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«Manu, ci sei? andiamo?»

Dopo le parole del coach, ognuno prima della partita si prende qualche minuto per concentrarsi, tra le mura dello spogliatoio si sente solo la musica, nient'altro.

Manuel è sempre l'ultimo a lasciare lo spogliatoio, mentre Andrea, il portiere, è sempre il primo. Sono molto scaramantici in ogni cosa che riguarda l'hockey.

Manuel infila il casco sigillandolo con i bottoni, prende i guantoni ed impugna la stecca. Durante il tragitto che dallo spogliatoio porta alla pista non vola una mosca, si sentono solo i pattini sbattere sul pavimento in gomma apposito per non rovinare l'affilatura della lama.

Arrivati a bordo pista le luci si spengono e un faro illumina esclusivamente la zona dove faranno il loro ingresso.
Lo speaker annuncia un giocatore per volta in ordine di numero, e il pubblico esulta sbattendo le mani sul plexiglas delle tribune.

«E con il numero ottantasei capitan Manuel Ferro»

Manuel entra con un balzo dentro la pista e pattina fino alla linea blu della sua metà campo. Il pubblico lo acclama, e lui si sente bene. Quello è il suo posto.
Una volta che le squadre sono sistemate una di fronte all'altra, alzano le stecche all'aria e le sbattono sul ghiaccio, è il saluto pre-partita.

Le squadre si sistemano attorno alla porta del proprio portiere e nel frattempo il capitano va a stringere le mani degli arbitri e dei tecnici della squadra avversaria

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Le squadre si sistemano attorno alla porta del proprio portiere e nel frattempo il capitano va a stringere le mani degli arbitri e dei tecnici della squadra avversaria. Infine raggiunge la squadra accanto alla porta.

Manuel sa che i suoi compagni contano molto su di lui e quindi prima di fare l'urlo prima di iniziare a giocare, spende una manciata di secondi per incitarli

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Manuel sa che i suoi compagni contano molto su di lui e quindi prima di fare l'urlo prima di iniziare a giocare, spende una manciata di secondi per incitarli

«Se siamo qui c'è un motivo, e questo motivo è che ci meritiamo tutto quello che abbiamo costruito in questi anni. Oggi, come sempre, ognuno di noi darà il massimo e porteremo a casa anche questa.»

I ragazzi si stringono ancora di più e si preparano per l'urlo.
Manuel gonfia il petto e urla «UNO, DUE, TRE» e tutti insieme gridano «FORZA BOYS ALÈ»
In quel momento si scioglie il cerchio in cui erano poco fa ed ognuno sbatte un pugno verso il pugno di un compagno -è la loro stretta di mano-, dopo raggiungono la panchina e solo il portiere e cinque giocatori rimangono in campo. Manuel è tra questi.

Il capitano raggiunge la metà campo, faccia a faccia con un avversario e mentre nello stadio risuona "are you ready?", il disco viene gettato tra le stecche dei giocatori a centro campo dando così inizio alla partita.


Matteo, Simone, Giulio e Aureliano sono seduti poco sopra la panchina della squadra di Manuel, per tre di loro è la prima volta che assistono ad una partita di hockey su ghiaccio, per fortuna Matteo li ha avvisati che dentro avrebbe fatto freddo e quindi hanno indossato più strati di vestiti.

Simone è felice. Dopo essersi seguiti a vicenda, lui e Manuel hanno chiacchierato un bel po', scommettendo che se questa sera avessero vinto, Simone avrebbe pagato da bere all'altro, in caso contrario spettava a Manuel. Implicitamente, quindi ha invitato lui e i suoi amici a passare il post-partita con la sua squadra.

Chiacchierare anche solo attraverso un telefono, ha confermato a Simone che Manuel è un ragazzo buono, apprensivo e fa molto ridere.

Dopo il primo tempo in cui nessuna delle due squadre è riuscita ad andare a segno, nel secondo tempo dopo un'azione eccezionale -a detta di Matteo- il risultato si sblocca facendo esplodere lo stadio.

Solo successivamente Simone capisce che è stato Manuel a segnare, probabilmente dovrà pagargli un altro drink - pensa.

La partita termina con una grande vittoria per 3-0 sull'altra squadra, dopo aver salutato gli avversari, Manuel e i compagni si apprestano a fare il giro di campo per salutare i tifosi.

Simone e gli amici si alzano in piedi e applaudono ai giocatori, contrariamente a quanto pensavano gli è piaciuto molto assistere ad una partita di hockey.

«Simò» Manuel si ferma poco sotto a dove loro sono seduti «aspettateci al Lece, siete nel nostro tavolo»

Gli amici annuiscono e Simone nota l'occhiolino di Manuel che gli rivolge per poi uscire dal campo e tornare in spogliatoio.

«Simò te devi levà 'sta faccia da ebete»
Matteo, con la delicatezza che lo contraddistingue, toglie Simone dallo stato di trance in cui era caduto. Gli amici ridacchiano e successivamente si avviano verso l'uscita per poi raggiungere il locale.

«te piace»
«eh?»
«ao Simò l'hanno capito pure i sassi»

«e tu piaci a lui» dice Giulio che fino a quel momento era stato in silenzio
«ma cosa dici?» bofonchia Simone

«io ho visto che ti ha fatto un occhiolino, e poi su instagram non parla con noi ma con te sì»
«ma non significa niente»
«vedremo, intanto stasera gli paghi da bere»

Mentre i ragazzi erano intenti a discutere sul presunto interessamento di Manuel nei confronti di Simone, la squadra fa in suo ingresso nel locale.
Si dispongono lungo la tavolata e Simone finisce accanto a Manuel e Matteo, mentre Giulio e Aureliano sono poco distanti seduti vicino ai ragazzi con cui hanno giocato a beer pong lo scorso Sabato.

«che me offri allora?» domanda Manuel
«una bottiglia d'acqua se vuoi»
«'n te facevo tirchio»

«eh quante cose ancora devi sapere su di me»
«so' tutt'orecchi»
«c'è tempo. Dai, che vuoi bere?»
«mo mangio che c'ho na fame, poi se vedrà»

Matteo ascolta questo scambio di battute fra i due e sussurra all'orecchio di Simone «se vede proprio che nun ve piacete», l'amico arrossisce violentemente e gli da una leggera gomitata scatenando una risata.

«t'è piaciuta la partita?» domanda Manuel richiamando l'attenzione di Simone
«molto, anche se ho capito poco»
«col tempo se capisce di più, la prossima è in trasferta però»

Simone sente un piccolo vuoto al centro del petto, gli piaceva l'idea di passare questi Sabati sera in compagnia della squadra, non aveva messo in conto le trasferte

«però ce sta la diretta streaming su youtube»
Il corvino avrebbe voluto dire che della diretta gliene fregava poco, ma mette a tacere quella vocina fastidiosa - tremendamente sincera, però.
«la guarderò su youtube allora»

La serata prosegue tra drink offerti e grandi chiacchierate, ormai è tardi e tra tutti i ragazzi nessuno è totalmente sobrio.

Simone decide di tornare a casa, ci va a piedi, quando ha scoperto che non è distante da casa sua ha deciso che non avrebbe preso la macchina inutilmente

«t'accompagno»
Simone traballa, forse per l'alcol, e Manuel si palesa accanto a lui «mica ce voi annà in 'ste condizioni»
«neanche tu sei sobrio, Manuel» il riccio risponde alzando le spalle, al che insieme si avviano verso casa di Simone.

«mi piacciono queste serate» attesta il corvino
«anche a me, soprattutto quando me offrono i drink»

«ah ecco, la prossima volta offri te»
«aò ma mo te chiamo Tirchio, non più Simone»
«ti hanno mai detto che sei simpatico quanto la sabbia nelle mutande?»

Manuel scuote la testa e ridacchia, nel frattempo Simone estrae le chiavi dalla tasca
«eccomi, abito qui»
«bono a sapesse» Simone strabuzza gli occhi e ride

«Manu, dai sali non mi va che tu torni a casa in queste condizioni»
«ma sto bene, io»
«seh, ho capito. Facciamo che ti invito a casa e gli inviti non si rifiutano»
«accetto solo perchè sei te»

quarto tempo | simuel Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora