Le ore trascorse seduti sul pullman sembrano infinite, le gambe formicolano e la schiena è dolorante, cinquanta persone rinchiuse in questo abitacolo rendono l'aria viziata e Simone non vede l'ora di scendere.
Sono in viaggio da circa tre ore e davanti ne hanno ancora altre tre, almeno, per raggiungere la squadra. Questa è la partita decisiva. I playoff sono andati benissimo, sono in finale e, dato che è "al meglio delle tre", chi vince due partite, vince il campionato. La prima partita in casa l'hanno vinta ed ora, circa un centinaio di tifosi divisi in due pullman, stanno raggiungendo lo stadio della squadra avversaria per assistere a gara due.
Manuel è partito presto stamattina, loro devono essere lì almeno due ore prima. Si sentono costantemente tramite whatsapp e, a quanto pare, loro sono quasi arrivati.
Sul pullman insieme a Simone, nei cinque posti al fondo, ci sono Giulio, Aureliano, Matteo e Celeste, che stanno giocando a sarabanda, o meglio, una volta che uno indovina la canzone, si mettono a cantarla a squarciagola cercando di convincere gli altri passeggeri a cantare insieme a loro, inutile dire che nessuno li calcola se non qualche ragazzino che si sta annoiando.
«Regà, l'avete presa la bandiera?» domanda Matteo «sì, perchè?» dice Aureliano aprendo lo zaino «appendiamola al vetro qui dietro» ed in poco tempo i ragazzi sistemano la bandiera bianco-rossa sul vetro posteriore del pullman «così se capisce la nostra squadra e non ce confondono co' l'artri»
Simone ridacchia, alla fine le idee di Matteo sono sempre un po' strambe ma poi si rivelano intelligenti, beh dai...non tutte. Adesso che ci pensa, fu un'idea proprio dell'amico romano di andare al Lece per festeggiare il compleanno di Giulio, quella serata ha stravolto completamente le vite dei ragazzi, soprattutto la sua. Questa sì che è stata un'idea intelligente.
In questi mesi, Manuel si è ripreso quasi totalmente dall'infortunio, però deve prestare molta attenzione per fare determinati movimenti. Sicuramente, il ritorno sul ghiaccio è stato una medicina per lui , come lo è sempre stato. L'avere vicino Simone gli ha fatto capire che aveva bisogno di essere amato davvero, e che prima si sentiva completo ma non lo era. Gli bastava l'hockey, ma ora non è più così.
Dopo altre tre ore finalmente approdano allo stadio ancora vuoto per ora. All'ingresso vengono indirizzati nel settore a loro dedicato e lo raggiungono senza perdere tempo. Fuori dalla pista i giocatori stanno facendo riscaldamento, Simone e Manuel si scambiano un'occhiata rapida e poi tornano a fare ciò che avevano interrotto. La concentrazione pre-partita è fondamentale e non deve venire a mancare. Simone sale i gradini e raggiunge gli amici nella parte alta della tribuna, sistemano le bandiere e poi mangiano i panini che si sono portati per la cena.
Tra pochi minuti inizia la partita, le tribune sono piene e lo stadio si divide in due fazioni ben distinte: i biancorossi e i nerogialli. Simone indossa, come sempre, la maglia di Manuel e nel polso destro ha un vecchio laccio dei pattini trasformato in braccialetto, che gli ha dato il fidanzato.
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La partita inizia e la tensione è altissima sia in campo che sugli spalti. Gli ultras hanno iniziato a cantare e Dino, l'allenatore, a dare le direttive alla squadra.
Probabilmente complice il viaggio e quindi la stanchezza, a cinque minuti dall'inizio è la squadra avversaria a segnare. Ora si fa sul serio, si devono lasciare da parte le emozioni e concentrarsi sulla partita. Dopo poco arriva il pareggio, Lollo segna bucando la rete nell'angolo in alto a sinistra.
Dopo un susseguirsi di gol, la squadra di Manuel è in netto vantaggio ed è proprio il capitano che in questo momento, con un'azione in solitaria, segna l'ennesimo goal. Pattina fin sotto la tribuna e indica Simone mimando un arco che tira la freccia. È un'altra delle tante cose che Manuel fa per dire a tutti che è innamorato di Simone, che lui è quella persona che cercava da sempre. Simone è la sua luce.
Gli ultimi dieci secondi della partita sembrano lentissimi, i tifosi fanno il conto alla rovescia, il campionato è loro. Simone e gli amici sono in piedi ad urlare e festeggiare quando la sirena annuncia la fine della partita. Hanno vinto. Non perdono tempo, scendono sotto e raggiungono la pista. È ormai famosa l'invasione di campo post-vittoria del campionato, lo fanno tutti i tifosi delle squadre vincenti. Appena mettono piede sul ghiaccio rischiano di cadere e strisciano i piedi per evitare brutte cadute.
I giocatori sono abbracciati, cantano e festeggiano la vittoria. Il papà di Filippo porta in campo tre casse di birre, ognuno ne prende una, sia i giocatori che i tifosi e brindano insieme alla vittoria. Manuel scorge Simone tra la folla e in un battito di ciglia è da lui, lo abbraccia e lo bacia, il sapore della birra mischiato a Simone gli fa girare la testa.
«bravo Manu! hai vinto!» dice elettrizzato Simone, non riceve risposta perchè il fidanzato è completamente su di giri e lo bacia fino a fargli mancare il fiato «ao ma ve volete staccà?» li interrompe Matteo «ciao regà» Manuel staccandosi da Simone saluta tutto il gruppo di amici e poi viene richiamato perchè è il momento della premiazione.
Ad ognuno viene messa al collo una medaglia dorata, Manuel decide di essere lui stesso a premiare i compagni e gli allenatori quindi consegna lui le medaglie. A lui, invece, è il coach Dino a consegnargliela e poi arriva il turno della coppa. Tutta la squadra si riunisce e si abbraccia, nel frattempo al capitano viene consegnata la coppa dal presidente della federazione. Nello stadio si solleva un coro di «ooo» e quando Manuel solleva la coppa al cielo tutti urlano di gioia.
Manuel dopo poco raggiunge Simone, e si toglie la medaglia «questa è tua» «ma cosa dici manu?» «Simo, tu sei l'amore più puro che io abbia mai conosciuto, sei la mia spalla, mi sei stato accanto nonostante tutto, sei parte di me. Sai che una partita di hockey ha tre tempi no?» Simone annuisce e non capisce cosa voglia dire il fidanzato «tu sei il mio quarto tempo. Ti ho conosciuto dopo una partita, abbiamo iniziato a frequentarci dopo le partite, e dopo ogni incontro tu c'eri e ci sei, quindi sei il quarto tempo. Sei una delle poche certezze che ho.» E alla fine Simone ci ha provato ma le lacrime hanno avuto la meglio, abbraccia Manuel nonostante la puzza asfissiante di sudore e gli lascia un bacio sulle labbra.
"Sono convinto che il destino ci spinga verso il miglioramento di noi stessi. Credo che io serva a lui come lui serve a me"
ringraziamenti: grazie a tuttə voi voi aver letto questa cosa che chiamarla storia è un complimento. I vostri commenti mi hanno riempito il cuore, non credevo di riceverne neanche uno. Grazie per le stelline e le visualizzazioni, inutile ripetere che non me l'aspettavo. Permettetemi di ringraziare un paio di persone: grazie francesine, in poco tempo così tanto!! grazie fra, marti, vito, mads e a tutte le portinaie, voi sapete! grazie Cami e Sofi per esserci e per avermi spinta ad intraprendere questo viaggio. Ed infine grazie mati che mi hai incoraggiata e poi aiutata a scrivere tutto questo, hai sopportato tutti i messaggi dove ti chiedevo aiuto sui capitoli e continui a sopportarmi nonostante tutto. tu sai. Grazie gabbianæ, iniziato per gioco ed alla fine è molto di più. È per voi.
Vi voglio bene, ci sentiamo su twitter.
✨AH PS: trovate una raccolta di os/missing moments (che aggiornerò senza una cadenza precisa) perchè a me di smettere di parlare di hockey e di questi due purtroppo... "rover" qui sul mio profilo 💗