"feelings are much like waves, we can't stop them from coming but we can choose which one to surf"
Questa, è la prima cosa che vede Manuel appena entra in casa di Simone, un quadro con una frase che sente fino a dentro le ossa. Non sa perchè queste parole gli abbiano scatenato un terremoto nello stomaco, ma non ci da troppo peso: è ubriaco.
La casa di Simone è non è molto grande, un appartamento al quarto piano di un piccolo palazzo. C'è un piccolo ingresso con quel quadro, un corridoio con piccole mattonelle rosse che porta ad una grande stanza dove sulla sinistra vi è la parte dedicata alla cucina con il piano ad induzione, un lavello in acciaio ed un frigorifero grigio metallizzato con attaccate svariate calamite ed un paio di post-it. Al centro della stanza c'è un tavolo rettangolare in legno scuro circondato da sei sedie sempre in legno con i cuscini rossi; sulla destra c'è la parte del salotto con un divano rosso che divide i due ambienti, di fronte una tv posta sopra un mobile bianco e accanto una porta finestra che affaccia sul terrazzo. Lungo il corridoio si trovano tre porte: due a sinistra ed una a destra. A sinistra ci sono il bagno e la camera da letto e a destra lo studio che porta anch'esso sul terrazzo. Le pareti sono tutte bianche, decorate con quadri e fotografie di paesaggi. In ogni stanza c'è un qualcosa di rosso, il suo colore preferito, e tante piante che adornano l'appartamento.
Manuel segue Simone fino alla cucina, nota che tutto è perfettamente sistemato, non una cosa fuori posto. Se lo aspettava, aveva già capito che fosse un ragazzo preciso ed ordinato, questa casa rispecchia molto la sua persona.
«birretta?» domanda Simone aprendo il frigorifero, dopo un cenno da parte di Manuel, estrae due birre e fa strada fino al terrazzo; si accomodano su due sedie in plastica bianca e si godono il silenzio della notte.
Manuel continua a riflettere sulle parole che ha letto poco prima sul quadro all'ingresso, più i minuti passano e più le sente sue. Scruta con la coda dell'occhio il ragazzo che ha di fianco, i capelli ricci, gli occhi che sembrano due pozzi neri, le fossette sulle guance che si accentuano quando sorride, i denti perfettamente allineati con quel piccolo spazio tra i due incisivi centrali, le mani grandi con le vene sui dorsi e gli anelli sulle lunghe dita. È bello, tanto. E nonostante il poco tempo in cui si conoscono ha percepito la bontà e la sensibilità dell'altro ragazzo.
«a che pensi?» domanda Simone interrompendo i pensieri di Manuel «che fino a pochi giorni fa eravamo estranei ed oggi siamo qui»
«la vedi come una cosa negativa?» domanda il corvino bevendo un sorso della beck's che tiene tra le mani «no, anzi» ridacchia il riccio portando anche lui la bottiglia alle labbra «mi sento bene» Simone avrebbe voluto aggiungere che si sente bene in sua compagnia ma ha deciso di fermarsi, non sa come potrebbe reagire l'altro
«anche io Simò, non stavo bene così da tempo» «così come?» «sereno, spensierato, tante cose»
Si guardano negli occhi, si incatenano e urlano le cose che la bocca non dice. Sono attimi che sembrano ore, i cuori battono così forte che sembra vogliano uscire da un momento all'altro.
Il contatto si infrange quando il telefono di Simone vibra, il corvino toglie la notifica strisciando il dito da destra verso sinistra e nota che sono ormai le 5:30.
«tra mezz'ora sorge il sole, guardiamo l'alba e poi andiamo a dormire?» «sì. Ma come fai a sapè che tra mezz'ora ce sta l'alba?» «perchè la guardo spesso e ho l'applicazione che mi dice l'orario esatto per ogni giorno» «oggi sarà più bella, perchè la guarderai co' la compagnia migliore» azzarda Manuel
«in realtà l'ho sempre guardata da solo» ammette Simone, per lui è sempre stato un momento per riflettere, in cui stare solo con se stesso. «ma se vuoi te lascio solo» «no, anzi. Mi fa piacere se la guardi con me» la sensibilità e la dolcezza di Simone, scatenano in Manuel tante nuove sensazioni, una su tutte il senso di protezione.
Non si è mai sentito così bene, si sente al posto giusto nel momento giusto. È come quando metti l'ultimo tassello di un grande puzzle, il senso di soddisfazione e di appagamento ti fa sentire così bene che ti sembra quasi di aver fatto l'impresa più incredibile della tua vita.
Neanche il gol negli ultimi cinque secondi del terzo tempo ha scatenato queste emozioni in Manuel, eppure per lui l'hockey è tutto: l'amore, la soddisfazione, l'impegno, il lavoro, le preoccupazioni e tante altre cose.
Simone, questa notte gli ha donato un pezzo di se, e lui sa che lo deve maneggiare con cura e non rischiare di rovinarlo neanche un po'. Si sono detti tante cose senza parlare, per ora va bene così, entrambi sanno cosa li lega. È difficile definirlo con delle parole precise, ma il tempo lo farà. Non c'è bisogno di correre, ma solo di fare la strada insieme, a quale velocità lo decideranno loro.
Mentre il cielo inizia a colorarsi di arancio ed il blu lascia il posto all'azzurro, Manuel scatta una foto, vuole ricordarsi di quel momento così intimo e speciale che sta vivendo.
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Simone guarda il cielo e i suoi lineamenti si illuminano di arancione. L'alba gli trasmette da sempre un senso di libertà.
Non è un dormiglione, capita spesso che si alzi presto senza il bisogno di una sveglia e ammira l'alba mentre sorseggia un caffè caldo prima di iniziare la sua giornata.
Al contrario, Manuel dorme fino a tardi, molte volte salta la colazione e fa direttamente il pranzo, è la prima volta per lui, non ha mai visto l'alba.
I due ragazzi decidono di andare a dormire, Simone accompagna Manuel nel suo studio dove ha un letto per gli ospiti.
«Buonanotte Manu, grazie per la serata e - la mattinata» ridacchia Simone «Notte Simo, grazie a te!»
Sì è vero, ormai l'alcol ha già fatto il suo corso ed entrambi sono praticamente sobri, ma tutti e due necessitavano trascorrere del tempo insieme e mentre Simone va in camera sua, Manuel si sdraia e osserva la stanza che lo circonda.
Sul davanzale della finestra c'è una lunga fila di orchidee e violette africane, mentre sulla scrivania in modo ordinato sono riposti volumi, quaderni e penne di diverso colore; al centro troneggia il computer con dei post-it arancioni attaccati sullo schermo e accanto una piccola foto dentro ad una cornice.
Manuel la scruta da lontano e nota un gatto rosso con gli occhi verdi in mezzo ad un cespuglio di fiori colorati. Domani, anzi ormai oggi, chiederà a Simone chi è quel bel gattino che si è guadagnato un posto d'onore sulla sua scrivania.
Le palpebre iniziano a chiudersi ed in poco tempo Manuel viene accolto tra le braccia di Morfeo sognando due fossette e due grandi occhi neri.