nove

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tw: si parla un pochetto di ansia, quindi se
vi disturba non leggete <3

Silenzio.

Da cinque giorni tutto tace. Manuel tace. Simone non sa più nulla.
Messaggi non letti e chiamate senza risposta. Simone è preoccupato, gli amici di Manuel pure, nessuno sa niente e tutti i tentativi per contattarlo vanno in fumo.

L'unica notizia arriva da un comunicato stampa della squadra "Manuel Ferro in ospedale per frattura alla tibia, stagione compromessa?"

Quando è venuto a conoscenza di questa comunicazione, Simone ha capito tutto. Ha capito il silenzio di Manuel e ha smesso quasi totalmente di insistere nel ricercare una risposta o un cenno dal fidanzato. In questo momento ha anche paura che non lo siano più, fidanzati.
Ha deciso di non inondarlo di messaggi o chiamate, gli unici sms che mandava erano il buongiorno, la buonanotte e qualche foto di Morgana, nulla di più.

Manuel gli ha sempre raccontato quanto l'hockey, oltre ad essere il suo lavoro, sia stato la sua casa da sempre, il suo porto sicuro, il suo modo per sfogare tutta la negatività che a volte lo colpiva.
L'hockey c'è sempre stato in ogni tappa della sua vita e quando qualcosa andava male, lui si rifugiava sul ghiaccio con un disco ed una stecca.
Ora, con una frattura alla gamba, non potrà farlo chissà per quanto tempo, e Simone si sente inutile. Perchè sa che non può fare nulla. Il danno maggiore è sicuramente psicologico e lo sanno bene i suoi compagni di squadra.

«oi Simo» lo saluta Lollo con un'amichevole pacca sulla spalla.

Poco fa, Lollo ha chiamato Simone chiedendogli di incontrarsi al bar per prendere un caffè e soprattutto perchè doveva parlargli. Il corvino non ha esitato un attimo, perchè sicuramente deve dirgli qualcosa riguardo a Manuel. Ha preso le chiavi ed il telefono e si è fiondato fuori di casa, in pochi minuti ha raggiunto Lollo che sorprendentemente non è solo, ma con alcuni ragazzi della squadra.

È preoccupato.
Perchè ci sono anche loro?

«Ciao ragazzi» saluta alzando la mano «ci sono novità?» domanda speranzoso di di ricevere una risposta
«no, purtroppo» gli comunica Cristian abbassando lo sguardo
«Però Simo, devi aiutarci» dice Lollo puntando i suoi occhi in quelli di Simone
«Io? Cosa dovrei fare?»

«Allora, noi sappiamo solo che Manuel è a casa sua, non vuole vedere nessuno, abbiamo provato a presentarci da lui, a chiamarlo, a farlo chiamare dal coach ma rifiuta qualsiasi contatto. Noi sappiamo che voi, beh» Simone arrossisce e si gratta la testa imbarazzato «sì ecco, state insieme no? Puoi provarci tu per favore?»

Il corvino alla notizia di Manuel a casa si rasserena leggermente e accetta senza esitare la proposta dei ragazzi. Sa essere molto rompiscatole a volte e Manuel gli aprirà per mancanza di pazienza, ne è certo. Il suo unico timore è di essere respinto, perchè vorrebbe dire che ha esagerato e non doveva superare quella sottile linea di confine che porta ad oltrepassare i limiti consentiti.

Dopo aver salutato la squadra, va alla panetteria vicino casa e prende delle focaccine e un paio di croissant rigorosamente alla crema di nocciola e alla marmellata di albicocche.

Ricorda bene quando un mattino in cui Simone era a lavorare al pc, il telefono si sia riempito di notifiche da parte di Manuel. Era a fare colazione al bar e voleva portargli una brioche, così aveva fotografato tutti i dolciumi scrivendo come didascalia cosa avessero all'interno. Simone gli aveva comunicato che lui mangiava solamente il croissant alla marmellata di albicocche e, dopo vari «sei noioso», «ma assaggia gli altri gusti», «come fa a non piacerti al cioccolato?», Manuel si era reso conto che la brioche con il ripieno desiderato era terminata. Alla fine si erano accordati per fare colazione insieme un'altra volta che però ancora non è avvenuta. Fino ad ora.

Dopo aver acquistato quelle delizie, torna a casa, infila un paio di cose in una busta e si avvia verso casa di Manuel.

Ogni passo gli sembra pesante, come se dovesse faticare più del solito per fare quei pochi metri dal giardino alla macchina.

Sente il cuore che accelera, è preoccupato. Se Manuel dovesse reagire male, non sa cosa potrebbe succedere soprattutto nella sua mente.
Quella mente che da anni gli crea problemi, ogni minima cosa che non va com'era stata prevista, lo butta giù in un buco nero ma pieno di insicurezze. Vorrebbe davvero vivere la vita con leggerezza, ma l'ansia gli frena tutto, anche il divertimento. Fare una telefonata è come chiedergli di camminare sui carboni ardenti, fare nuove conoscenze lo mette a disagio tant'è che vorrebbe scomparire e vedere tutto dall'esterno. La sera in cui ha conosciuto Manuel era riuscito, dopo molto tempo, a buttarsi senza troppe preoccupazioni ed alla fine gli ha portato qualcosa di bello.

Arrivato sotto casa di Manuel, tentenna.

E se non mi volesse più vedere? E se non mi rispondesse?

Dopo minuti interminabili di pare inutili, decide di pigiare quel tasto, aguzza l'orecchio e attende che Manuel risponda.

Niente.

Dopo un paio di minuti risuona e una voce metallica esce dal citofono «chi è?»
«S-Simone, sono Simone» balbetta

Silenzio.

Simone vorrebbe suonare di nuovo, lo sta per fare quando «dimmi»
«mi apri Manu?»
«non me va de vedè nessuno, scusami Simo»
«Manuel, aspetta ascolta» sente dei rumori al di là dell'apparecchio «se mi fai entrare ti lascio solo quello che ti ho portato, poi se vuoi me ne vado»

Dopo qualche attimo un click segna l'apertura del portoncino, Simone entra e raggiunge l'appartamento di Manuel.

Lo trova seduto su una sedia a rotelle, indossa una tuta blu notte e i suoi capelli sono in disordine. Sotto i suoi occhi castani vi sono due occhiaie violacee, non dorme da giorni sicuramente.

«Ti ho portato focaccine e croissant freschi della panetteria, poi sono passato a casa e ti ho preso il succo all'ace che ti piace e un paio di birre»

«Grazie, non dovevi» risponde freddo, Simone cerca di non farci caso e prosegue «Ti ho portato anche questa» dice porgendogli la felpa che Manuel da quando l'ha vista gli ha chiesto, per non dire imposto, di regalargliela.

Mentre prende l'indumento, Simone scorge al polso di Manuel il laccetto che gli aveva lasciato nello zaino, gli scappa un mezzo sorriso e quando alza gli occhi trova sul viso dell'altro lo stesso.

«Puoi rimanere» gli dice Manuel con un filo di voce e Simone sbuffa un respiro profondo, come se non stesse respirando da tempo.



n/a
vi volevo ringraziare tantissimo per l'amore che state dando a questa storia, ho terminato le parole per esprimere quanto io sia contenta <3
ci vediamo su twitter se vi va (ceenzi), bacetti

quarto tempo | simuel Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora