CAPITOLO 19

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P.O.V. PERCY


Mi svegliai: era arrivato il giorno della partenza. Non sapevo se essere felice per rimanere insieme ad Annabeth o essere triste per lasciare tutta la mia vecchia vita: mia madre, i miei amici, la mia città e, in fondo ( ma molto in fondo ), la mia scuola. Ma ormai era troppo tardi per i ripensamenti, non potevo più tirarmi indietro.

Mi misi a sedere sul letto e guardai l'ora: erano già le dieci! E avevo promesso ad Annabeth che saremmo passati da lei per prenderla tra quindici minuti. Mi vestii, lavai i denti e, con l'aiuto di mia madre, caricammo le valigie in macchina e partimmo.

Annabeth ci stava aspettando sulla strada. Ci fermammo e appena scesi la baciai, per poi mettere le sue valigie vicino alle mie. Arrivammo all'aeroporto JFK International dopo una mezz'ora scarsa.

- Ciao ragazzi - ci salutò mia madre con le lacrime agli occhi ma comunque con in viso il suo solito sorriso - E Annabeth... tieni d'occhio mio figlio; preferirei che non combinasse casini - e scoppiarono a ridere, mentre io cercavo di fare il finto offeso. Dopo le varie raccomandazioni di mia madre fummo liberi di recarci all'interno dell'aeroporto. Ci sedemmo in una sala di aspetto mentre aspettavamo che aprissero i check in e, voltando lo sguardo verso l'ingresso da cui eravamo arrivati, notai dei volti familiari, forse fin troppo.

- Jason! Siamo qui! - urlai, entusiasta alla vista dei nostri amici. Pure Annabeth sorrise e, come me, corse incontro agli altri.

- Ei Perce, ciao Annabeth - ci salutarono tutti.

- Perché avete delle valigie? - chiese Annie.

- Ah queste dici? Niente di che abbiamo deciso di andare per un po' in vacanza tra amici per le vacanze di Natale - rispose Nico con uno strano sorriso, come se fosse esaltato, il che era davvero molto raro.

- Bene ragazzi, e dove avete deciso di andare?- chiese lei.

- Boh in una città con uno strano ponte tutto rosso di cui mi sfugge il nome - rispose Jason con l'aria di chi sta pensando - Ah sì, si chiama Golene Bridge -

A quel nome sia io che Annabeth rimanemmo pietrificati. - Non starete venendo a.. -

- Non potevamo di certo lasciare da soli due piccioncini come voi.. chissà cosa combinereste - Mi fermò prima Piper ammiccando. Sentii le lacrime minacciare di uscire, e non riuscii a trattenermi. Erano lacrime di gioia: avevamo i migliori amici che uno possa desiderare.

- Va bene dai - riuscii a dire - Dobbiamo andare, l'aereo non ci aspetta e non voglio perderlo - sorrisi a tutti e ci dirigemmo verso l'imbarco.


_ANGOLO_AUTORE_


Buongiorno ragazzi! M i sento ispirato in questi giorni... Sarà l'aria dell'estate che sta arrivando e la scuola che sta finendo. Comunque da adesso mancheranno non più tanti capitoli alla fine di questa ff... Ringrazio tutti quelli che commentano e seguono la mia storia avete superato le mie aspettative ;) Comunque molto probabilmente ci sarà un sequel ma non vi dico nient'altro.

Ciao demigods!

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