘:
𝗤𝘂𝗲𝘀𝘁𝗼 𝘀𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 𝗽𝗮𝗿𝗹𝗲𝗿𝗮̀ 𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝗱𝗶 𝘁𝗲, 𝗹𝗲𝘁𝘁𝗼𝗿𝗲! 𝗦𝗰𝗿𝗶𝘃𝗶 𝗻𝗲𝗶 𝗰𝗼𝗺𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶 𝘂𝗻 𝗮𝗿𝗴𝗼𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝘃𝘂𝗼𝗶 𝗰𝗵𝗲 𝘁𝗿𝗮𝘁𝘁𝗶, 𝘂𝗻 𝗱𝘂𝗯𝗯𝗶𝗼, 𝘂𝗻𝗮 𝗱𝗼𝗺𝗮𝗻𝗱𝗮, 𝗼 𝗺𝗮𝗻𝗱𝗮𝗺𝗶 𝘂𝗻 𝗺𝗲𝘀𝘀𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 𝗽𝗿𝗶𝘃𝗮𝘁𝗼. 𝗦𝗮𝗿𝗼̀ 𝗳𝗲𝗹𝗶𝗰𝗲 𝗱𝗶 𝗿𝗶𝘀𝗽𝗼𝗻𝗱𝗲𝗿𝘁𝗶 𝗰𝗼𝗻 𝘂𝗻 𝗰𝗮𝗽𝗶𝘁𝗼𝗹𝗼 𝗱𝗲𝗱𝗶𝗰𝗮𝘁𝗼!
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La Mappa dello Scrittore
Non-FictionGenere Letterario: Saggistica, Teoria Letteraria, Narratologia. "La Mappa dello Scrittore" è stata pensata inizialmente come rubrica di un blog, ma poi ho pensato, perché non riunire tutto in un'unica opera? Un vademecum, una guida per gli scrittori...