II.5. PASSATO PRESENTE E FUTURO: I MOTORI DEL ROMANZO 𝐏𝐑𝐎𝐋𝐄𝐒𝐒𝐈

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Nota ai più come "flashforward", o "flash-future", per gli amici "mega spoiler", la prolessi è un'anticipazione di ciò che accadrà nel futuro rispetto al tempo del racconto (tempo del racconto alias tempo presente).

Non è una tecnica molto usata oggi in letteratura, soprattutto perché ai lettori raramente piace sapere fin da subito cosa accadrà ad un dato personaggio.

Personalmente, la trovo una tecnica dalle molteplici potenzialità e se inserita nel punto giusto, può risultare molto fine e sofisticata.

La prolessi ha il compito di sdoganare subito il finale. Cioè l'inizio del racconto rivela al lettore come finirà un dato personaggio.

Sono però rare le opere basate interamente sulla prolessi. Wikipedia mi segnala "La Morte di Ivan Il'ič" di Lev N. Tolstoj e "Cent'Anni di Solitudine" di Gabriel Garcìa Màrquez.

Io personalmente consiglio "Cronaca di una Morte Annunciata" di Gabriel Garcìa Màrquez.

Non è solo il titolo a costituire una prolessi, nel primo capitolo il lettore viene infatti informato ex abrupto della morte imminente di Santiago Nasar.

Un altro titolo che costituisce una prolessi è niente meno che uno dei titoli della Quarantana. Avrete capito di quale opera sto parlando, "I Promessi Sposi" del nostro amico milanese.

Il titolo dell'opera cambia tre volte nel corso della sua stesura.

La Ventisettana riportava il titolo: "Fermo e Lucia" che non rivelava in alcun modo se Fermo e Lucia sarebbero convolati a nozze.

Le due versioni della Quarantana si intitolavano rispettivamente: "Gli Sposi Promessi" e "I Promessi Sposi" titolo rimasto definitivamente. Entrambi in effetti sono una velata prolessi del finale del romanzo.

Manzoni però cela delle prolessi disseminandole all'interno del romanzo ergendosi a narratore onnisciente e commentatore attivo nei confronti dei suoi personaggi.

Una di queste, è la predizione della morte della fine del Griso quando questi tradisce don Rodrigo per poterlo derubare.

Poi, la definizione di Gertrude come "sventurata", può essere un duplice riferimento:

· Al suo passato. Poiché costretta a farsi monaca secondo i costumi dell'epoca.

· Alle sue future azioni. Qui la prolessi, un riferimento velato e sottile al tradimento di Lucia perché vittima del ricatto del suo ex amante.

Un'ultima opera che contiene sia la prolessi che l'analessi è naturalmente il "Canto di Natale" di Charles Dickens.

Scrooge viene trasportato infatti prima all'interno del suo passato dallo Spirito del Natale Passato e successivamente nel futuro che lo attende dallo Spirito del Natale Futuro. Anche se poi Scrooge modificherà il suo destino cambiando radicalmente e diventando più buono.

Quindi ricapitolando, la prolessi può essere utile come espediente:

· All'interno del titolo. Una tattica che può attirare il lettore invece di allontanarlo. L'idea che suscita è: "Se già mi comunicano il finale nel titolo, allora nell'opera devono esserci altre sorprese!".

· All'interno del primo capitolo. Come negli esempi visti.

· Come escamotage per concludere in fretta l'arco di trasformazione di un personaggio che non è molto importante ai fini della trama.

Con la prolessi il narratore deve per forza di cose essere onnisciente e deve per forza inserirsi all'interno della sua storia. A meno di non creare un narratore esterno e onnisciente che guarda dall'alto tutta la storia, l'unico che può conoscere il destino dei suoi personaggi è colui che li ha creati, ovvero l'autore.


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