CAPITOLO 12

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P.O.V Percy

Ormai sono tre mesi che io e Annabeth stiamo insieme, certo con alti e bassi (l'episodio di Rachel è uno di quelli molto bassi) ma siamo sempre riusciti a riappacificarci e adesso siamo più uniti che mai. Sono il ragazzo più fortunato di New York, anzi di tutto il mondo: ho sempre pensato che Annabeth fosse speciale ma adesso ne ho la certezza. Non passa un momento in cui non pensi a lei.

Il tempo passò così velocemente che arrivarono le vacanze di Natale. In quei giorni Annabeth era un po' tesa, ma quando cercavo di parlarle sviava il discorso sostituendolo con un altro. Un giorno, mentre la stavo accompagnando a casa, capii forse cosa rendesse Annabeth così nervosa. -E' per via di tuo padre?- chiesi di getto e fermandomi sotto il portone di casa sua.

Non ebbi risposta. -Annabeth lo sai che mi puoi dire qualsiasi cosa. Se non parliamo tra noi due con chi dovremmo parlare?—Percy è complicato lasciamo stare..- prima che finisca la frase la prendo e la bacio.. quanto mi mancavano le sue labbra!! -Ehm, scusa continua-

-Vabbè te lo dirò solamente perchè sei il mio Testa d'Alghe e non voglio che ci rimarrai male al momento. Mio padre l'altro giorno mi ha chiamato dopo anni e ha detto che vuole che io torni subito a San Francisco. Io gli ho detto di no ma non vuole sentire ragioni di alcun tipo-

In quel momento penso di essere sbiancato e mi sentii mancare la forza di muovere anche un solo dito. -Annabeth non puoi.. non puoi partire e lasciarmi qui, non posso stare senza di te!- mi resi conto di aver cominciato ad urlare solo quando qualche passante si girò nella mia direzione.

-Percy mi dispiace.. ma devo farlo è mio padre e ha deciso lui.. se non ci andrò di mia spontanea volontà mi verrà a prendere lui-

Non potendo più sopportare quelle parole e il pensiero di perderla comincia a correre il più veloce possibile verso casa mia, ignorando i richiami di Annabeth che erano diventati ormai impercettibili. Corsi, corsi finchè il mio corpo riuscì, fermandosi poi davanti a una grande struttura: la piscina.

Quel giorno era chiusa ma sapevo come entrare e, dopo essermi svestito, mi infilai nell'acqua gelata, che mi fece rabbrividire come sempre. Comincia a nuotare, avevo capito che aiutava a dimenticare: tutti gli insulti dei professori delle scuole da cui era stato espulso o da cui era scappato, la morte del padre quando lui era ancora piccolo e adesso le parole di Annabeth. -Non ce la posso fare senza di lei..- pensavo mentre continuavo a macinare metri su metri nella piscina.

Quando cominciai ad essere troppo stanco per continuare a nuotare uscii e mi andai a lavare e cambiare. Mi diressi dunque verso casa dove mi aspettava mia madre per cena, ma non avevo voglia di mangiare e andai subito in camera. Mi misi le cuffie, accesi l'mp3 e, dopo un tempo che sembrava interminabile, mi addormentai, anche se ancora un po scosso da quello che era successo oggi.




_ANGOLO_AUTORE_

Ciao a tutti!! Era da un po' che non pubblicavo un capitolo ma con la scuola e altri impegni non sono riuscito a scrivere un capitolo manco a morire. Spero che vi piaccia e come sempre votate e commentate!!!;) Come andrà a finire? Annabeth dovrà ritornare dal padre a San Francisco lasciando Percy da solo?? Vi dovrò lasciare un po' con questi dubbi dato che non ci saro né questo weekend né il prossimo ma proverò a pubblicarne uno il 5!!!!

Buona lettura!!!!!!

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